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ESCLUSIVA – Apeikin (FBSS): “Niente eventi UEFA in Bielorussia, faccio chiarezza. Vi spiego cosa subiscono qui gli atleti dissidenti”

La situazione dei diritti umani in Bielorussia continua a rimanere allarmante e, nonostante una maggiore attenzione da parte della politica europea e internazionale, sono ancora tante le vittime della repressione del regime di Lukashenko. Sono tanti anche gli atleti che hanno visto crollare le proprie carriere per le proprie idee politiche e, per questa ragione, è stata formata la Fondazione Bielorussa per la Solidarietà Sportiva, che si occupa da mesi di garantire tutela economica, burocratica e legale a numerosi sportivi. Abbiamo parlato in esclusiva della situazione degli atleti, in particolare dei calciatori, in Bielorussia con Aliaksandr Apeikin, presidente e direttore esecutivo dell’organizzazione. Siamo partiti da una questione divenuta piuttosto nota in Bielorussia, ma rimasta sconosciuta qui in Italia: l’annuncio dell’UEFA di cancellare tutti gli eventi previsti quest’anno nel Paese.

Cominciamo con un breve riassunto di quanto accaduto.

La Fondazione Bielorussa per la Solidarietà Sportiva (FBSS) aveva ricevuto una conferma da parte del Deputato Segretario Generale dell’UEFA Kevin Lamour che “nessuna competizione UEFA o altro evento avrebbe avuto luogo o avrà luogo in Bielorussia nel 2021 e, pertanto il Congresso dell’UEFA, gli Europei Under 19 Femminili e le finali di Futsal Champions League, teoricamente previste per quest’anno nel Paese, sono state cancellate o organizzate altrove”. A quel punto, come Fondazione abbiamo pubblicato il 18 giugno la notizia che tutte le competizioni calcistiche previste in Bielorussia non si sarebbero tenute.

E la stampa, da quanto mi risulta, ha cercato di capire quale tipo di competizioni intendesse Lamour…

Esatto, diversi media hanno addirittura cominciato a parlare di una squalifica delle squadre nazionali e dei club bielorussi nella partecipazione a gare internazionali. Il giorno dopo il portale russo Championat, che ha ricevuto una risposta direttamente dall’UEFA, ha negato che si stesse parlando di una cancellazione completa delle competizioni. La FBSS vuole sottolineare che l’informazione pubblicata era corretta, ma la stampa l’ha interpretata diversamente e ha aggiunto deliberatamente nelle esclusioni anche le gare delle coppe Europee e delle Nazionali sebbene, teoricamente, “nessuna competizione o altro evento” potrebbe essere interpretato in questo senso. Diciamo che quest’ampia interpretazione lascia un ampio margine di manovra per l’UEFA.

Dopo il caso relativo all’Allianz Arena, ora la Bielorussia: perché l’UEFA sembra sempre così riluttante nel difendere apertamente e nei fatti i diritti umani?

L’UEFA è una grande organizzazione, composta da differenti realtà con interessi diversi. Credo che per mantenere l’ordine interno, a volte sia necessario trovare dei compromessi su alcune questioni. L’UEFA è ben a conoscenza dell’attuale situazione sulle violazioni dei diritti umani in Bielorussia, ma la questione bielorussa nel mondo calcistico non è una priorità per loro. E sebbene l’UEFA sia pienamente consapevole della complessità della situazione in Bielorussia, bisogna anche considerare che sono stati fatti grossi investimenti nelle infrastrutture e progetti bielorussi e questo complica il processo decisionale. Abbiamo tutti visto quanto fossero inizialmente molto caute le istituzioni internazionali su questa situazione, quanto fossero accuratamente attenti nelle loro decisioni, e possiamo vedere come il Parlamento Europeo e la Commissione Europea si comportano verso ciò che sta accadendo nel nostro Paese, come i paesi europei ora si trovino d’accordo nelle loro posizioni. Alcuni Stati hanno subito portato avanti il proprio punto di vista, ma poi c’è stato un generale consolidamento del consenso sulla questione bielorussa. Stesso discorso vale negli sport. Ritengo possibile che l’UEFA farà specifiche dichiarazioni nell’immediato futuro.

Quanti calciatori, e atleti in generale, risultano attualmente detenuti o sono a rischio carcere per le loro idee?

La FBSS ha registrato 95 casi in cui i rappresentanti dell’ambito sportivo sono stati soggetti ad arresti e persecuzioni, 7 di questi sono stati riconosciuti come prigionieri politici. Ci sono almeno 105 casi di dimissioni di atleti, con molti altri costretti a lasciare il Paese. Vogliamo richiamare l’attenzione sul fatto che la situazione dei diritti umani nel Paese stia peggiorando sempre di più. Al momento, 36mila cittadini bielorussi sono stati repressi, sono state aperte più di 3mila investigazioni criminali contro manifestanti pacifici. Al momento, 515 persone in Bielorussia sono considerate come prigionieri politici, 5 di questi sono in sciopero della fame e 2 hanno provato a suicidarsi. Inoltre, più di 4644 persone sono state vittime di trattamenti brutali e torture, almeno 8 persone sono state uccise. Ma nessuna indagine sulle torture è stata aperta dalle autorità bielorusse. Di conseguenza, ogni giocatore è a rischio detenzione se si esprime un’opinione contraria alla propaganda in favore di Lukashenko. Per esempio, in questo Paese, puoi essere detenuto e punito per il solo fatto di avere le calze del colore sbagliato, in biancorosso (il colore della bandiera più volte vista sventolare da parte delle forze di opposizione e resistenza in Belarus, ndr).

Che novità ci sono su Ivulin, calciatore del Krumkachy arrestato per il (presunto) possesso di una bandiera biancorossa?

Ivulin ha davanti ancora 7 giorni prima di terminare i suoi 30 giorni di galera, durante la detenzione non gli è mai stato concesso un incontro con il suo avvocato. Antoly Lebedko, un politico bielorusso che si trovava nella stessa cella di Ivulin, ha descritto le condizioni della detenzione in prigione dopo il suo rilascio: celle affollate a dismisura con prigionieri politici all’interno, niente cuscini, materassi, al punto da dire che “la maggioranza dei prigionieri di guerra non sono mai stati trattati nel modo in cui alcuni bielorussi trattano gli altri”. Queste sono le condizioni in cui si trova ora Ivulin, mentre sconta la sua pena. Il suo club, tra l’altro, continua a subire evidenti discriminazioni da parte delle autorità calcistiche bielorusse per la sua posizione civica indipendente.

Come si stanno comportando le società professionistiche di calcio delle massime serie? Ci sono casi di giocatori che hanno perso il posto in squadra o hanno iniziato a giocare meno per le loro idee?

La Federcalcio bielorussa sta facendo enorme pressione sui giocatori e professionisti dello sport per le loro posizioni politiche. Per esempio, Ilya Shkurin, giocatore professionista bielorusso del CSKA Mosca, aveva rifiutato di giocare per l’Under 21 bielorussa in polemica con le atrocità che si commettevano nel Paese. Per punire il giocatore, la Federcalcio ha presentato una richiesta di squalifica del giocatore alla FIFA (respinta) e lo ha minacciato di arruolarlo nell’esercito non appena varcherà il confine bielorusso. Rastislau Shvel, un giocatore professionista tesserato con il Gorodeya, è stato incarcerato tre volte e condannato a detenzioni amministrative per aver partecipato a manifestazioni di protesta pacifiche. L’ultima volta, lo scorso 17 maggio, è stato condannato a 15 giorni di carcere, ma non è stato rilasciato ancora. È stato avviato un processo penale contro di lui per “attiva partecipazione in azioni di gruppo che violano gravemente l’ordine pubblico”. È attualmente riconosciuto come prigioniero politico.

Anche giocatori molto importanti nel Beach Soccer come Valery Makarevich, Ilya Savich, Ivan Miranovich, Denis Samsonov e Konstantin Magaletskyi hanno denunciato le violenze avvenute in Bielorussia e hanno firmato una lettera aperta della comunità sportiva bielorussa inviata poi alle autorità. Come conseguenza, sono stati esclusi dalla Nazionale di Beach Soccer e privati della possibilità di allenarsi. Anche Sergei Podalinski, giocatore di futsal, è stato incarcerato e condannato a 15 giorni di detenzione amministrativa sempre per partecipazione a manifestazioni pacifiche. Non gli è più stato permesso di giocare.

La Federcalcio bielorussa aveva costretto i calciatori bielorussi a firmare una lettera pro-governativa in supporto delle autorità. Alla luce della firma della lettera da parte dei loro club e per esprimere solidarietà alle persone represse, detenute, violentate e uccise dalle autorità, diversi fan club calcistici hanno annunciato il boicottaggio delle partite e del supporto attivo delle loro squadre.

Che tipo di protezione viene garantita dalla FBSS?

La Fondazione garantisce supporto economico, burocratico e legale agli atleti e professionisti bielorussi che sono stati licenziati, detenuti, privati di borse di studio ed esclusi dalle squadre, vittime di violenze fisiche e psicologiche per aver espresso le loro idee. Abbiamo anche il compito di garantire opportunità di allenamento per gli atleti professionisti e garantire la loro partecipazione in eventi sportivi qualora le autorità bielorusse li abbiano ingiustamente sospesi, di interagire con le organizzazioni internazionali e federazioni sportive sui diritti degli atleti. Il nostro obiettivo è quello di garantire che la carriera di nessun atleta sia influenzata.

Dalla sua formazione, la BSFF ha garantito supporto economico per più di 130mila euro agli atleti e professionisti bielorussi e assistenza per 115 individui che avevano fatto domanda. Abbiamo organizzato 6 campi di allenamento per permettere agli atleti di prepararsi per le Olimpiadi e altri eventi di rilievo, abbiamo anche organizzato e coperto i costi per la partecipazioni a 8 eventi di qualificazione alle Olimpiadi.