Primo Piano

I Pionieri del Calcio – William Sudell e la sua battaglia per sdoganare il professionismo

Verso la fine dell’800, nonostante i propositi tradizionalisti dei suoi creatori, ancorati a una visione del calcio volutamente amatoriale, i tempi erano maturi per l’avvento del professionismo. Ormai in tutta la Gran Bretagna le squadre che partecipavano alla FA Cup si contendevano i giocatori più forti, offrendo loro qualche lauto compenso pur di vederli vestire la loro casacca. Era una pratica diffusa e solo i più ottusi e ferventi difensori del calcio vecchio stampo non se ne accorgevano. Oppure, come è più probabile, facevano finta di accorgersene. A tal proposito, vi raccontiamo la storia di William Sudell, il presidente del Preston North End che ebbe un ruolo fondamentale per il riconoscimento del professionismo.

Nato nel 1850 da un’altolocata famiglia di Preston, William Sudell si era interessato allo sport fin dai diciassette anni, unendosi alla polisportiva cittadina, il Preston Nelson Sport Club. Aveva praticato con profitto nuoto, ciclismo, rugby e cricket, e nel 1878 aveva giocato la sua prima partita di calcio. Invaghitosi di questo sport, in realtà non lo praticò se non per qualche altra partita. Ma divenne il presidente del Preston North End intorno al 1875, quando aveva appena venticinque anni. Nel 1880, sotto la sua gestione, la società avrebbe fatto una scelta ben precisa, dedicandosi unicamente al calcio.

Sudell fu uno dei primi presidenti a capire che le squadre, per migliorarsi, avrebbero dovuto pagare i loro calciatori. Nel 1883 partì per un viaggio in Scozia, con l’intento di ingaggiare i migliori prospetti scozzesi. Le regole dell’epoca vietavano espressamente questa pratica che in realtà molti ormai facevano, sottobanco. Nel 1884 il Preston North End vinse la sua partita di FA Cup contro Upton Park, ma gli avversari, sconfitti, protestarono chiedendo la vittoria a tavolino. Sudell decise di ritirare la squadra dal torneo e minacciò di costituire un’alternativa alla FA. Un’alternativa che concedesse alle affiliate di poter elargire denaro ai propri tesserati.

Il rischio di una scissione era imminente e venne scongiurato da un accordo, ottenuto sul filo di lana: i club potevano pagare i calciatori, ma solo quelli che erano nati o vivevano entro sei miglia dallo stadio di casa. Per Sudell era una vittoria, il riconoscimento, seppur parziale, delle tesi che stava esponendo da qualche anno. Con l’avvento del professionismo Sudell seppe, come si dice, cogliere l’occasione. Nel 1887 il Preston North End sfiorò la conquista della FA Cup (venne sconfitto in finale dal West Bromwich Albion). Ma qualche anno dopo si rifece con gli interessi.

Nel 1888/89, infatti, venne organizzata la Football League, il primo campionato inglese di calcio. E il Preston North End trionfò, mostrando il calcio più efficace tra le dodici squadre ammesse. Come se non bastasse, lo stesso anno vinse anche la FA Cup, ai danni del Wolverhampton Wanderers, riuscendo a conquistare un’incredibile doppietta campionato-coppa. Sotto la presidenza Sudell, durata fino al 1892, il Preston North End bissò il successo in Football League (1889/90) e collezionò due secondi posti alle spalle di Everton e Sunderland.

Dopo aver abbandonato la presidenza Sudell attraversò un periodo molto travagliato. Nel 1895 fu condannato per aver sottratto fondi nel cotonificio in cui lavorava. Una frode di più di 5.000 sterline che era stata architettata unicamente per risarcire i calciatori del Preston e che lo portò a una condanna a tre anni di carcere. Una volta scontata la pena, Sudell emigrò in Sud Africa. Qui svolse l’attività di giornalista e scrittore, divenendo uno dei massimi esperti in fatto di rugby. Morì nel 1911 a Cape Town a causa di una polmonite.