Sport e Super Green Pass. Com’è la situazione?

Dal 10 gennaio 2022 il Super Green Pass è diventato obbligatorio anche per parte del mondo dello sport e questo ha cambiato (e non poco) gli equilibri di un’intera categoria. Molti atleti hanno lasciato il proprio posto di lavoro e, di conseguenza, le squadre hanno rinunciato a membri a volte anche molto importanti del proprio team.

La richiesta di adozione del Super Green Pass si trasforma quindi quasi in obbligo vaccinale (anche se indiretto) per gli sportivi, come già successo per altre categorie lavorative. Ma questa disposizione come ha modificato gli equilibri nel mondo dello sport?

Da qualche settimana si parla del caso Djoković. Il tennista, infatti, è stato fermato dalla polizia lo scorso 5 gennaio a Melbourne, perchè non in regola con la vaccinazione per Covid-19, per cui non gli è stata concessa la partecipazione agli Australian Open.

Posto in isolamento, il tennista ha poi fatto ricorso. Oggi si aprono per lui le porte del prossimo Roland Garros, che si terrà a Parigi a cavallo tra maggio e giugno, anche se non vaccinato, perché guarito da non più di sei mesi.

Le nuove regole sul Green Pass valgono però anche per il mondo della palla a spicchi. La Pallacanestro Cantù, infatti, ha recentemente rescisso il contratto con l’americano Robert Johnson, bandiera della squadra ma non favorevole alla somministrazione del vaccino.

Non potendosi allenare con i compagni e non potendo scendere in campo poiché senza Super Green Pass, il cestista ha dato il suo addio alla categoria A2. Una pulce, però, ci arriva all’orecchio: perché in A, tra i professionisti, è sufficiente esibire un tampone negativo mentre nella categoria dilettantistica non basta?

Molti nodi sono ancora da sciogliere, ma intanto Johnson lascia Cantù e va al Legia, in Polonia. Il paradosso comunque rimane: Johnson avrebbe potuto giocare serenamente in Serie A come professionista ma non in A2.

Lo stesso destino è toccato a Kenny Hayes del Forlì, diretto ora in Turchia, all’Afyon. Ma la lista non finisce qui. Qualche giorno fa l’allenatore Alessandro Valli del Montemarciano Basket, campionato di serie C, ha lasciato il proprio lavoro a causa della mancanza del Super Green Pass.

Qual è la situazione adottata dalla NBA? In America tutto dipende dai vari Stati. Ha fatto scalpore il caso di Kyrie Irving, che era stato escluso dalle partite casalinghe dei Brooklyn Nets, perchè a New York vige l’obbligo vaccinale, ma restava libero di scendere in campo in trasferta.

Tornando infine a Djoković, una notizia di oggi lo vede sicuramente presente all’Australian Open 2023. Craig Tiley ha infatti dichiarato: “In fin dei conti è il giocatore più forte al mondo e ama l’Australian Open”.

Il dubbio sorge spontaneo. Per quanto possa essere più o meno condivisibile l’obbligatorietà del vaccino, è comunque una disposizione presa dall’alto alla quale non è possibile sfuggire. Mi domando: un docente o un operatore sociosanitario denominati no-vax avrebbero avuto lo stesso trattamento di favoritismo di Djoković?