Un atto di coraggio, altruista ma purtroppo inutile: il calciatore danese Svend Hansen, di stanza in Italia nei primi anni Cinquanta, non esitò a buttarsi ripetutamente nel Ticino per salvare un ragazzo precipitato in acqua: non riuscì nel suo intento.
6 luglio 1953. Un bel pomeriggio per fare una gita all’aria aperta per Svend Jørgen Hansen e la sua famiglia. Hansen è un calciatore e milita nella Pro Patria, società di Busto Arsizio che proprio in quegli anni stava vivendo gli ultimi bagliori della sua storia sportiva. Centrocampista, ha 30 anni e si appresta a lasciare l’Italia. Infatti, dopo essere arrivato all’Atalanta nel 1950 – 70 presenze e 13 reti – il giocatore scandinavo ha appena disputato una stagione avara di soddisfazioni con i bustocchi. Quel giorno decide con i familiari di dedicare qualche ora allo svago recandosi a Sesto Calende, località sul fiume Ticino.
Il calciatore viene in breve a sapere che è appena accaduta una disgrazia a poca distanza da lui, a Cicognola, come ricostruito da La Stampa il giorno dopo. Un ragazzo di 17 anni, insieme ai due fratelli, si è avventurato sul fiume con una barca leggera ed è caduto in acqua: il giovane Renato Furlan, originario di Cairate (Varese), sparisce letteralmente in pochi secondi a causa dell’incapacità di nuotare. La tragedia è in corso: Svend Hansen arriva sul posto dopo qualche minuto dal fatto, si libera degli abiti e si tuffa ripetutamente alla ricerca dello sfortunato ragazzo. Numerosi tentativi, che infine portano al risultato del ritrovamento di Renato.
Il notevole atto di coraggio e di altruismo del giocatore consente di attuare i primi soccorsi al protagonista: per oltre un’ora, Hansen prova a rianimare Furlan praticando la respirazione artificiale, facendosi supportare da alcuni testimoni presenti sul posto. Purtroppo, tutti gli sforzi risultano vani e il ragazzo non ritorna più in vita dopo quella banale ma fatale caduta nel fiume, durante una spensierata uscita con i fratelli. Da sottolineare l’ammirevole senso civico e umano di Svend Hansen, che il giorno dopo sarebbe ripartito per la Danimarca per trascorrere le ferie e aspettare di conoscere il proprio destino sportivo. Il suo cartellino era infatti ancora di proprietà dell’Atalanta, che appunto lo aveva ceduto in prestito alla Pro Patria per la stagione 1952-53.
Quell’esperienza così tragica segnò le ultime ore di Svend Jørgen Hansen in Italia, visto che non sarebbe poi ritornato a giocare per una società del nostro Paese. Classe 1922, si era affermato in patria nell’Odense. Appena due presenze (con un gol) in Nazionale negli anni Quaranta e poi il viaggio verso la Serie A, come decine di colleghi scandinavi fecero durante il decennio seguente. Non è stato uno degli elementi di spicco di quel contingente, piuttosto nutrito, in cui si mischiarono campioni e onesti mestieranti. Di sicuro, il suo gesto altruista al tramonto del soggiorno italiano ne nobilitò il ricordo, una volta tornato in Danimarca. L’ex centrocampista è scomparso nel 2006 all’età di 83 anni.