Jimmy Greaves, straordinario cannoniere – tuttora il più grande realizzatore del massimo campionato inglese – degli anni ’50 e ’60, è scomparso oggi dopo una lunga lotta con i problemi di salute che ne hanno minato l’ultima epoca della sua esistenza. Ricordato anche in Italia per una brevissima parentesi al Milan, aveva 81 anni.
James “Jimmy” Greaves, classe 1940, è stato una delle stelle più luminose del campionato inglese. Con la casacca del Chelsea ha fatto immediatamente faville, a suon di gol: 124 in 157 partite con i londinesi, la bellezza di 41 in 40 match nella stagione 1960-61. Nel 1959 ha debuttato in Nazionale (segnando) e pure lì non ha pietà per alcun portiere, con un ruolino impressionante di 15 reti nelle prime 15 uscite in maglia bianca. Greaves è un centravanti fortissimo, non dispone certo del fisico del granatiere ma ha una familiarità fenomenale con la porta. Tanto che il calcio italiano, sensibile al talento straniero, si accorge di lui. Siamo nell’estate del 1961, lo ingaggia il Milan desideroso di rinverdire le gesta di un certo Nordahl al centro dell’attacco. Jimmy è un personaggio estroso, particolare, bizzoso e il suo carattere è conosciuto tanto quanto le sue abilità pedatorie. La storia con i rossoneri inizia già con il piede sbagliato, a causa della sua indecisione per la firma. Tutto questo viene riportato abbondantemente a mezzo stampa, tanto che prima del suo arrivo, quasi ci si è già stufati di lui. Alla fine l’affare si chiude per 80.000 sterline, circa 140 milioni di lire.
Firma segretamente con il Milan alcuni mesi in anticipo sulla nuova stagione (ad aprile), frenando a un certo punto perché aveva scoperto che gli offrivano lo stesso ricco salario in patria. Non solo: arrivato in Italia con la giovane e biondissima moglie, vorrebbe già andare via perché lei non si trova bene a Milano. Tra i motivi, la folta schiera di ammiratori che non le lasciano tregua… Greaves dovrebbe raggiungere i nuovi compagni in ritiro ad Asiago, però temporeggia perché la consorte è in dolce attesa. Gli viene concesso il permesso di tornare in Inghilterra per le ferie, dove la stampa locale sottolinea le stranezze di certi comportamenti da parte di Jimmy in questo trasferimento. Alla fine Nereo Rocco riesce ad accoglierlo in rossonero. Il sanguigno e diretto tecnico triestino, pur conscio del valore del giocatore, fiuta probabilmente puzza di problemi. Il primo intoppo riguarda la lingua. In seconda battuta le profonde differenze tra il calcio inglese e quello italiano, condizionato dall’attenzione tattica e la disciplina. Alla prova del campo il ventunenne si mise a fare ciò che gli riusciva meglio, ovvero segnare. Almeno quello…
9 gol in 10 presenze di Serie A, un bottino niente male. Greaves si rivela rigorista infallibile – 4 su 4 – rivaleggiando da subito nella classifica cannonieri con il viola Kurt Hamrin. Ma a parte le reti, il contorno dell’esperienza milanese si rivela fallimentare: l’inglese gioca di malavoglia, con supponenza, ogni due per tre vuole partire per Londra e si dimostra insofferente a tutto ciò che lo circonda. L’attaccante non si comporta bene da par suo, disertando allenamenti e abbandonando i ritiri della squadra. Come detto in precedenza, una situazione che provoca sui media un battage continuo su “l’indomabile Greaves”. Alla fine l’esperienza italiana della punta si esaurisce in 63 giorni, dall’esordio con il Lanerossi Vicenza il 27 agosto all’ultima apparizione contro la Fiorentina il 29 ottobre. Il centravanti firma per il Tottenham e ritorna in patria, per la cifra di 999.000 sterline. Il bello, per modo di dire, deve ancora arrivare…
Intervistato da The People, Greaves rilascia dichiarazioni piuttosto piccanti sull’avventura nel Bel Paese, senza lesinare dettagli. Il Milan lo avrebbe spiato e tenuto come “prigioniero”, sottoponendolo a controlli rigidi nella vita privata: salta fuori la perquisizione del proprio appartamento, accusa piuttosto grave, oltre al mancato pagamento dello stipendio da parte dei rossoneri. L’Inghilterra prende con le molle le affermazioni del giocatore, non nuovo a certe uscite e ben noto per comportamenti discutibili. A febbraio 1962, il presidente del Milan Andrea Rizzoli – accusato di sfruttare i periodici di sua proprietà per criticare Greaves – lo querela per diffamazione continuata a mezzo stampa, dopo aver ricevuto autorizzazione dalla FIFA. Una storia iniziata tra mille complicazioni e terminata nel peggiore dei modi, quella di Jimmy Greaves in Italia. Il quale si rifarà immediatamente a suon di gol in patria, per tutto il decennio, vincendo la Coppa Rimet con l’Inghilterra nel 1966 – non vissuta appieno a causa di un infortunio che apre le porte a Geoff Hurst – e ritirandosi nel 1971.
Avrà notevoli difficoltà in seguito, a causa dell’abuso di alcol e di investimenti economici fallimentari. Miglior realizzatore del campionato inglese di massima divisione (357 gol) prima dell’avvento della Premier League, Greaves è scomparso oggi a 81 anni, nella cittadina di Danbury, Essex. Superato un primo infarto nel 2012, un secondo tre anni più tardi lo aveva ridotto purtroppo su una sedia a rotelle, togliendogli la possibilità di parlare. Nel 2017 ha sposato nuovamente la sua Irene Barden, portata all’altare nel 1958 e da cui si era diviso temporaneamente nel 1977 all’apice dei problemi di alcolismo. Oltre alla fantastica familiarità con la porta avversaria, verrà ricordato per una fortunata partnership televisiva con Ian St John nel programma calcistico “Saint and Greavsie“, in onda su ITV tra il 1985 e il 1992. Proprio nel 2021 era stato nominato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico. Riposa in pace, bomber.