Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.
Il 2020 è un anno che, purtroppo, rimarrà indelebile negli almanacchi della storia calcistica; è questo, infatti, l’anno nel quale la comunità del football e la società in generale si trovano a fronteggiare il Covid-19 per la prima volta. In Serie A, prima dell’arrivo della pandemia, il Campionato aveva parlato di una Lazio che con Simone Inzaghi in panchina sembrava poter lottare con la Juventus di Sarri per un incredibile affermazione in Campionato. Purtroppo, però, per guardare al Tricolore i biancocelesti non andarono oltre la Fase a Gironi di Europa League.
LA SQUADRA:LAZIO
Di stravolgimenti, in casa Lazio, se ne vedono pochi in estate stante la struttura ormai collaudata della compagine biancoceleste: quella di Basta, svincolato, è forse la partenza più dolorosa ma viene egregiamente compensata con l’acquisto di Lazzari dalla SPAL per circa 15 milioni di euro. In uscita, al netto degli esuberi non si registrano addii eccellenti mentre in ingresso tante sono le aspettative sullo slovacco Vavro (acquistato dall’FC Copenaghen) con Jony a sinistra che dovrebbe nelle intenzioni dare a Lulić la possibilità di tirare il fiato.
Da Strakosha a Immobile, passando per Milinković-Savić, Luis Alberto, Leiva, Acerbi e Radu la Lazio di Inzaghi è una macchina da corsa dagli ingranaggi oramai oliati a menadito; i biancocelesti partono in quarta travolgendo la Sampdoria a Marassi per poi pareggiare 1-1 con la Roma un derby ai punti meglio giocato dai biancocelesti. Sorprende, però, il k.o. di Ferrara alla 3/a giornata con la SPAL, proprio nel turno che anticipa l’esordio in Europa League.
GLI AVVERSARI: CELTIC GLASGOW, CLUJ, RENNES
Pur non essendo più una squadra di primo pelo in Champions League, il Celtic Glasgow rimane una squadra di blasone e storia fuori di ogni discussione. Nel 2019/2020 la panchina dei Bhoys è presieduta da Neil Lennon, subentrato in corsa nella stagione precedente a Brendan Rodgers volato al Leicester; il Celtic, capace di centrare il Treble domestico nella stagione precedente, in estate investe 7 milioni di euro per accaparrarsi i servigi in difesa di Greg Taylor dal Kilmarnock. Tra gli altri movimenti, gli acquisti di Bolingoli-Mbombo (3 milioni di euro al Rapid Vienna) e gli arrivi dalla Premier di Fraser in porta (dal Southampton), Frimpong in difesa (dal Manchester City) ed Elyounoussi sul fronte offensivo (sempre dal Southampton). Movimentato anche il fronte in uscita, tra tutte quelle di Tierney ceduto all’Arsenal per 25 milioni di euro, ma i biancorossi possono contare comunque su individualità come quella di Gordon in porta, Ntchatm a centrocampo e la stellina Édouard in attacco. Da Campione di Scozia in carica il club di Lennon parte per tentare la qualificazione alla Champions League, ma se Sarajevo e i lettoni del Nõmme Kalju vengono superati dai biancoverdi, nel Terzo Turno Preliminare i britannici sono curiosamente eliminati dal Cluj al termine di un doppio incontro folle: 1-1 in Romania, 3-4 per i romeni in Scozia. L’amara eliminazione costringe il Celtic a un playoff di Europa League facilmente superato contro gli svedesi dell’AIK Solna.
Campione nazionale nella stagione 2018/2019, il Cluj festeggia nella stagione successiva il repentino ritorno di Dan Petrescu; volato in Cina a valle dell’estate 2017/18 (chiusa con la vittoria in Campionato), Petrescu torna infatti a Cluj dopo un solo anno in Cina sostituendosi quindi a Iordănescu (comunque capace di confermare la squadra sul trono di Romania). Tra le individualità più interessanti nel roster dei romeni spiccano l’esperto estremo difensore lettone Aurlaskis in porta, e un fronte offensivo che annovera calibri come Deac, Omrani e l’ex-enfant prodige Lacina Traoré che proprio in maglia Cluj nel 2008 si era messo in mostra per la prima volta nel Vecchio Continente (e ne sanno qualcosa i tifosi della Roma). Come il Celtic, in quanto Campione Nazionale in Europa League il Cluj ci precipita dalla Champions League: dopo aver eliminato Astana, Maccabi Tel Aviv e (come anticipato) il Celtic i romeni si arrendono infatti allo Slavia Praga nell’ultimo turno prima della Fase a Gironi.
Il Rennes, invece, all’Europa partecipa in virtù del successo in Coppa di Francia della stagione 2018/2019. La compagine rossonera, guidata in panchina da Julien Stephan, vanta più di una vecchia conoscenza del nostro calcio tra le proprie fila: l’ex-romanista Steven N’Zonzi e M’Baye Niang per la precisione, a rimpolpare un roster nel quale comincia a mettersi in luce la stellina di Eduardo Camavinga
IL GIRONE
Testa di serie del raggruppamento E, sulla carta la Lazio di Inzaghi non ha preoccupazioni particolari in ottica qualificazione: pur volendo fare un po’ di turn-over, Cluj, Celtic Glasgow e Rennes infatti sembrano alla portata dei biancocelesti. Che non sarà una passeggiata, però, i ragazzi di Inzaghi se ne accorgono già il 19 settembre in Romania, alla prima recita del girone: a Cluj la Lazio domina in lungo e in largo per 45 minuti ma ha il demerito di non andare oltre il vantaggio di Bastos sugli sviluppi di calcio d’angolo. Il Cluj, fortunosamente, trova nel primo tempo il pari su rigore; nel secondo tempo la Lazio stacca la spina, e finisce per incassare un’incredibile sconfitta con un’altrettanto papera di Strakosha che legge malissimo un pallone in area e permette a Omrani di insaccare il 2-1 a un quarto d’ora dalla fine.
Girone alla portata, ma da non prendere assolutamente sottogamba; nell’altra partita del girone il Celtic impatta 1-1 in Francia con il Rennes. Nel 2/o turno del Girone i biancocelesti si riscattano piegando 2-1 in rimonta il Rennes, mentre vendicando l’eliminazione subita in Champions il Celtic liquida il Cluj 2-0 ad Hampden Park. Al giro di boa la Lazio vola in Scozia: la gara, però, è una fotocopia di quella in terra romena con la Lazio che si fa preferire nettamente agli scozzesi trovando anche il vantaggio con Lazzari, salvo poi però spegnersi alla distanza fino a incassare un pesante 1-2 griffato dalle firme di Christie e Jullien negli ultimi 20 minuti.
Prima della 4/a giornata, la classifica recita: Celtic 7, Cluj 6, Lazio 3, Rennes 1. Per la Lazio perdere di nuovo punti con gli scozzesi può risultare fatale. Lo scontro diretto è in programma il 7 novembre del 2019, allo Stadio Olimpico; ad eccezione di Lulić e Luis Alberto Inzaghi schiera la Lazio migliore, con Caicedo a far coppia con Immobile in un attacco da subito pesante. Nel Celtic Lennon opta per un 4-2-3-1 nel quale alle spalle di Edouard agiscono Elyounoussi, Christie e Forrest. 7 minuti e la Lazio è già in vantaggio: è Immobile a sbucare sul secondo palo su traversone di Lazzari riuscendo a bucare Forster illudendo i locali che la pratica sia in discesa. I locali, però, non affondano il colpo del 2-0 e alla prima occasione utile arriva il pari del Celtic: Vavro buca una chiusura con Forrest che può quindi controllare e freddare Strakosha dal lato corto di destra dell’area di rigore.
Nel secondo tempo ci si aspetta un assedio laziale, ma Forster trema per davvero solo su un destro di Immobile e un’inzuccata di Milinković-Savić; sempre più sbilanciata, la Lazio finisce per incassare in contropiede l’1-2 di Ntcham che, in ottica qualificazione, spinge sul baratro la Lazio. Il Cluj infatti supera 1-0 il Rennes, scrivendo questa classifica: Celtic 10, Cluj 9, Lazio 3, Rennes 1. Alla Lazio, serve una sorta di miracolo sportivo. Miracolo che, però, purtroppo non arriva: i ragazzi di Inzaghi superano 1-0 il Cluj tenendo aperto il discorso qualificazione aperto all’ultima giornata del girone, ma volano poi in Francia senza credere nel passaggio del turno e in casa di un Rennes senza pretese cadono 0-2 e salutano precocemente l’Europa.
…E POI?
Con una rosa evidentemente non adeguata a supportare la lotta su più fronti, la Lazio di Inzaghi molla dunque mentalmente l’Europa League andando incontro a un’eliminazione inattesa. In Campionato, però, i ragazzi di Inzaghi volano: la Lazio è una squadra bella e vincente, che al momento dello stop al Campionato imposto dal Covid-19 oltre ad aver virtualmente incamerato il 4/o posto che vale la Champions dà l’impressione di poter sfidare la Juventus di Maurizio Sarri in ottica Scudetto. L’impresa sarebbe storica, ma alla ripresa estiva del Campionato i biancocelesti non sono fisicamente più gli stessi: il forsennato calendario pandemico è insostenibile per i calciatori della Lazio, che perdono 5 delle ultime 12 partite e, con un pizzico di disappunto, finisco per arrendersi alla Juventus sarriana.
Qualificatosi ai Sedicesimi di Finale da 1/o del Girone, il Celtic Glasgow di Lennon però sbatte subito sull’FC Copenaghen: dopo il pari in terra scandinava gli scozzesi cedono 1-3 ai danesi incassando due reti nella porzione finale di match. I biancoverdi, però, mettono a segno ancora una volta il Treble interno: il Campionato non riprende dopo lo stop imposto dal Covid-19 ma premia comunque il Celtic capolista, che riesce anche a sorridere per le vittorie sui Rangers e gli Hearts nelle due Coppe nazionali.
Si limita al Campionato il Cluj, di nuovo Campione di Romania, ma i romeni hanno un sorteggio molto meno agevole ai Sedicesimi di Finale dove vengono abbinati al Siviglia: gli andalusi passano solamente in virtù dei gol in trasferta, dopo l’1-1 di Cluj seguito dallo 0-0 di Siviglia. Non ha, ovviamente, ambizioni di vittoria in patria il Rennes che, comunque, chiude con un ottimo 3/o posto in Ligue 1.
L’Europa League 2020 la alza al cielo il Siviglia, ma l’Italia questa volta arriva davvero a un passo dall’interrompere la maledizione abbattutasi sul Tricolore calcistico all’indomani del trionfo del Parma di Malesani: a soccombere in Finale, infatti, è l’Inter di Antonio Conte piegata 3-2 dagli andalusi. Al Siviglia si arrende anche la Roma di Paulo Fonseca agli Ottavi, mentre detto della Lazio il Torino di Mazzarri paga un abbinamento sfortunato ai playoff e già ad agosto si arrende al Wolwerhampton.
EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati