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Pallone in Soffitta – Le pistole ad acqua (7,65…) di Asprilla

Un attaccante estroso, senza dubbio tra gli stranieri più iconici della Serie A della prima metà degli anni Novanta. Faustino Asprilla ha fatto parlare di sé non solo per le formidabili giocate nelle giornate di vena, ma pure per certe “imprese” fuori dal campo. Come quel Capodanno del 1995

Famiglia e amici

Tuluá, Colombia. È il Capodanno del 1995. Faustino Asprilla, notissimo calciatore in forza agli italiani del Parma, si trova in patria per le feste di fine anno. Con lui famiglia e amici. Tutto procede per il verso giusto tra gioia, baldoria, compagnia rumorosa e affetto. Una volta conclusa la breve vacanza, “Tino” ritorna in Emilia per riprendere la preparazione agli ordini di Nevio Scala, il quale dichiara di vederlo in ottima forma. Tutto bene, tutto normale quindi. Almeno così sembra… Perché invece, dall’altra parte del mondo, c’è chi sostiene che qualcosa sia accaduto: è il colonnello Fernando Bohorquéz, capo della Polizia della città di Tuluá. Cosa è successo?

Perquisizione

Bohorquéz sostiene che gli uomini del suo distretto abbiano fermato Asprilla alle ore 06:40 del 1° gennaio, all’interno del locale dove il giocatore e i suoi accompagnatori stavano festeggiando il veglione. Alcuni sconosciuti avrebbero chiamato la Polizia, sostenendo di aver udito dei colpi di arma da fuoco sparati in aria. La perquisizione successiva avrebbe appurato il coinvolgimento inequivocabile di Tino, al quale erano state trovate addosso due pistole calibro 7,65. La legge in Colombia è severissima in materia: in soccorso di Asprilla, passibile di arresto immediato, interviene la folla presente al locale. Le autorità decidono di desistere, sul momento.

La versione di Tino…

Quando Asprilla si ripresenta a Parma, dopo aver lasciato il suo Paese dall’aeroporto internazionale di Bogotà, sembra tranquillo. Anche perché le agenzie di stampa cominciano a parlare del fatto accaduto in Colombia solo diverse ore più tardi. “Non ho mai avuto pistole, anzi: ho solo avuto pistole ad acqua. Ho trascorso un Capodanno tranquillo con la mia famiglia e gli amici a Tuluá. La notizia è falsa, in Colombia scrivono e dicono sempre un sacco di balle. E lo hanno fatto anche questa volta“. La società ducale, nella figura del presidente Giorgio Pedraneschi, interviene sulla vicenda riguardante un suo tesserato.

… e quella del Parma

Il dirigente parmense afferma: “Il giocatore, appena rientrato in Colombia, ha assoldato un <gorilla>, come fa abitualmente in patria. Durante la festa di Capodanno a Tuluá, un ubriaco ha preso per il collo Asprilla, chiedendogli soldi. Allora sono intervenuti il <gorilla> e il fratello, estraendo due pistole. Quando è arrivata la Polizia, i due hanno deposto le armi nella macchina del calciatore. Successivamente Asprilla ha accompagnato a casa la moglie e al suo ritorno nel luogo della festa la sua auto è stata perquisita. Sono state trovate le due pistole, di cui solo una regolarmente denunciata. Da qui la denuncia per possesso illegale di armi“. Insomma… apparentemente, solo un grande equivoco che per Asprilla sembrava destinato a risolversi in una bolla di sapone. Peccato che la giustizia colombiana lo abbia poi condannato a sette mesi di carcere con la condizionale…