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Berrettini, una semifinale slam ormai non è più una sorpresa

Dovremo abituarci, se non l’abbiamo già fatto. Matteo Berrettini ha ancora tanto da dare al mondo del tennis e ne sentiremo parlare a lungo, anche sui palcoscenici più importanti. Con la semifinale raggiunta all’Australian Open è l’unico italiano all-time ad approdare almeno in semifinale in tre Slam differenti (2019 US Open, 2021 Wimbledon, 2022 Australian Open).

La cosa più impressionante non è la potenza dei colpi. Berrettini è in grado di gestirsi al meglio anche quando non è in giornata. Una forza mentale incredibile, la capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo che contraddistingue soltanto i campioni di uno sport. Contro Monfils l’ha fatto di nuovo: ha vinto anche pur soffrendo e ribaltando una situazione in cui la spinta emotiva era tutta a favore del francese.

Ma Monfils è un avversario chiave per Berrettini: proprio allo US Open del 2019, sempre ai quarti di finale, una partita definibile epica da parte del tennista romano l’ha portato alla ribalta del mondo del tennis. Dopo quella maratona americana Berrettini è diventato definitivamente un tennista da temere, in grado di consolidarsi stabilmente tra i primi dieci al mondo.

Non è stato facile, ma grazie all’impegno e alla dedizione insegnatagli da coach Santopadre Berrettini si è evoluto sotto tutti i punti di vista. Fisico in primis, perché i suoi colpi sono pesanti e potenti e mentale poi, perché dove non arriva il talento arriva il cuore. L’azzurro è il prototipo del tennista moderno: e finalmente, noi italiani, possiamo dirlo. Berrettini ce l’abbiamo noi.