La calciatrice del Crystal Palace Leigh Nicol denuncia Pornhub
Cosa può mai legare il calcio femminile a Pornhub, il più grande sito di porno al mondo? Una giocatrice, Leigh Nicol, e i suoi video finiti in rete. Ma andiamo per gradi.
Nei giorni scorsi la MindGeek, la holding della nota piattaforma online di materiale pornografico, ha ricevuto una denuncia, per danno di immagine e danni morali e materiali, da parte di 34 donne che hanno trovato pubblicati sul sito contenuti a sfondo sessuale senza il loro consenso. Tra queste 34 vittime figura anche la centrocampista 25enne del Crystal Palace Nicol Leigh, che ha visto finire in rete un video del 2014 che la riprende, poco più che diciottenne, coinvolta in un rapporto sessuale, video destinato a una fruizione privata e che, per colpa di un attacco hacker del 2019, è finito in streaming ed è diventato visionabile da tutti.
La calciatrice ha dovuto chiudere i suoi profili social perchè riconosciuta in giro grazie a quel video e quell’evento le ha cambiato per sempre l’esistenza: “Ha rovinato la mia vita, ha ucciso la mia personalità, ha prosciugato tutta la mia felicità. Ci sono voluti quasi due anni di vergogna, depressione, ansia, pensieri orrendi, pubblico imbarazzo e ne porto ancora le cicatrici“. Nicol afferma, inoltre, di aver spedito numerose emails a Pornhub chiedendo che fosse rimosso il materiale pornografico in cui lei era presente, ma di aver ricevuto solo risposte generate automaticamente: il materiale su di lei è stato tolto solo dopo che uno dei suoi video era diventato uno dei tre più popolari sulla piattaforma.
Pornhub ha rimosso il contenuto dalla piattaforma, ma questo non ha evitato che il materiale venisse scaricato e riuploadato ovunque su Internet e ora la mediana scozzese, insieme ad altre 33 donne, ha deciso di intraprendere un’azione legale di ben 179 pagine contro la creatura di MindGeek, che ha provato a difendersi: “Pornhub sta attualmente esaminando e indagando sulla denuncia presentata in California. Pornhub ha tolleranza zero per i contenuti illegali e indaga su qualsiasi reclamo o accusa fatta sui contenuti sulle nostre piattaforme. Stiamo risolutamente con tutte le vittime di abusi legati a Internet. Pornhub prende sul serio ogni reclamo riguardante l’abuso della sua piattaforma, compresi quelli dei querelanti in questo caso“.
La vicenda solleva per l’ennesima volta la questione della sicurezza dei dati informatici e di quanti danni possa fare un hackeraggio di dati sensibili: purtroppo in questo caso c’è anche la lentezza che ha contraddistinto Pornhub (che ci ha messo mesi a rispondere a Nicol) nel prendere decisioni in tal senso, lentezza che ha solo aggravato la situazione e che porterà molto probabilmente a delle conseguenze legali per il colosso americano.