La massima serie del campionato indiano di cricket, la Indian Premier League, non sarà trasmessa dalle televisioni afghane. Una nuova, netta censura annunciata dal regime dei talebani tocca lo sport, persino quello storicamente più popolare nel Paese e ancora una volta è una questione religiosa e morale la giustificazione adottata: o meglio, sono i “potenziali contenuti anti-islamici”, riguardanti ancora una volta i diritti delle donne, il nuovo bersaglio del neo nato Emirato Islamico.
La scelta dei talebani è stata raccontata dall’ex direttore dei media e giornalista dell’Afghanistan Cricket Board, Ibrahim Momand: “La televisione nazionale afghana non trasmetterà la IPL come d’abitudine, perché sarebbe stato vietato di seguire le partite di questa sera (domenica, ndr) in ragione di potenziali contenuti anti-islamici, ragazze che ballano e la presenza di donne con i capelli ‘vietati’ (sic) negli stadi da parte dell’Emirato Islamico dei Talebani”. Un altro giornalista ed ex portavoce del Ministero della Difesa, Fawad Aman, ha confermato: “È ridicolo: i Talebani hanno vietato la diffusione dell’IPL in Afghanistan. Hanno avvisato i media di non trasmettere il torneo a causa della presenza di ragazze che ballano e di pubblico femminile negli stadi”.
Una scelta adottata in questo senso anche se alcuni dei più importanti giocatori della Nazionale afghana di cricket (Rashid Khan, Mohammad nati e Mujeeb ur Rahman) giochino proprio nella massima serie indiana. Il regime dei talebani, che aveva promesso il riconoscimento dei diritti delle donne solo a parole, ritiene inammissibile trasmettere programmi che vadano contro la loro visione estremistica e offuscata dell’islam. Oltre ad aver imposto nuovamente il burqa, il nuovo governo sta impedendo alle donne di ottenere nuovamente le loro libertà civili, compresa la possibilità di vivere la socialità come accaduto negli ultimi 20 anni. Un discorso che vale anche per l’accesso al mondo dello sport, come confermato qualche settimana fa da Ahmadullah Wasiq, vice capo della commissione culturale dei talebani: lo sport, infatti, viene ritenuto “non necessario” per le donne, anche perché durante l’attività “potrebbero scoprire il volto e il corpo. L’Islam non permette che le donne siano viste così”. Poi, un’aggiunta quasi premonitrice: “Nell’era dei media ci saranno foto e video. E poi la gente guarderà così le donne”. Non solo le donne che praticano sport, ma anche quelle che lo guardano in condizioni di libertà negli stadi: di fatto, quello che gli afghani avrebbero trovato nelle proprie televisioni guardando l’Indian Premier League e altri campionati di cricket.
Intanto, i Talebani hanno comunicato in questi giorni un importante cambio nella dirigenza della Federazione cricket afghano: Hamid Shinwari è stato licenziato e al suo posto è stato scelto Naseebullah Haqqani, anche conosciuto come Naseeb Khan. Giovane e con un master in media e comunicazione, Khan rappresenterebbe la nuova generazione dei talebani, ancora messa in disparte dalla vecchia guardia ma destinata ad avere un importante voce in futuro: non a caso, è stato scelto un giovane e istruito per una Federazione importante in termini di consenso e che ora si pone come obiettivo la partecipazione della Nazionale alla prossima Coppa del Mondo. Sempre che la comunità internazionale non decida di fare pressioni sul nuovo regime anche attraverso il mondo dello sport.