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La stagione del Torino del polemico Jurić deve (ri)partire dal gol di Pjaca

Grazie a un gol di Marko Pjaca il Torino si è imposto per 1-0 sul Sassuolo. La rete e la prestazione in generale al Mapei Stadium hanno un sapore liberatorio per la squadra di Ivan Jurić, alla prima vittoria contro un avversario all’altezza in questo inizio di campionato. Seppur piacevole, il 4-0 della terza giornata era arrivato di fronte alla Salernitana, la quale non ha ancora dimostrato di poter competere in questa Serie A.

LE POLEMICHE

Questa nuova avventura per Jurić era cominciata in mezzo alle polemiche: “La mia società ha preso la strada dell’austerity: tagliare costi in ogni modo, a prescindere dalla forza della squadra che è arrivata negli ultimi due anni a salvarsi all’ultima partita. È legittimo perché ha perso molti soldi negli ultimi anni, l’unico problema è che io e il mio staff non eravamo a conoscenza di questa austerity, di tagliare tutto e tutti, e così sono rimasto sorpreso nel modo di fare.

Con queste parole, l’allenatore croato qualche settimana fa aveva espresso il proprio disappunto su alcune scelte della società direttamente in conferenza stampa, mettendo quasi in ridicolo il club. Dichiarare certi retroscena può portare chi è esterno all’ambiente a pensare a un affiatamento molto sottile tra i vari gruppi che compongono il Torino Football Club.

UN MERCATO MAGRO, MA NON TROPPO…

Non è un segreto che negli ultimi tempi i granata abbiano faticato non poco sia in campo sia nelle finanze. Dopo l’ultima stagione disastrosa c’era bisogno di un cambio radicale tanto in panchina quanto nella rosa.

Nel primo settore non si poteva fare probabilmente meglio, perché i dirigenti hanno saputo convincere un allenatore di successo, almeno per quanto riguarda medio-bassa classifica, a lasciare un progetto ben rodato come quello dell’Hellas Verona per provare una nuova sfida. A quanto pare le promesse iniziali però non sono state mantenute, seppur le aspettative di Ivan Jurić, che già conosceva le situazione del Torino, non fossero cosi alte.

Cairo avrebbe quindi dovuto fare qualche sforzo in più per portare dei giocatori di qualità nel proprio club? No, perché a vestire la maglia granata sono arrivati comunque alcuni atleti funzionali e di prestigio, relativamente parlando, in prestito. Lo stesso Pjaca, salvatore del venerdì sera del tifoso torinese, è effettivamente un nuovo acquisto, prestato  dagli acerrimi rivali della Juventus.

Inoltre attualmente il Torino non si trova nella posizione di poter acquistare Lionel Messi o Cristiano Ronaldo, anche qualora ne avesse il potere economico. Il Toro non arriva da uno Scudetto vinto come l’Inter, che a sua volta si è dovuta ridimensionare, ma da una salvezza guadagnata quasi al fotofinish dopo un campionato disastroso.

Qualora Jurić volesse allenare calciatori stellari, dovrebbe forse cercare di mandare il proprio curriculum in altre aziende. Al Torino invece i giocatori sono quelli e un bravo allenatore deve saper tirare fuori il meglio da loro, come fatto contro un Sassuolo sulla carta più forte, che lo scorso anno ha sfiorato la qualificazione in Conference League.

IL SUCCESSO CONTRO IL SASSUOLO

Il risultato positivo non è arrivato in modo fortuito, ma anzi lo zampino di Jurić si è notato molto. L’asfissiante attesa durante le azioni offensive degli avversari ha mantenuto in bilico la partita decisa proprio alla fine da un tocco a giro, lieve e magico di Pjaca. I gol sarebbero potuti essere anche di più, se prima Bremer di testa non avesse centrato in pieno i guanti di Consigli o se Praet avesse avuto un po’ più di fortuna nell’azione in cui ha colpito un palo con un tiro da fuori area.

Le polemiche, che non sarebbero mai dovute esistere, ora a maggior ragione devono scomparire per lasciare posto al duro lavoro. Deve esserci una coordinazione perfetta tra dirigenza, tecnico e calciatori, perché solo collaborando si può andare lontano. Senza alibi il Torino ha così guadagnato i primi tre punti in casa con la Salernitana e ora ha convinto con un’idea di gioco ben chiara, dimostrando di sapersela cavare anche contro avversari più temibili.

Certo, non bisogna pensare che da adesso in poi il Toro non incontrerà nessun ostacolo fino a fine campionato. L’obiettivo resta sempre la salvezza tranquilla, non un posto nella terza competizione europea, malgrado la vittoria contro una probabile candidata alla qualificazione a tale torneo per il 2022. Ciò però dà fiducia, alleviando per il momento gli attriti del recente passato.