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Pallone in Soffitta – Natale 1988, Mancini e il suo “mal d’azzurro”

Siamo sotto Natale del 1988. In quei giorni, un giovane calciatore si confessa e sostiene di essersi giocato la maglia della Nazionale. Ad appena 24 anni. Si tratta di Roberto Mancini, attuale ct azzurro. Non avrà tutti i torti…

Talento precoce

Un talento precoce, Roberto Mancini. L’exploit già al primo campionato di Serie A, diciassettenne, con la casacca del Bologna 1981-82. 9 reti e l’etichetta immediatamente appiccicata addosso di fenomeno. Dimostrerà di esserlo, in realtà. Ma solo a livello di club, tra Sampdoria e Lazio. Con la Nazionale vivrà un rapporto tormentato, indirizzato su binari infausti da alcuni errori di gioventù e l’incapacità di ripetere le ottime prestazioni con i doriani. Sempre accanto al “gemello” Gianluca Vialli, che in azzurro avrà maggior fortuna di lui però senza toccare comunque le vette auspicate.

Gli errori

Il Natale è imminente. L’Italia di Vicini, reduce dalla semifinale di Euro ’88 persa contro l’Unione Sovietica dopo uno splendido torneo, aveva visto in campo come coppia d’attacco titolare proprio Vialli-Mancini. Il nostro, criticato dalla stampa, si era scagliato contro i giornalisti in tribuna dopo il gol segnato alla Germania Ovest. Urlando loro di tutto. In realtà, quello sarebbe rimasto il momento più vivido della sua carriera in Nazionale. Di errori ne aveva già commessi, il “Mancio”. Come la scappatella dal ritiro USA del 1984, quando uscì con Tardelli e Gentile a Manhattan, ritornando alle 8 di mattina. “Trovai Bearzot ad aspettarmi. Mi disse ‘fuori di qui. Non ti voglio più tra noi’. Quel giorno persi tutto, di sicuro il Mondiale in Messico“. Era la prima volta in azzurro, errori di gioventù.

Ripresa e stop

Enzo Bearzot se la legò al dito e non lo chiamò più, fino al termine della sua gestione. Poi, una volta subentrato Azeglio Vicini in Nazionale A dall’Under 21, le cose cambiarono per il ragazzo di Jesi. Il blocco dei “ragazzi terribili” forgiati da Vicini diede spettacolo a Euro ’88, Mancini si abituò alla staffetta nei secondi tempi con il grande vecchio Altobelli. Poi, alla fine dello stesso anno, i fantasmi assalirono il calciatore della Sampdoria: “Il bilancio azzurro fino a qui è pessimo, per un attaccante: 18 presenze e una rete. In questo modo è difficile rispondere a chi mi critica. In questo momento non mi sento più certo di una maglia da titolare…“. 

Panchina

Gli azzurri si accingevano ad affrontare la Scozia a Perugia, il 22 dicembre, in un’amichevole che chiudeva l’anno. Le sensazioni negative di Mancini si sarebbero rivelate azzeccate: l’indomani, Vicini lo avrebbe lasciato fuori. Davanti Vialli e Serena, nessuno spazio nemmeno tra i subentrati. La panchina, se non la tribuna. Circostanze che la punta marchigiana avrebbe conosciuto ancora meglio – e con grande dolore – in occasione del Mondiale di Italia ’90: dove stabilì un primato poco invidiabile, diventando l’unico calciatore di movimento tra i 22 azzurri a non giocare nemmeno un minuto. Una beffa tremenda per chiunque, vissuta da Mancini quasi come un’offesa personale, un tradimento. Per la serie, sarebbe stata la stessa cosa non esserci… 

Solo un po’ di luce

Eppure, prima di quell’Italia-Scozia del dicembre ’88, desiderava riscattarsi. Proprio parlando dell’appuntamento casalingo di un anno e mezzo dopo, sognava di “vincere i Mondiali del ’90, per evitare una delusione generale. Purtroppo la gente pensa che sia un fatto scontato“. Centrato in pieno, “Mancio”… Una delusione per lui, per l’Italia, per tutti noi che sappiamo come andò a finire. Vicini lo schierò a settembre contro l’Olanda e poi gli diede spazio fino alla fine della sua gestione. Senza infamia, né lode. Un po’ di luce la rivide con Sacchi nelle qualificazioni per USA ’94, dove realizzò tre gol: tanto che fu inserito nuovamente nell’album delle Figurine Panini del torneo. Ma per gli States, Mancini non sarebbe stato nemmeno chiamato. E così si chiuse una storia contraddittoria, con 36 presenze e 4 reti. Prima del drastico cambio di marcia da commissario tecnico! E il recupero del tempo perduto.

Buon Natale a tutti i lettori di MondoSportivo!

(Traccia sviluppata da: L’Unità, 21 dicembre 1988)