La stagione di Gianmarco Tamberi si arricchisce di un ultimo prestigioso tassello. Dopo l’oro olimpico di Tokyo 2020, l’atleta marchigiano si è aggiudicato la Diamond League nel salto in alto maschile diventando il primo italiano a conquistare il “Diamante” dell’atletica leggera. Nella finale disputata a Zurigo l’azzurro ha superato la quota di 2.34 (con due soli errori commessi nel corso della serata) superando i due diretti avversari Protsenko e Ivanyuk fermi a 2.30.
Nelle altre specialità doppia sconfitta per il canadese Andre De Grasse secondo sia nei 100 che nei 200 dove è stato preceduto rispettivamente dagli statunitensi Fred Kerley e Kenneth Bednarek. Armand Duplantis assoluto protagonista nell’asta, ma per il nuovo record del mondo a 6.19 bisogna nuovamente rimandare. Tobia Bocchi ha chiuso quarto nel triplo dove era necessario superare i 17 metri per ambire al podio. La giamaicana Elaine Thompson-Herah infine ha primeggiato invece nei 100 femminili.
Alla vigilia della gara di Zurigo Tamberi ha avuto modo di tornare a parlare della vittoria di Tokyo e di quanto è accaduto quella domenica nello stadio nipponico. “Non dovrebbe mai toccare all’atleta decidere il pari-merito” ha dichiarato l’azzurro, un pensiero che ci sentiamo di condividere. Il regolamento da questo punto di vista merita di essere più delineato ed evitare situazioni come quelle accadute, che da un lato hanno creato anche velate polemiche tra cui quella di una ex campionessa come la Isinbayeva. La vittoria ex-aequo è un evento previsto in alcuni sport, nello sci alpino per esempio abbiamo assistito a vittorie condivise da atlete arrivate con lo stesso tempo. La situazione che si era creata in quel momento era particolare, nel salto in alto uno spareggio non è di facile realizzazione e si corre pure il rischio di andare per le lunghe infliggendo agli atleti delle ulteriori fatiche e dei rischi eccessivi di infortuni; sia Tamberi che Bershim in passato sono stati protagonisti di problemi fisici importanti, una sconfitta olimpica con annesso un danno sarebbe stato il peggiore dei drammi sportivi. L’azzurro ha poi ricordato la pressione esercitata dall’imminente finale dei 100 metri. Il destino ha deciso così e Tamberi giustamente non si sente per nulla antisportivo nell’aver accettato questa scelta con il suo amico-avversario, il suo è un oro che vale come quello di qualsiasi altro atleta vincitore da questa edizione olimpica. Ora però è giusto che la federazione faccia le dovute modifiche: il regolamento deve prevedere una casistica chiara in caso di arrivo alla pari e tale decisione deve essere accettata senza problemi dagli atleti, sia in caso di spareggio che di vittoria a pari-merito.