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Pallone Noir – La valigia che salvò Christian Panucci

L’ex difensore del Milan e della Nazionale Christian Panucci è vivo per miracolo: nel 1996, a causa di una combinazione di eventi, ritardò il volo aereo New York-Milano scampando a una tragedia…

Olimpiadi

Christian Panucci, nell’estate del 1996 è già uno dei più affermati difensori italiani. Ancora molto giovane, è diventato una colonna del Milan campione d’Italia e d’Europa con Capello. Nella Nazionale maggiore ha già debuttato, però il ragazzo di Savona all’epoca rientra anche tra i disponibili dell’Olimpica. Ci sono in programma i Giochi di Atlanta e Panucci è il capitano degli azzurrini. Ma purtroppo, proprio alla vigilia, si infortuna e deve rinunciare alla grande occasione a cinque cerchi. Il difensore del Milan deve tornare quindi dagli USA in Italia, perché la mattina seguente sono in programma a Pavia degli accertamenti medici.

Scalo

È il pomeriggio del 17 luglio. Panucci si trova all’aeroporto di Newark (New York), dopo essere partito da Birmingham e aver fatto scalo a Cincinnati. C’è un primo problemino da risolvere: il giocatore deve farsi cambiare la destinazione del biglietto Alitalia da Roma a Milano. Ma il difensore non trova aiuto e così gli viene consigliato di salire ugualmente sul Jumbo della compagnia TWA verso Roma. Raggiungerà Milano dalla Capitale. Una circostanza scomoda, che non avrà fatto piacere al calciatore. Si verifica un secondo inconveniente, che si rivelerà decisivo per questa storia e per posticipare la partenza di qualche ora: Christian scopre lo smarrimento del proprio bagaglio e così si reca a denunciare il fatto alla compagnia aerea italiana. Infine, visti i ritardi accumulati, perde il primo viaggio disponibile e parte con il successivo Jumbo TWA rispetto a quello che avrebbe dovuto prendere in origine. Stavolta, Panucci la prende bene: arriverà infatti a Milano e non più a Roma.

La tragica scoperta

Il calciatore sbarca a Malpensa la mattina seguente, in tempo per recarsi ai propri impegni: consulto medico a Pavia, pianificazione dell’intervento chirurgico e saluto alla squadra, guidata all’epoca da Oscar Tabárez. La convalescenza vedrà Panucci in famiglia, a Savona. A quegli impegni, il ragazzo ci arriverà però profondamente scosso. Il motivo è presto detto: appena ha messo piede allo scalo milanese, nota alcune hostess della TWA disperate e in lacrime. Il Jumbo che avrebbe dovuto prendere Panucci è esploso in volo 12 minuti dopo il decollo e si è inabissato nell’Oceano Atlantico. Tutte decedute le 230 persone a bordo. Una tragedia dolorosa su cui è stata apposta l’etichetta “esplosione in volo da corto circuito”, anche se i fatti potrebbero non essersi svolti in questo modo come anche noi in Italia sappiamo bene…

Shock

Christian Panucci commenta alla stampa: “Mi sento un miracolato: avrei potuto davvero imbarcarmi su quell’aereo. Stavo per salirci, e ora non sarei qui a raccontarlo. Appena ho visto le hostess della TWA in lacrime, mi sono informato. Così sono venuto a conoscenza della tragedia. Ho sentito un tuffo al cuore: fino a un attimo prima non avevo fatto altro che pensare a quanto ero stato sfortunato a farmi male e a non poter vivere da protagonista il sogno dell’Olimpiade. Ma da quel momento non penso ad altro che alla fortuna di non essere salito su quell’aereo maledetto“.