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EURO 2020 – La vittoria “allarmante” dell’Italia contro l’Austria

La prima partita da dentro o fuori dell’Italia della gestione Roberto Mancini ci ha regalato una vittoria per 2-1 sull’Austria. Gli ottavi però ora sono finiti, è ora di tirare le somme e pensare ai quarti, dove gli Azzurri affronteranno Portogallo o Belgio. E in vista di questo scontro più difficile dobbiamo partire dalle falle della squadra per prepararci meglio a ciò che ci aspetta.


Che davanti come avversario ci sia Cristiano Ronaldo o Romelu Lukaku, due conoscenze della Serie A, c’è bisogno di un ritorno urgente di Giorgio Chiellini. Nel Girone A è stato il migliore in difesa, perché ha amministrato la tutta la fase difensiva da vero direttore d’orchestra esperto quale è. Anche i pochi tentativi di attaccare di Turchia e Svizzera grazie a lui sono stati stroncati sempre sul nascere, non rischiando di fatto nulla.

FALLE DIFENSIVE

Non sono state poche le falle di Bonucci e Acerbi in ItaliaAustria. Basterebbe vedere l’occasione del gol annullato ad Arnautović, quando i due centrali hanno lasciato un buco nero in area degno di uno studio della NASA, per riassumere questa serata storta. Fortunatamente l’attaccante austriaco aveva un piede in posizione irregolare e il VAR lo ha segnalato, ma l’errore di Acerbi, libero in quel frangente da marcature, è abbastanza chiaro. Il difensore della Lazio avrebbe dovuto bloccare Arnautović.

Le statistiche però sembrerebbero quasi premiare Bonucci e Acerbi. Il primo con 2 intercettazioni e 6 palle lunghe servite agli attaccanti si è portato a casa un voto statistico di SofaScore pari a 7.0, mentre il secondo ha perfino preso 7.8 grazie a 4 intercettazioni e grazie all’assist “fortuito” a Pessina per il raddoppio.

UN ASSIST INUTILE

Tuttavia sono statistiche ingannevoli, perché leggendole con un occhio attento ci si accorge della poca precisione dell’Austria là davanti. In più occasioni avrebbero potuto approfittare della disorganizzazione italiana, sorprendendo in contropiede. Bonucci tra errori di marcatura sulle palle lunghe austriache ed errori tecnici, come il controllo sbagliato che ha favorito l’ennesimo infruttuoso contropiede avversario, ha ringraziato senza dubbio l’imprecisione dei ragazzi del tedesco Franco Foda.

L’assist di Francesco Acerbi nei tempi supplementari per il raddoppio invece può essere considerato quasi un rischio inutile. Il 2-0 di Matteo Pessina, entrato al posto di un nervoso Nicolò Barella, ha salvato l’Italia dalla beffa nel finale con il gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Saša Kalajdžić, che ha messo fine all’imbattibilità di Donnarumma a Euro 2020.

Il passaggio vincente di Acerbi, nonostante sia risultato alla fine utile, avrebbe potuto mettere a repentaglio l’1-0 sudato. Il centrale, così abituato nel proprio club a salire, si è ritrovato il pallone in area, servendo così Pessina davanti alla porta di Bachmann. Se però l’Austria avesse trovato gli spazi per un contropiede in quel momento, l’Italia si sarebbe ritrovata con un giocatore in meno in difesa. Siccome l’azione è andata a buon fine, si può anche perdonare questo rischio, ma non per questo non bisogna analizzarlo, visto che in altre partite potrebbe costare caro.

PERSEVERANZA SULLE FASCE

Contro le migliori squadre di Euro 2020 però non c’è solo da curare la difesa, ma anche l’attacco, non proprio impeccabile in questa sfida. La perseveranza sulle fasce ha portato i tre punti contro la Turchia, molto densa in area. In quel caso è bastata solo un’ampiezza maggiore di Berardi e Insigne per rovinare l’ordine turco. Contro l’Austria invece l’Italia ha dovuto aspettare l’imprevedibilità di Federico Chiesa.

Tra una rovesciata maldestra di Berardi e un tiro impreciso di Insigne di troppo, l’entrata di Chiesa ha portato in in paradiso gli Azzurri. Il cambio di gioco perfetto di Spinazzola, instancabile nelle sue corse continue sui 100 metri come fosse Bolt, è stato il prologo di una delle azioni più belle di Euro 2020, fino a qui.

Aiutandosi con gli arti superiori, Chiesa ha mantenuto il giusto equilibrio durante l’esecuzione. Il controllo di testa ha accolto il passaggio di Spinazzola in modo delicato. Il tocco leggero con la suola, quasi di giocatore di futsal, ha confuso il suo marcatore. Il tiro potente è stato il degno finale di un racconto breve, ma caratterizzato da una spannung continua.

E LE VIE CENTRALI?

Tutto questo però è arrivato durante i tempi supplementari, dopo tanti rischi e molte occasioni sprecate. Chiesa e la sua anarchia hanno spaccato la fascia destra, ma se non ci fosse stato lui come si sarebbe potuta comportare l’Italia davanti all’Austria? Roberto Mancini è sicuramente qualificato per valutare al meglio le tattiche in campo. Dietro a lui inoltre c’è uno staff competente per aiutarlo, ma è comunque lecito fare qualche supposizione.

Se le corsie laterali hanno un ruolo da protagonista in questa Italia, le vie centrali sono davvero troppo poco impiegate. A centrocampo ci sono grandi giocatori come Jorginho e Verratti, due geni dei passaggi chiave.

Tuttavia contro l’Austria, come in tutte le altre tre partite di Euro 2020, Jorginho si è limitato a fare il mediano davanti alla difesa. Forse la paura di subire in contropiede obbliga Mancini a tenere un uomo in più dietro, ma ciò non funziona granché. Il centrocampista del Chelsea ha sì fornito 102 passaggi, con una precisione del 92%, dettaglio non indifferente, ma a cosa sono serviti questi passaggi? A poco in termini realizzativi.

Attaccando con i centrocampisti, sia con un giro palla più veloce, sia con degli inserimenti in area di questi calciatori, aveva portato frutti succosi contro la Svizzera. Lo testimonia la doppietta di Manuel Locatelli, che non aveva mai segnato con la Nazionale prima di quel momento. Anche gli inserimenti di Pessina hanno giocato un ruolo importante in questi ottavi di Euro 2020.

I TIRI CHE FANNO PERDERE IL POSSESSO

La squadra si è ostinata a un certo punto a provare tanti tiri vista la densità creatasi in area. Immobile ha colpito la traversa da fuori, mentre Spinazzola a fine primo tempo ha trovato i guanti di Bachmann a difendere. Se Mancini avesse fatto più affidamento su Verratti e Jorginho, probabilmente qualche azione sarebbe risultata più pericolosa.

Contro le big, come Belgio e Portogallo, non bisogna assolutamente perdere il possesso tirando a raffica. Se ci si imbatte in un avversario capace di costruire in modo impeccabile dal basso (e di avversari così ce ne sono), si possono subire gol che partono da un rinvio del portiere. C’è quindi la necessità di ragionare di più, sfruttando la qualità dei centrocampisti nel giro palla. Ora dobbiamo lasciare la parola al campo.