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Serie A 21/22, pillole e spunti dalla 18ª giornata

Spunti dalla Serie A per riflessioni da gustarsi nel tempo di un caffè. La redazione di MondoSportivo si riunisce, in unico pezzo, per ripensare alla giornata di campionato appena conclusa e riflettere su aspetti rilevanti, curiosi, interessanti delle partite della massima serie italiana.

L’assist di Luis Alberto conferma che di lui Sarri non può fare a meno (di Francesco Moria)

Contro un Genoa che conferma di essere un progetto tutto in fase di studio, la Lazio ritrova la vittoria dopo il ko contro il Sassuolo. Tutto convincente, da Pedro (che ha già abbondantemente superato i numeri avuti in giallorosso) a Zaccagni, ma la magia della serata si concentra sul doppio assist che spacca la partita di Luis Alberto. Geniale, soprattutto, quello del 3-0: un colpo secco, elegante, preciso, di quelli che pochi giocatori, oltre allo spagnolo, sanno regalare in Italia. “Sta migliorando passo dopo passo”, ha commentato Sarri: lo sa l’ex tecnico di Juve e Napoli che recuperare il suo numero 10 è fondamentale nel suo progetto e per fare il salto di qualità che manca oggi ai biancocelesti. Per una notte, è tornato a essere il “Mago”, in una stagione in cui finora era sembrato soltanto impacciato, fuori dai giochi, addirittura finito per qualcuno, almeno nel progetto Lazio. Luis Alberto, però, ha risposto sul campo e a Sarri va bene così: il centrocampo a tre resta tutto da studiare ancora, soprattutto per la convivenza tra Milinkovic-Savic e lo spagnolo, ma di sicuro l’ex Siviglia serve eccome. I biancocelesti lo sanno e faranno bene a dargli fiducia ancora, proprio come fatto coraggiosamente in settimana, in un momento non facile dopo la sconfitta di Reggio Emilia, al progetto Sarri. Progetto che, a sua volta, non può non comprendere Luis Alberto.

Giocare meno bene, portare a casa di più: il Torino impari la lezione con il Verona (di Francesco Moria)

In questa prima parte di stagione, il Torino si è comportato tendenzialmente da squadra di metà classifica: nulla di più di quello che si poteva attendere, nient’affatto un disastro. Dopo diversi punti persi però dopo discrete prestazioni, la partita contro il Verona è stata l’occasione per ribaltare questa tendenza: un Toro sicuramente meno bello, che ha sofferto anche fin troppo pur avendo giocato 65′ con l’uomo in più, ma che alla fine ha portato a casa tre punti importanti contro una squadra interessante come l’Hellas Verona. E ne beneficia anche la classifica, con i granata al decimo posto con 25 punti: se l’obiettivo era un campionato tranquillo, Jurić e i suoi sono perfettamente in linea. Ma, soprattutto, sono imbattuti da 4 partite di fila e ci si mangia ancora le mani per i 4 punti persi contro Empoli e Cagliari, almeno per quello che era stato fatto vedere. Il riscatto è arrivato nelle gare più difficili, contro Bologna e Verona, ma è un segnale importante: se il Torino inizia a diventare più pratico può essere tranquillamente una squadra della prima parte della classifica.

Umiltà, questa sconosciuta (di Florind Xhaferri) 

Le giornate passano, ma le polemiche continuano a esserci sugli episodi arbitrali, nonostante il VAR. Questa volta coinvolti Irrati a Bergamo e Massa a Milano per aver accordato due fuorigioco che hanno favorito le vittorie di Roma e Napoli su Atalanta e Milan.

Pochi dubbi. Sia Palomino, sia Giroud, entrambi in fuorigioco, hanno influenzato i movimenti di Cristante e Juan Jesus, autori di due errori in area che hanno portato a due reti avversarie. Gli sconfitti però come al solito protestano, girando le regole a loro favore, scimmiottando frasi sentite qua e là sui social.

Gli allenatori, che sanno benissimo di essere in torto, continuano ad alimentare le contestazioni per giustificare una partita andata male. Forse un po’ più di umiltà e di rispetto verso l’arbitro, soprattutto quando ha evidentemente ragione, è chiedere troppo?

Roma, personalità ritrovata (di Alessio Milone)

Una dimostrazione di forza. Inaspettata? Sì, assolutamente: inutile dire che qualcuno pensava fosse possibile una goleada giallorossa al Gewiss. L’Atalanta recrimina (giustamente, dai) per quel gol non convalidato a Zapata (ne parliamo in queste righe, scorrete la pagina) ma la Roma, stavolta, è stata esattamente come dovrebbe essere sempre: cinica, concreta, intensa, incisiva. Poi, ha segnato Zaniolo, e Abraham ha fatto doppietta. Si son sbloccati? Presto per dirlo. Fatto strano: Cristante aveva piazzato un doppio autogol, per sua fortuna il secondo, come detto, poi non è stato convalidato. La Roma che fa 4 gol a Bergamo, Zaniolo che segna, un fuorigioco così così, Gasperini furioso, Abraham scatenato. Mancava l’arrivo degli alieni, i dinosauri, e l’ingresso di Super Mario in campo; poi a Bergamo, sabato, avremmo veramente visto tutto.

Milan, non solo infortuni (di Silvano Pulga)

Servivano al Milan, ieri sera, una vittoria e una prestazione convincente: non sono arrivati né l’una né l’altra. La squadra rossonera ha dimostrato il proprio periodo negativo con una sconfitta che, se mai ce ne fosse stato bisogno, va a ridimensionarne ruolo e ambizioni. Le assenze, numerosissime, non sono un alibi, contro un Napoli presentatosi a San Siro anch’esso in formazione largamente rimaneggiata. La realtà è che al Milan manca quell’intensità che aveva fatto la differenza nei periodi migliori e che, probabilmente, faceva anche da propellente al morale del gruppo. Quello che non è chiaro è se ci sia o meno una correlazione tra quei ritmi e i numerosissimi infortuni muscolari che ne sono seguiti, che sono una specialità della casa, visto che l’Inter, per esempio, pur avendo giocato lo stesso numero di partite dei rossoneri, non ne sta soffrendo. I dati oggettivi certi sono un calo fisico preoccupante, la difficoltà per diversi uomini chiave di ritrovare la forma fisica e un ambiente in sofferenza. In tutto questo, sembra che la guida tecnica non riesca a dare i giusti stimoli: alcune parole di Pioli sulla stagione passata e su quella in corso ci hanno infatti lasciato perplessi, visto che più che altro sono servite ai tifosi avversari per la produzione di ovvie battute di sfottò, anziché sferzare la squadra. I campionati non si vincono a dicembre, come ha saggiamente detto il tecnico rossonero; tuttavia, si perdono tranquillamente in questo periodo. O ci sarà una decisa inversione di tendenza, o si dovrà accettare una stagione anonima. E, a quel punto, bisognerà porsi qualche domanda sul futuro.

Un Cagliari da far cadere le braccia (di Fabio Ornano)

Brutto spettacolo all’Unipol Domus in occasione di Cagliari-Udinese. I rossoblù di Mazzarri sono incappati nella peggior prestazione del campionato, che va purtroppo oltre lo 0-4 incassato dai friulani. Una squadra rinunciataria, senza idee, dall’attacco asfittico e, in certi frangenti, con la scarsa concentrazione di qualche elemento. Il Mister di San Vincenzo ha rinunciato a parlare ai microfoni, rimpiazzato dal ds Capozucca. Il quale si è scusato con i tifosi cagliaritani, tuonando esclusioni definitive per chi aveva mostrato scarsa dedizione alla causa. La risposta più chiara, l’esclusione di Godín e Cáceres dai convocati per la Juventus. Salvo sorprese allo Stadium, il Cagliari girerà alla boa con la miseria di 10 punti: a gennaio, sul mercato, non basterà qualche ritocco alla rosa. C’è aria di repulisti…