Gruppo. Quanto son belli quegli abbracci, all’Olimpico, a fine partita. Ha sbagliato, Jorginho, il rigore (generoso) che poteva mandarci direttamente ai mondiali. Fa nulla: “Ha sbagliato stavolta, ci ha portati in finale contro la Spagna” ha detto giustamente Bonucci, nel post partita di Italia-Svizzera, alla RAI. È e resterà il rigorista della nazionale, anche se ha sbagliato un penalty in finale ad Euro2020 e ne aveva sbagliato un altro proprio con la Svizzera, nella gara di andata, anche se il suo errore costringerà l’Italia a vincere con tanti gol a Belfast. Abbiamo 2 gol di vantaggio sulla Svizzera, dobbiamo tenerceli strette. Perché, a pari punti, passa chi avrà la miglior differenza reti.
È stata un’Italia bella ma non incisiva. Il gol di Widmer ci ha messo paura, la risposta di Di Lorenzo ci ha dato fiducia. L’assenza di Immobile si è sentita, sicuramente. E per favore, nessuno torni a ripetere la tiritera che il Ciro azzurro non è il Ciro biancoceleste: cavolate. Immobile è un attaccante da tanti gol, è in forma, è già in doppia cifra in questa Serie A, e sarebbe servito come il pane, ieri sera. Servirebbe come il pane a Belfast, dove l’Italia proverà a scrollarsi di dosso la maledizione che l’avvolge nei novembre in cui si gioca l’accesso al mondiale. Perché, se non lo ricordate, era proprio novembre (oggi, esattemente: il 13 novembre di 4 anni fa) quando pareggiammo in un San Siro sontuoso, senza reti, contro la Svezia, dicendo addio ai mondiali del 2018.
Bisognerà segnare, tanto, e vincere, e avere un orecchio a quanto succede tra Svizzera e Bulgaria. Serviranno i gol di Belotti, le corse di Chiesa, le chiusure di Bonucci, i tiraggir di Insigne, i rigori di Jorginho. Servirà quella cattiveria che ci ha fatto godere in estate. Andiamo in Irlanda del Nord, prendiamoci il Qatar.