Due gemelli, molto dotati con il pallone tra i piedi, furoreggiano nei tornei giovanili emiliani a metà anni Ottanta. Finché qualche genitore avversario “fa la spia“, portando a galla la verità.
1986. 8 agosto 1986. L’agenzia Ansa pubblica una notizia sportiva molto curiosa. Non riguarda i grandi campioni del periodo, come Senna o Prost nell’automobilismo, oppure l’ultima impresa del giovane tennista tedesco Boris Becker. Si riferisce al calcio: però quello lontanissimo dagli stadi più importanti. L’argomento rimanda al movimento giovanile, nella fattispecie dell’Emilia Romagna. “Colpa”, se così si può dire, della famiglia Gheduzzi che in casa vanta una coppia legata da un amore viscerale verso il pallone.
LA PRIMA VERSIONE. I gemelli Massimo ed Emanuele, 12 anni, fanno furore nel campionato Esordienti. Con la maglia dell’US Gragnano, società del piacentino, spiccano per le loro abilità. I ragazzi portano un taglio di capelli molto corto, hanno gli occhi scuri e il sorriso sempre pronto. Tifano per l’Inter e in particolare per il loro idolo Karl-Heinz Rummenigge. Vista così, in fondo, sembra una storia come tante altre. Invece…
LA SCOPERTA. Invece accade che qualche genitore delle squadre avversarie si accorge ben presto che qualcosa non torna. La famiglia Gheduzzi è molto conosciuta. E così, si scopre che Massimo ed Emanuele sono in realtà Debora e Manuela! Due femminucce con il calcio nel sangue, che l’allenatore del Gragnano Luigi Platoni ha tesserato sotto falso nome per farle giocare. Con buona pace dei compagni di squadra a cui hanno di fatto “tolto il posto”, visto che la bravura delle gemelline viene riconosciuta da tutti. E pensare che qualche tempo prima anche Giovanni Trapattoni, allenatore dell’Inter, c’era caduto con tutte e due le scarpe dopo la segnalazione del portiere Malgioglio, piacentino. La notizia ha da subito eco sulla stampa dell’epoca.
QUESTIONE DI FAMIGLIA. Si scopre che ad avviarle al calcio non è stato Platoni, ma il fratello maggiore delle bambine Massimo che gioca negli allievi del Piacenza. Il DNA però non mente: la mamma di Deborah e Manuela Gheduzzi è infatti Enrica Colla, ex numero 10 della Nazionale azzurra al Mondiale 1970 in Messico. Papà Bruno ha giocato invece in Terza Categoria come portiere. Insomma, era destino che le ragazze si innamorassero del pallone. Manuela, mezzapunta, è alta un metro e 44, pesa 36 chili. Debora gioca come terzino, si ispira a Cabrini e tra le due è la più leggerina (1 metro e 42 per 33 chili). Devono interrompere la loro avventura tra i maschi dopo la scoperta della verità, ma non abbandonano il calcio.
OGGI. Nate l’11 luglio 1974, oggi hanno 47 anni e vivono a Piacenza. Vantano tuttora una tecnica invidiabile: scovate su Facebook, hanno pubblicato nell’agosto 2020 un video in cui palleggiano con classe immutata sia in piedi che a terra, con i complimenti nei commenti per una coppia intramontabile ancora riconosciuta ed apprezzata.
(Traccia sviluppata da: Ansa, 8 agosto 1986, comunicato d’agenzia; La Stampa, 8 agosto 1986, pagina 6; Il Corriere della Sera, 9 agosto 1986, pagina 16. Si ringrazia Nicola Adamu per il materiale fornito)