Serena Toma Menotti vince la prima edizione al femminile di “One of us”
Si è svolta la gara finale di “One of Us“, il primo talent game digitale dedicato al calcio che quest’anno, grazie alla collaborazione con la Divisione Calcio Femminile, ha deciso di puntare sulle ragazze.
Dopo le selezioni online della prima fase che hanno coinvolto oltre 1000 ragazze che si sono sfidate a suon di challenge (che hanno raccolto il sostegno di migliaia di supporter interattivi nel giudicare i video delle performance caricati dalle giocatrici), sabato 19 giugno al Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia si sono presentate 60 ragazze scelte da una giuria di tecnici federali selezionati dalla Divisione Calcio Femminile sotto la supervisione del tecnico della Nazionale Under 19 Femminile Enrico Sbardella.
Le aspiranti calciatrici in mattinata si sono sfidate in un triangolare e da lì ne sono state scelte 22 che successivamente, nel pomeriggio, hanno giocato una gara finale 11 contro 11: in questa finale ha spiccato la 19enne Serena Toma Menotti, votata come migliore in campo e che è stata premiata come la vincitrice della manifestazione e ha ricevuto i complimenti direttamente dalla presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani: “Serena è stata bravissima, anche se le vorrei premiare tutte. Io so dove vorrebbe coronare il suo sogno del premio in palio, visto che è stata la mia prima domanda che ho rivolto a tutte le partecipanti durante il check in. Sarà quindi nostra cura definire nei prossimi giorni lo stage dopo essermi comunque confrontata con tutti Club di Serie A sulla base dei loro programmi estivi. Un grande ringraziamento va ad Enrico Sbardella e ai tecnici del Settore Giovanile Scolastico che si sono dedicati con professionalità a questa giornata finale del talent. La prima edizione di One of Us è stata un successo”.
Mantovani ha avuto poi parole di elogio per tutte le calciatrici che hanno partecipato alla manifestazione “One of us”: “Queste ragazze sono arrivate stamattina da tutte le parti d’Italia e hanno subito fatto gruppo con educazione e determinazione. Ascoltarle raccontarsi una ad una è stato forse ancora più emozionante di vederle giocare con il sorriso. Età diverse, esperienze diverse ma con una passione che le unisce e con alcuni aneddoti che meriteranno approfondimenti. Grazie a loro ci siamo avvicinati al territorio e alla nostra mission di abbattere le barriere culturali che hanno caratterizzato troppi dei loro percorsi di vita”.