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Le 7 Marce, GP Turchia – Bottas, un giorno alla Hamilton

Gran Premio di Turchia, 16/a tappa del Mondiale di Formula 1 2021. Analizziamo quanto accaduto sul mitico circuito di Istanbul con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.

Viaggia in 7/a marcia, Valtteri Bottas – Era stato chiesto al finlandese di fare l’Hamilton in questo fine settimana, considerato che l'”originale” sarebbe stato penalizzato dalla partenza a centro gruppo causa sostituzione del motore. E Bottas l’Hamilton l’ha fatto. Il pilota finlandese ha controllato Verstappen alla partenza e ha vinto la gara senza colpo ferire, con apparente facilità. Sembrerebbe che il passaggio annunciato all’Alfa-Sauber per il 2022 l’abbia tranquillizzato e gli abbia tolto quella pressione che fino a ieri è stata una delle cause di diversi errori. Vedremo se le ultime gare del 2021 confermeranno questa impressione.

Viaggia in 6/a marcia, Max Verstappen – L’unico neo del suo fine settimana è stato il mancato successo del suo attacco a Bottas in partenza. Per il resto, l’olandese della Red Bull ha inanellato il fine settimana quasi perfetto. Terzo posto in qualifica, diventato secondo a causa della penalizzazione di Hamilton, secondo posto in gara e vetta del Mondiale riconquistata a 6 gare dalla fine. 6 gare tutte da seguire.

Viaggia in 5/a marcia, la Ferrari – A un certo punto, Charles Leclerc ci ha fatto addirittura tenerezza quando, trovandosi in testa alla gara, non voleva più effettuare il cambio gomme. Poi però le intermedie della SF21 hanno ceduto e la via dei box è stata obbligatoria. Leclerc porta comunque a casa un quarto posto che, sommato allo straordinario ottavo posto di Sainz partito dal fondo della griglia, significano 16 punti nel Mondiale Costruttori che consentono alla Rossa di accorciare nei confronti della McLaren per quanto riguarda la lotta per il terzo posto.

Viaggia in 4/a marcia, Lewis Hamilton – Le dieci posizioni di penalizzazione per la sostituzione della parte endotermica del motore rappresentavano per l’inglese una spada di Damocle insormontabile per quanto riguardava la lotta per le primissime posizioni. E i disegni della vigilia sono stati confermati. Hamilton ha fatto il possibile partendo dall’undicesima casella, ma non è riuscito a rimontare oltre la quinta posizione. Vetta del Mondiale lasciata a Verstappen, ma sarà spettacolo fino alla fine.

Viaggia in 3/a marcia, la McLaren – La vettura di Woking prosegue nel suo andamento oscillatorio. Istanbul è stato uno dei circuiti dove l’auto papaya non è stata performante. Norris, partito settimo, ha mantenuto la stessa posizione in gara. Ricciardo, invece, non ha mai trovato il grip giusto e ha concluso il Gran Premio tredicesimo dopo essere scattato dall’ultima casella per la penalizzazione dovuta al cambio di motore. Una discontinuità di rendimento che potrebbe, alla fine, risultare penalizzante nella lotta al terzo posto nel Mondiale Costruttori con la Ferrari.

Viaggia in 2/a marcia, Fernando Alonso – La Formula 1, come tutti gli sport, è imprevedibile. Basta un secondo, un gesto, un attimo per trasformare un fine settimana da negativo a positivo e viceversa. Lo spagnolo dell’Alpine ne sa qualcosa. Al sabato, grande qualifica con il quinto posto divenuto quarto per la penalizzazione di Hamilton. Alla domenica, il primo giro con due contatti, quello che l’ha visto incolpevole con Gasly e quello dove è stato colpevole con Mick Schumacher, che hanno influenzato negativamente il suo Gran Premio, concluso al sedicesimo posto. L’Alpine si consola con il “record” di Esteban Ocon, decimo al traguardo dopo aver corso tutto il Gran Premio con un unico set di intermedie senza fermarsi mai ai box (l’ultimo fu Mika Salo su Tyrrell a Monaco 1997)

Viaggia in 1/a marcia, Sebastian Vettel – Quando hai una vettura poco performante rispetto alla quasi totalità del resto della concorrenza, l’unica possibilità è azzardare. Vettel ci ha provato, montando le slick da asciutto quando veramente non si poteva. Risultato? Un paio di testacoda e un giro da incubo, prima di ritornare giocoforza a montare le intermedie. A gara, però, già compromessa.