Per la gara contro i Rangers della seconda giornata di Europa League, lo Sparta Praga non avrebbe dovuto avere nemmeno un tifoso sugli spalti del proprio Letna Stadium. Sul club ceco, infatti, pendeva una squalifica che l’UEFA aveva stabilito agli inizi di agosto, dopo che il pubblico si era reso protagonisti di vergognosi atti di razzismo verso il giocatore del Monaco Aurelius Tchouameni, travolto da ululati e versi animaleschi al momento del suo gol. Una scena vergognosa, l’ennesimo episodio discriminatorio dei tifosi cechi che già negli ultimi anni si erano messi in mostra in più occasioni in scene come queste. Il Monaco aveva minacciato addirittura di lasciare il campo, ma era stato poi convinto a proseguire la partita, lasciando all’UEFA l’intervento nei giorni successivi, stabilendo un turno a porte chiuse per lo Sparta.
Alla fine, però, le parti avevano trovato un accordo in vista della partita di ieri sera: al Letna Stadium sarebbero stati ammessi soltanto 10mila tifosi, quasi tutti bambini locali, salvo gli accompagnatori e genitori. Doveva essere una notte di festa, di sport, con protagonisti ragazzi al di sotto dei 14 anni per provare a promuovere valori sani tra i più giovani. Un esperimento interessante, destinato tra l’altro in maniera simbolica in una partita contro i Rangers, che lo scorso anno erano stati vittima di gravi episodi di razzismo, in quel caso contro lo Slavia Praga, al punto da portare alla squalifica per dieci giornate del ceco Ondrej Kudela per aver ingiuriato il centrocampista Kamara con epiteti razzisti. Ci si era detti che quello sarebbe stato il punto più basso, irripetibile. E, invece, ieri sera si è andati ancora più a fondo.
Kamara ieri era ancora in campo e il pubblico ceco, nonostante la giovane età, ha pensato bene di “vendicarsi”. Per tutta la gara, il centrocampista dei Rangers è stato fischiato ogni volta che ha avuto il pallone tra i piedi, venendo insultato e travolto da “buu” razzisti. Una notte da incubo per il giocatore culminata in una beffarda espulsione nel secondo tempo, per somma di ammonizioni, accompagnata da una sfrenata esultanza dei tifosi, come se fosse stata segnata una rete. Cinque mesi dopo gli episodi della scorsa stagione avvenuti contro i “cugini” dello Slavia, insomma, la questione è tutt’altro che dimenticata. Ma l’aspetto più grave è, evidentemente, che ad aver consumato una disgustosa rappresaglia sono stati principalmente bambini, che in quello stadio dovevano presentarsi come esempio di riscatto e di speranza in un calcio futuro diverso. Niente di tutto questo: il razzismo è stato ancora una volta protagonista, lasciando ombre sulla possibilità di vedere un giorno uno sport più pulito.
“Se questi sono i fatti ed è la verità, sono estremamente amareggiato, ma non sorpreso. Abbiamo bisogno di fatti e conferme se questa.è la verità prima di commentare. Ma se è andata così e hanno preso di mira Glen, è estremamente deludente perché c’erano un sacco di bambini nello stadio. Bisogna ancora fare molto. Non solo io, ma tutto il mondo sta chiedendo più punizioni e più importanti per combattere il razzismo. Deve essere sradicato”, ha commentato l’allenatore degli scozzesi Gerrard.
Ancora più amara l’analisi dell’agente di Kamara, Aamer Anwar: “Avevo sperato, quando ho sentito della chiusura dello stadio dello Sparta Praga, che Glen e gli altri giocatori neri non avrebbero dovuto fare i conti con alcun abuso o fenomeno razzista e avrebbero potuto solo giocare a calcio. Ma questa sera dovrebbe essere imbarazzante per i cechi, sebbene fossero squalificati i loro tifosi, ma ha fatto ben poca differenza il fatto che lo stadio fosse pieno di 10mila ragazzini. Un gran numero di questi giovani ha fischiato Green a ogni tocco del pallone, così come hanno fatto per tutti gli altri giocatori neri dei Rangers. Questa notte mostra che Praga ha davvero un grave problema con il razzismo e come sempre l’UEFA non si vede. Glen e i Rangers hanno mostrato classe, ma nessun giocatore dovrebbe affrontare una cosa simile al lavoro e in ambito Europeo”.