Gran Premio d’Ungheria, 11/a tappa del Mondiale di Formula 1 2021. Analizziamo quanto accaduto sul circuito dell’Hungaroring con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Esteban Ocon – Per fortuna, si ritrova in testa al Gran Premio dopo la carambola iniziale con Verstappen distanziato. Sempre per fortuna, Hamilton non cambia gomme alla nuova ripartenza tenendo le intermedie e finendo così in fondo al gruppo. Sempre per fortuna, ha un compagno di squadra come Fernando Alonso che rallenta per tre giri la rimonta di un Hamilton furioso, tre giri che risulteranno decisivi. Ma la sua prima vittoria in F1 (25 anni dopo Monaco 1996, Panis su Ligier, torna a vincere un pilota francese su macchina francese) non è stato frutto solo di fortuna. Perché tenere dietro per tutta la gara un mastino come Sebastian Vettel (bravissimo anche il tedesco, alla fine secondo) senza soffrire quasi mai, non è impresa da poco. Chapeau, Esteban.
Viaggia in 7/a marcia (bis), Sebastian Vettel – Per la gara e lo splendido secondo posto al volante dell’Aston Martin, vanificato poi dalla squalifica per la poca benzina rimasta nel serbatoio (per regolamento, dopo la gara deve rimanere almeno 1 litro, i commissari hanno riscontrato 0,3 litri). Ma, soprattutto, per la protesta nel pre-gara contro l’assurda legge anti LGBT voluta del premier ungherese Orban. Protesta legittima (Orban se ne faccia una ragione dell’esistenza della democrazia), che gli avrebbe pure potuto comportare una sanzione. Sanzione della quale il tedesco – parole sue – se ne sarebbe infischiato. Un grande.
Viaggia in 6/a marcia, Fernando Alonso – Quarant’anni, compiuti e non sentirli. Diciamo la verità, tutti abbiamo provato un pizzico di sana goduria quando Nando ha tenuto dietro Hamilton per quei tre giri risultati decisivi per la vittoria del compagno di squadra Ocon. Il talento non invecchia mai e nei circuiti che esaltano la guida, come l’Hungaroring, fa la differenza.
Viaggia in 5/a marcia, Lewis Hamilton – Tra i tanti record accumulati in carriera, l’inglese della Mercedes da ieri ne può vantare anche un altro: essere partito da solo in griglia di partenza in un Gran Premio. Questo a causa dell’errore del muretto della casa di Stoccarda che, durante la ripartenza della gara, non fa rientrare l’inglese per fargli montare le gomme medie ma lo lascia con le intermedie su pista oramai asciutta. Il risultato è che il cambio gomme avviene subito dopo un giro e Hamilton è costretto a ricostruire la gara. Alla fine, la potenza della vettura è talmente tale che, montando un treno di gomme medie nuove nel finale, riesce a risalire fino a un terzo posto, divenuto poi secondo causa squalifica di Vettel, che è sufficiente per riprendersi la vetta del Mondiale.
Viaggia in 4/a marcia, Carlos Sainz – L’errore commesso nelle qualifiche che lo fa partire dalla quindicesima casella viene riscattato la domenica con una gara di sostanza, agevolata dall’aver evitato la carambola iniziale. Purtroppo non può nulla contro lo scatenato Hamilton che nel finale gli nega il podio in pista, ma arriva quello a tavolino per la squalifica di Vettel.
Viaggia in 3/a marcia, Charles Leclerc – Manovra folle di Stroll e la gara del ferrarista termina dopo una curva. Davvero sfortunato il monegasco.
Viaggia in 2/a marcia, Max Verstappen – Puoi avere tutto il talento di questo mondo in Formula 1, ma se guidi una macchina profondamente danneggiata non puoi fare molto. L’olandese della Red Bull esce con le ossa rotte dalla carambola provocata da Bottas, ma con tenacia limita i danni. E chissà se i 2 punti ottenuti con il nono posto finale (grazie alla squalifica di Vettel) alla fine non possano rivelarsi determinanti per il Mondiale.
Viaggiano in 1/a marcia, Valtteri Bottas e Lance Stroll – I responsabili della “singolare” gara che si è vista ieri sul circuito dell’Hungaroring. Bottas sbaglia in pieno la frenata alla prima curva, colpisce Norris e di seguito quest’ultimo va su Pérez e Verstappen. Stroll entra in maniera inspiegabile su Leclerc, causando per entrambi il ritiro. La penalizzazione di 5 posizioni nella griglia del prossimo Gran Premio in Belgio è sacrosanta. E forse anche riduttiva.