La seconda edizione di Nations League è andata alla Francia, dopo il primo trionfo del Portogallo all’esordio di questa nuova competizione europea per squadre nazionali. A San Siro abbiamo visto una partita dall’alto tasso tecnico e la presenza del pubblico italiano, malgrado non ci fosse l’Italia, si è fatta sentire sia a favore della Spagna sia a favore di Mbappé, Benzema e gli altri. Gli Azzurri hanno invece guadagnato un buon terzo posto contro il Belgio all’Allianz Stadium.
“La Uefa pensa solo ai soldi, e noi non siamo robot. Non si preoccupano per noi giocatori, pensano solo alle loro tasche. Si partecipa a questo torneo solo perché per la Uefa sono soldi in più, stesso discorso per la Conference League. La Uefa è arrabbiata perché alcune squadre vogliono la Superlega, ma non si preoccupa minimamente di noi giocatori. Giocare senza mai fermarsi un attimo porta a continui infortuni e questa cosa andrebbe rivista. Non siamo robot, ci sono sempre più partite e nessuno si preoccupa per noi.”
Thibaut Courtois ha criticato molto la Nations League così come quest’ultimo confronto, senza senso secondo il portiere del Real Madrid. L’atleta belga sostiene che questa finalina per il terzo posto e questa competizione per lui e i suoi colleghi siano state una perdita di tempo e di energie, ma un guadagno non indifferente per la UEFA, che ancora una volta avrebbe messo i propri interessi sopra la salute dei giocatori.
Che la UEFA non sia nuova alla ricerca quasi estrema della ricchezza, è sicuramente vero. Sull’onda della non-novità qualcuno potrebbe anche consigliare a Courtois di smettere di giocare per la nazionale e focalizzarsi totalmente sul proprio club. Non sarebbe giusto, visto che è diritto di tutti poter difendere il proprio Paese. Malgrado la brutalità delle dichiarazioni dell’estremo difensore, chi ha organizzato la Nations League dovrebbe rivedere un po’ la propria posizione. C’è effettivamente un problema di sovraccarico di partite che piano piano sta distruggendo i corpi e le menti dei calciatori.
Come al solito, la UEFA ha fatto passare anche la Nations League come un torneo per favorire i “poveri”, ma lo scopo è sempre stato sin dall’inizio un maggior profitto per se stessa. Senza fare troppi calcoli, ci si rende conto che ora perfino gli incontri meno interessanti sulla carta possono fruttare più denaro rispetto a prima. Una partita tra San Marino e Germania non ha lo stesso appeal per i tifosi locali di un San Marino-Gibilterra, per fare un esempio.
Nel primo caso normalmente Thomas Müller e compagni vincono con un risultato pirotecnico e con facilità. Nel secondo ne viene fuori un grande spettacolo, ovviamente con un tasso tecnico magari più basso o un ritmo meno sostenuto, ma sicuramente equilibrato. L’equilibrio, l’incertezza di come finirà una partita di calcio portano allo stadio molti più appassionati, che rimangono infine soddisfatti di quello che hanno visto. Lo stesso discorso vale anche per i diritti TV.
Se l’audience sale, gli sponsor pagano di più e la UEFA di conseguenza guadagna di più. Ma ovviamente non possiamo dare tutte le responsabilità all’associazione guidata da Aleksander Čeferin, poiché anche le singole federazioni hanno un tornaconto più o meno importante, ma nessuno le incolpa di nulla. Rispetto alla prima edizione le premiazioni sono aumentate di qualche centinaio di migliaia, visto anche l’incremento dei diritti televisivi.
La Francia quindi si è portata a casa tutto quello che poteva, 7,5 milioni. L’Italia ha invece ricevuto 5,5 milioni di euro da queste otto partite, che sono in parole semplici delle amichevoli di prestigio, visto che non hanno effetti sulle qualificazioni ai mondiali. Grazie a quel terzo posto la FIGC ha superato economicamente le conquiste del Belgio. Evidentemente per i presidenti federali quella finalina valeva più di quello che Courtois potesse immaginare.
La UEFA con la Nations League sicuramente si sta garantendo ancora una volta un bel malloppo. Anche se non è da sottovalutare la compiacenza delle federazioni europee, che da questo nuovo torneo guadagnano infinitamente di più che da delle semplici amichevoli. Tuttavia Courtois non avrebbe potuto mai incolpare la URBSFA-KBVB. Comprensibile, chi mai parlerebbe male della propria federazione, rischiando di non essere nemmeno più convocato?