Sarebbero più di 35 le partite rinviate in Inghilterra in queste ore, quasi tutte delle categorie di Non-League (dilettantistiche), ma per una ragione piuttosto curiosa: in diverse zone del Paese le pompe di benzina sono rimaste a secco o quasi. Nella Isthmian League sarebbero già state rinviate sette delle nove partite previste martedì sera, mentre nella Southern League ne sono state annullate almeno quattro. Alcune serie hanno addirittura cancellato completamente il proprio programma, come avvenuto nella Southern Combination Football League.
La situazione dei rifornimenti ai distributori sta toccando livelli piuttosto preoccupanti, al punto che il primo ministro Boris Johnson aveva valutato la possibilità di far intervenire l’esercito per consegnare carburante alle stazioni di servizio. Intanto, in più zone del Paese si assiste a code chilometriche davanti ai distributori, con gli autisti in attesa per ore, qualcuno persino passando la notte in macchina e con diverse situazioni di grande tensione. Alcune stazioni, davanti a un’improvvisa domanda così elevata, sono state addirittura costrette a chiudere.
Le compagnie petrolifere, però, hanno sottolineato che il problema non è tanto l’assenza di petrolio, ma “le temporanee impennate della domanda dei clienti”. Secondo il Segretario dell’ambiente George Eustice è importante “che le persone acquistino la benzina come farebbero normalmente. Questa situazione sarebbe stata totalmente gestibile se non ci fossero stati diversi media che hanno riportato notizie di mancanza di petrolio, con la conseguente reazione del pubblico.”
Per la Petrol Retailer Association, che rappresenta 5500 delle 8mila stazioni di benzina nel Regno Unito, quasi due terzi dei propri dei propri impianti è a secco e gli altri rischiano di arrivarci presto: una situazione che ha già costretto ospedali e case di riposo a richiedere priorità nell’accesso ai rifornimenti. Ma da dove nasce questa improvvisa difficoltà nella distribuzione della benzina e l’improvviso assalto alle stazioni? La ragione principale è legata alla preoccupante senza dei camionisti con la specializzazione per il trasporto della benzina: si stima un buco di più di 100mila guidatori nel Regno Unito, dovuto sia alla Brexit che alla pandemia di Covid-19, che hanno portato molti camionisti a ritornare nei propri paesi di provenienza o di lavorare altrove per evitare la maggior burocrazia al confine ed evitare così un potenziale impatto sui propri guadagni. Non solo, ma molti autisti andati in pensione non sono stati poi sostituiti a causa del ridotto numero di esami per la patente adatta durante il periodo pandemico.
Si tratta di un problema che aveva già toccato altri settori, a partire da quello della grande distribuzione e i supermercati, e che in generale riguarda l’Europa, anche se nel Regno Unito sembra aver avuto un impatto ben più evidente. Il governo inglese, intanto, sta provando a intervenire: lunedì è stata sospesa la legislazione antimonopolistica tra le compagnie petrolifere, permettendo una più semplice condivisione delle informazioni per garantire la distribuzione e dare priorità alle zone in maggiore difficoltà nel Paese. Inoltre, verranno offerti visti temporanei a 5mila camionisti stranieri, mentre sono state inviate circa un milione di lettere ad autisti che hanno la patente adeguata per guidare questa categoria di camion per farli tornare a lavorare, oltre a prevedere 4mila nuovi guidatori, offrendo stipendi molto importanti. Intanto, però, nelle zone maggiormente colpite dall’assenza di benzina, il calcio si deve fermare.