In Primo Piano

Barcellona, Xavi in panchina per un futuro migliore, non per ripetere il passato di Guardiola

Torna a casa dopo 6 anni Xavi Hernández, nuovo allenatore del Barcellona. Il club catalano ha pagato la clausola di 5 milioni all’Al Sadd, dove la leggenda blaugrana ha mosso i primi passi da tecnico. Ora è pronto a una nuova sfida, che ufficialmente partirà sabato 20 novembre alle 21:00 nel derby contro l’Espanyol.


Sarà un inizio molto complicato, non solo per l’avversario nella prossima giornata de LaLiga, ma anche per il momento buio che la squadra sta attraversando. Dopo l’addio di Ronald Koeman, il Barcellona ha incredibilmente pareggiato con il Celta Vigo, dopo essere passato in triplice vantaggio. Oltre al danno, anche la beffa perché durante la rimonta di Iago Aspas e compagni Ansu Fati, protagonista assoluto in questa partita, ha subito un infortunio.

L’arrivo di Xavi in panchina non sarà l’oggetto magico delle fiabe che risolve tutti i problemi della vicenda. Nel breve periodo potrebbe anche faticare questo Barcellona, che deve solo salvare la stagione. Se i culés pensano di obbligare l’ex centrocampista a vincere qualcosa nell’immediato, forse è meglio che cambino idea. Xavi non ha come primo obiettivo vincere il campionato o arrivare fino in fondo in Champions League. Deve puntare a creare un gruppo coeso, mai veramente tale con Koeman.

Per salvare la stagione comunque deve anche ottenere qualche buon piazzamento. Nonostante la rosa non sia di prima qualità, i giocatori buoni ci sono per poter almeno arrivare a un quarto posto ne LaLiga o passare i gironi, ormai quasi conclusi, della Coppa dei Campioni. Questo almeno per non buttare al vento i mesi a venire. Poi in estate si parlerà di progettazione a mente fredda, soprattutto in base ai risultati di fine 2021 e inizio 2022.

Però anche qualora i buoni piazzamenti venissero a mancare, bisognerà valutare il Barça di Xavi Hernández con un minimo di comprensione. Il club arriva da un periodo veramente difficile e anche per un barcelonista vero la soluzione ai problemi non è così scontata. L’importante sarà lavorare al meglio, facendo crescere i giovani come Gavi o Ansu Fati, sperando che il suo corpo si mantenga in salute, e facendo sentire importanti, ben trattati i calciatori più affermati come Depay o Coutinho, il quale può ancora essere d’aiuto alla causa.

Del resto la fretta finora non ha mai portato a nulla di buono, anzi. Le spese del Barcellona per gli allenatori negli ultimi 22 mesi ammontano a 37 milioni di euro. Oltre alla clausola rescissoria pagata per Xavi, sono da calcolare gli 11 milioni per la liquidazione di Valverde, 4 milioni per quella del suo sostituto Quique Setién (ancora non pagati), 5 milioni per strappare Koeman all’Olanda e 12 milioni per la sua liquidazione. Ciò non fa che aumentare i problemi finanziari per il presidente Joan Laporta.

Molti già parlano di un nuovo Pep Guardiola, aumentando solo la tensione di Xavi e del contesto blaugrana. Le due situazioni sono abbastanza diverse, perché l’attuale manager del Manchester City aveva preso il comando del Barcellona a inizio stagione, dopo l’esonero di Rijkaard, avendo il tempo di riflettere sul proprio operato. Oggi invece Xavi deve inserirsi in medias res, spremendo al massimo l’arancia che ha davanti.

Questo senza parlare della qualità generale della rosa, che all’epoca aveva come punta centrale un certo Samuel Eto’o, coadiuvato da Henry e un emergente Lionel Messi. Oggi invece c’è Luuk de Jong, che in 103 presenze spagnole ha segnato appena 20 reti. In tutto questo tralasciando il centrocampo che aveva due dei maggiori interpreti della storia di questo reparto, Andrés Iniesta e lo stesso Xavi Hernández, e il lavoro decennale con il Tiki-Taka, novità letale di quel calcio.

Perciò la società deve abbassare le pretese, così come la stessa tifoseria. I paragoni lasciamoli magari a fine ciclo, analizzando quindi le avventure dei due allenatori con le storie già scritte. Dobbiamo solo aspettare che Xavi prenda in mano la penna e scriva il proprio romanzo, senza plagiare Guardiola, pur prendendolo di ispirazione. Ora nascerà un nuovo Barcellona, che non deve guardare al passato, ma cercare di fare meno danni possibile nel presente e migliorare il futuro.