“Grazie Tom”, sono queste le prime parole che abbiamo pensato quando un paio di giorni è arrivata la notizia del ritiro di Tom Brady dalla NFL a quarantaquattro anni.
Basterebbero i numeri a descriverlo come il quarterback più forte e ovviamente vincente di tutti i tempi il giocatore di Football più vincente di sempre. Uno su tutti? Brady ha vinto più Super Bowl non solo di qualsiasi altro giocatore, ma di qualsiasi altra squadra. Sette Super Bowl, cinque volte MVP del Super Bowl, quindici convocazioni al Pro Bowl, tre volte MVP della stagione, maggior numero di successi in NFL, maggior numero di passaggi da touchdown, maggior numero di yard conquistate, maggior numero di passaggi completati. Questi i record principali della leggenda vivente. Clamoroso poi l’abisso col “resto del mondo”: sette Super Bowl vinti, Pittsburgh e New England ne hanno vinti sei a testa. Impressionante anche il numero di vittorie nei Playoff: trentacinque, diciannove in più di Joe Montana, secondo in questa statistica.
Statistiche inimmaginabili se si pensa che in quel lontano Draft del 2000 Brady venne scelto dai New England Patriots con il numero 199 durante il sesto giro e dopo altri sei quarterback. Durante il primo anno fece da riserva a Drew Bledsoe, il cui infortunio contro i St. Louis Rams aprì le porte a Tom. Curioso che sempre contro i Rams Brady chiuderà la carriera.
Inizia così la leggendaria dinastia formata con Belichick ai Patriots che portò al primo Super Bowl della storia vinto contro i Rams nel 2001, con Brady che sarà il più giovane quarterback fino a quel momento a laurearsi campione. Arriveranno poi altre due titoli nei successivi tre anni contro Philadelphia Eagles e Carolina Panthers.
Già così sarebbe un capolavoro, ma i fenomeni (vedi Rafael Nadal, ndr) hanno la volontà e la determinazione di non accontentarsi mai. E allora dopo i due Super Bowl persi contro i New York Giants (unica bestia nera nella carriera di un giocatore capace comunque di battere tutte le squadre della NFL almeno una volta) ecco arrivare tra il 2015 e il 2017 altri due anelli: il primo contro i Seattle Seahawks e il secondo contro gli Atlanta Falcons sfoderando una rimonta epica da 3-28 a 34-28. Ovviamente record nella storia del Super Bowl.
Fine dei giochi? Neanche per idea. Arriveranno infatti ancora altri due Super Bowl con i Patriots: il primo perso contro i Philadelphia Eagles, il secondo vinto contro i Los Angeles Rams. Due anni fa poi la scelta che ha spiazzato tutti: l’addio a New England e alla AFC per firmare un contratto biennale da cinquanta milioni di dollari con i Tampa Bay Buccaneers. Sembrava una pazzia andare in una squadra perdente da un ventennio e senza una grande storia. E invece intorno a Brady viene costruito un casting all’altezza e Tom al primo anno nella NFC sotto la sapiente guida di Bruce Arians riporta i Bucs ai Playoff. Nel suo territorio di caccia vincerà tutte le partite in trasferta completando il (capo)lavoro battendo i favoriti Kansas City Chiefs nell’ultimo atto e facendo così diventare Tampa la prima squadra della storia a vincere un Super Bowl nello stadio di casa.
Peccato solo per quanto emerso nelle ultime ore, col giallo dell’annuncio del ritiro di Brady. Infatti dopo la notizia data in esclusiva da ESPN, il padre e l’agente di Tom hanno dichiarato che nulla era stato deciso e che Tom è l’unica persona che può parlare dei sui piani futuri. Persino il brand di abbigliamento di Brady (TB12) ha rimosso il post dedicato al ritiro del campione. Subito dopo anche il general manager di Tampa Bay, Jason Licht, ha detto che Brady non aveva ancora preso una decisione definitiva. A questo punto solo Tom può chiarire l’equivoco, anche se la sensazione è che il quarterback volesse ufficializzare il suo addio dopo il Super Bowl una volta terminata la stagione per non offuscare il grande evento della finale. Probabilmente uno scoop ha rivelato in anticipo la notizia. Basta che il fatto si risolva perché il GOAT del football merita di salutare personalmente tutti gli appassionati di questo sport.