La semifinale di Nations League ha visto trionfare la Spagna a San Siro di fronte all’Italia di Mancini, che ha rimediato la prima sconfitta dopo 37 partite consecutive di imbattibilità, perdendo per la prima volta a Milano in 96 anni. Il gol di Lorenzo Pellegrini, dopo una cavalcata bellissima di Federico Chiesa, ha solo accorciato il doppio svantaggio firmato dalla doppietta di Ferrán Torres.
Il risultato di 1-2 però non deve essere percepito come una tragedia, perché è arrivato in una competizione non così importante, contro un avversario di tutto rispetto e in una partita giocata comunque bene, malgrado il rosso di Leonardo Bonucci. Il centrale si è prontamente scusato per la gomitata non intenzionale su Busquets, costatagli la doppia ammonizione. L’Italia è rimasta per tutto il secondo tempo con un calciatore in meno, ma ha espresso un gioco alla pari, quasi come se non ci fosse l’inferiorità numerica.
Un incidente di percorso come questo è abbastanza normale, a maggior ragione dopo un campionato europeo vinto in grande stile e condito dal record mondiale di imbattibilità. Roberto Mancini ha riorganizzato al meglio la squadra all’intervallo, ma la rete subita in pieno recupero nella prima frazione è stata decisiva per negare agli Azzurri almeno la speranza dei supplementari.
Ciononostante ci sono anche vari aspetti positivi, come Chiesa che fino all’ultimo secondo non ha smesso di crederci. Lo spirito italiano dovrà essere il medesimo anche nella finale per il terzo posto di questa competizione, in programma il 10 ottobre all’Allianz Stadium contro la perdente di Belgio-Francia. L’esterno bianconero dopo un calcio d’angolo avversario e con la Spagna tutta nella metà campo azzurra ha pensato bene di lottare su un pallone quasi irrecuperabile, che stava per essere gestito dai difensori spagnoli. In sequenza ha corso per 40 metri senza fermarsi e infine ha servito un assist a Pellegrini che davanti a Unai Simón non ha ovviamente sbagliato.
Sempre guardando il bicchiere mezzo pieno, gli errori di questo incontro sono arrivati in un torneo non così importante come un europeo o un mondiale. Il mancato pareggio di Lorenzo Insigne, uno dei migliori di EURO 2020, non fa arrabbiare quanto avrebbe potuto un errore in un grande evento. L’ingenuità di Bastoni sul primo gol di Torres e di Bonucci durante l’intervento scomposto su Busquets devono essere oggetto di discussione, ma non di preoccupazione.
Il primo è un calciatore molto giovane e in un prossimo futuro potrebbe rimpiazzare lo stesso Bonucci o anche Chiellini, ormai sulla via della pensione. Meglio una marcatura sbagliata oggi, in una semifinale di Nations League, che domani, in un’eventuale semifinale di Qatar 2022. Queste gare sono delle amichevoli con un sapore leggero di big match e servono proprio ad abituare ragazzi come Bastoni a tali livelli.
Tatticamente si è visto un remake della sfida tra queste due nazionali a Wembley. La Spagna ha come al solito dominato il possesso, mentre l’Italia ha aspettato di uscire in contropiede. Peccato che a luglio il risultato è rimasto in bilico per 60 minuti, quando ancora Chiesa ha aperto i conti.
Facendo questa analogia, che Mancini ha già sicuramente preso in considerazione dopo il triplice fischio dell’arbitro Sergey Karasev, si può ragionare su delle migliorie tattiche per non soffrire così tanto di fronte a formazioni che del controllo di palla ne fanno un cavallo di battaglia. Non sempre chiudersi in difesa paga, specialmente quando si ha un calciatore in meno in campo. Perciò potrebbe essere utile cambiare ogni tanto uno stile di gioco che sicuramente funziona, ma che non sempre è la strada giusta.
Questa non è la fine della serie di 37 risultati utili consecutivi, ma è un nuovo inizio per battere il record stabilito dalla stessa Italia in questi tre anni manciniani. Già ci eravamo accorti a settembre che la squadra avesse dei problemi di concretezza, dopo i pareggi con Bulgaria e Svizzera, ma il 5-0 sulla Lituania aveva un po’ mascherato questi problemi.
La sconfitta riporta la Nazionale forse con i piedi per terra, ma non deve abbattere nessuno perché le qualità ci sono, le abbiamo già viste. Meglio rendersi conto delle falle del sistema in questo momento, che deve essere di crescita, invece che ritrovarsi in questa situazione in altre occasioni più importanti. È un po’ come prendere un quattro in una verifica, ma poi superare l’esame di maturità con un buon voto a fine anno.