Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.
La splendida cavalcata in Serie A nel Campionato 2014/2015 vale alla Lazio un potenziale accesso alla Fase a Gironi della Champions League dell’anno successivo: il 3/o posto finale, conquistato nello spareggio del San Paolo, costringe però i ragazzi di Stefano Pioli a passare per le forche caudine dei playoff. Forche nelle quali la Lazio rimarrà, purtroppo, impigliata arrendendosi al Bayer Leverkusen; da lì, l’inizio di una stagione complicata che, in Europa, culmina con un improvviso Eurotonfo all’Olimpico contro lo Sparta Praga, nel ritorno degli Ottavi di Finale dell’Europa League 2015/2016.
LA SQUADRA: LAZIO
3/o posto nella stagione precedente, dicevamo. Un posto Champions che la Lazio, con le unghie e con i denti, si prende vincendo lo spareggio del San Paolo alla 38/a giornata del Campionato precedente. Un ritorno in Champions potenziale che, però, non convince Lotito a fare spesa sul mercato sicché il rafforzamento della rosa guidata da Pioli è “low profile”: arrivano gli svincolati Patric e Hoedt in difesa (da Barcellona e AZ Alkmaar) oltre che il talento dannato Ravel Morrison arrivato a scadenza con il Cardiff. Mauri si lega nuovamente alla Lazio (si era svincolato al termine della stagione 2014/2015), mentre gli unici investimenti di un certo calibro dei biancocelesti sono a centrocampo dove vengono ingaggiati un giovanissimo Sergej Milinković-Savić (10 milioni di euro al Genk) e Ricardo Kishna (4 milioni all’Ajax).
Se per un verso il mercato in entrata è esiguo, lo stesso vale per le uscite; da Radu a Felipe Anderson, da Biglia a Klose, da Parolo a Keita, Pioli può quindi contare su tutti i principiali capisaldi della propria Lazio. La stagione, però, inizia malino: la Juve piega 2-0 i biancocelesti in Supercoppa, mentre i sogni Champions dei biancocelesti si spengono a fine agosto con il Bayer Leverkusen che guidato da un grande Çalhanoğlu piega 3-0 la Lazio alla BayArena dopo che Keita all’andata aveva illuso i ragazzi di Pioli. Anche in Campionato la Lazio non è la stessa della stagione precedente: clamorosi i k.o. per 4-0 a Verona con il Chievo e per 5-0 con il Napoli al San Paolo per i biancocelesti, che chiudono al 9/o posto il girone di andata. La situazione non migliora nel girone di ritorno, dove i ragazzi di Pioli racimolano due punti in tre partite con Frosinone, Sassuolo e Torino arrivando quindi 8/a alla sfida con lo Sparta Praga.
In Europa League i biancocelesti vi precipitano dalla Champions, come anticipato in precedenza. Il Girone G di Europa League, con Dnipro, Saint-Étienne e Rosenborg, è invece agevolmente vinto dai Capitolini: Seleznyov all’esordio gela al 94′ la Lazio imponendole l’1-1 in Ucraina, ma i ragazzi di Pioli centrano un filotto di quattro vittorie che portando in dote un primo posto in carrozza per il club di Claudio Lotito, che all’ultima giornata può permettersi un pari indolore in Francia. Da prima classificata la squadra di Pioli pesca il Galatasaray ai Sedicesimi: i turchi strappano un 1-1 alla Türk Telekom Arena, ma si arrendono 3-1 all’Olimpico lasciando strada alla Lazio che, negli Ottavi, si regala un’altra trasferta nell’est Europa.
L’AVVERSARIO: SPARTA PRAGA
Squadra più blasonata dell’attuale Repubblica Ceca, da indiscusso dominatore del proscenio locale lo Sparta Praga che nel 2016 affronta la Lazio ha dovuto fare i conti con il il ridimensionamento sportivo e tecnico cui si accompagnano al contempo le ascese di club come Slavia Praga e Viktoria Plzeň. Nel 2015/2016 il club della Capitale è guidato da Zdeněk Ščasný, subentrato a Vítězslav Lavička nell’aprile del 2015; la squadra, reduce dal 2/o posto in Campionato della stagione precedente saluta Josef Hušbauer e Pavel Kadeřábek diretti rispettivamente ai rivali cittadini dello Slavia (per poco più di mezzo milione di euro) e in Bundesliga all’Hoffenheim (per 3,5 milioni di euro).
La rosa a disposizione di Ščasný vede la porta affidata all’esperto David Bičík, mentre in difesa il talento di Jakub Brabec è quello probabilmente più fulgido ma non possono non balzare all’occhio il nome di rincalzi come quelli di Radoslav Kováč e dell’ex-meteora fiorentina Ondřej Mazuch. Il talento di Ladislav Krejčí, futuro bolognese, è uno dei più interessanti nel reparto offensivo e insieme a Bořek Dočkal è una valida arma sotto porta, senza contare il bomber David Lafata.
In patria i ragazzi di Ščasný partono fortissimo: lo Sparta perde per strada solamente due dei primi quindici punti disponibili in Campionato e, alla 10/a di Fortuna Liga, guida la graduatoria a 23 punti a braccetto con il Viktoria Plzeň. Le sconfitte con Slovan Liberec e nello scontro diretto allontanano però lo Sparta dalla vetta; nonostante il successivo filotto di successi dei granata il Viktoria Plzeň non molla la presa e alla vigilia della sfida tra Sparta e Lazio guida tre lunghezze di vantaggio, 50 contro 47.
Come per la Lazio il cammino europeo dello Sparta inizia in Champions League, dove i ragazzi di Ščasný si gettano via contro il CSKA Mosca nel Terzo Turno Preliminare: dopo il prezioso 2-2 centrato in Russia lo Sparta si porta sul 2-0 alla Generali Arena per i gol di Krejčí e Fatai nei primi quindici minuti, favoriti dalle dormite difensivi dei russi. Musa, però, a cavallo dei due tempi riporta in carreggiata i russi (con l’involontaria complicità del terzino sinistro locale Nhamoinesu in occasione del 2-2). L’inerzia della gara, anche per l’espulsione di Matějovský tra le fila dello Sparta, si sposta inesorabilmente dalla parte del CSKA che la zampata la piazza un quarto d’ora dalla fine con lo splendido destro di Dzagoev che capovolge partita e qualificazione in favore dei russi.
Retrocesso agli spareggi di Europa League, lo Sparta si sbarazza a fine agosto del Thun al termine di una doppia sfida nuovamente pirotecnica ma ben più sotto controllo: 3-1 in rimonta alla Generali Arena, 3-3 in Svizzera. Maiuscola la prestazione dei cechi nel girone K di Europa League, con Schalke 04, Asteras Tripolis e APOEL Nicosia: lo Sparta mette assieme 3 vittorie e 3 pareggi (di cui due con lo Schalke 04) prendendosi la qualificazione con una giornata di anticipo grazie al successo maturato alla 5/a tornata di gare per 1-0 sull’Asteras Tripolis. Ai Sedicesimi il sorteggio è sulla carta ostico per lo Sparta, che però si sbarazza nettamente del Krasnodar: i russi cadono 1-0 alla Generali Arena, e nel tentativo di rimonta crollano per 0-3 tra le mura amiche.
LA DOPPIA SFIDA
Alla Generali Arena, il 10 marzo del 2016, Pioli rinuncia a Klose, Candreva e Lulić ma la Lazio schiera un undici niente affatto male in Repubblica Ceca: Matri guida un attacco completato da Keita e Candreva, mentre a centrocampo Parolo è il portabandiera di una squadra che scende comunque in campo con Biglia e Radu tra gli altri. Nello Sparta è Lafata il pericolo pubblico numero uno, supportato da una batteria di trequartisti composta da Frýdek, Krejčí e Dočkal.
A Praga la partita è subito frizzante: Parolo si divora il vantaggio sponda Lazio, Lafata sfiora quello dello Sparta. Pochi minuti e i cechi però il gol lo trovano lo stesso, con bomber Lafata che arretra e vede l’inserimento di Frýdek che riempe lo spazio lasciato in area proprio da Lafata e scaglia con il destro una saetta concessa dalla marcatura troppo lasciva di Biševac. La Lazio, però, è viva e in partita e tiene bene il campo al cospetto dei ragazzi di Ščasný. Il meritato pari arriva sul finire di primo tempo: sugli sviluppi di corner è Parolo, in spaccata, a refertare un importantissimo gol in trasferta. I ragazzi di Pioli, nel secondo tempo, riescono a mettere la museruola allo Sparta Praga e azzerano i rischi corsi da Marchetti: unico neo della prestazione dei Capitolini è la scarsa verve nel cercare il gol del vantaggio che avrebbe il sapore di ipoteca sulla qualificazione, che gli ospiti sfiorano solamente in avvio di ripresa con la traversa timbrata da Candreva.
L’1-1 maturato in Repubblica Ceca, ad ogni modo, sembra essere un ottimo viatico per i Quarti di Finale. Sette giorni dopo, all’Olimpico, Pioli non può contare su Radu e Milinković-Savić: il tecnico dei Capitolini opta per un 4-2-3-1 nel quale Parolo e Biglia compongono la mediana, mentre Klose torna al centro dell’attacco e Lulić sostituisce Radu con Felipe Anderson ancora dalla panchina. Ščasný, invece, cambia il vestito del suo Sparta: non più un 4-2-3-1, ma un 3-5-2 nel quale Frýdek scala sulla corsia di sinistra e Juliš ruba a Lafata la maglia accanto a Krejčí in attacco.
Lo Sparta ha un modulo più abbottonato, ma il 3-5-2 di Ščasný è molto aggressivo sulla mediana dei biancocelesti che, di fatto, si trovano in un amen incredibilmente sotto 2-0: Zahustel sfonda sulla corsia di Lulić e crossa un pallone sul quale Biševac e Parolo rinviano maldestramente, permettendo a Krejčí di armare il sinistro di Dočkal che incenerisce Marchetti. Due minuti e lo Sparta, probabilmente, ipoteca la qualificazione: Juliš vince un rimpallo sempre sulla corsia di Lulić e mette in mezzo un pallone per Krejčí che, nell’inaccettabile immobilismo della difesa della Lazio, apre il compasso e infila all’angolino il gol del raddoppio. Il doppio gancio sveglia finalmente la Lazio, ma la frittata è fatta: i Capitolini attaccano a testa bassa trovando sulla propria strada un Bičík ispiratissimo che cala la saracinesca difronte agli attacchi dei laziali che, sul finire di primo tempo, vengono definitivamente sentenziati dal tris di Juliš.
La ripresa, tra i fischi dell’Olimpico, è un monologo della Lazio che più che riaprire il discorso qualificazione mira a salvare l’onore: ai Capitolini, infatti, servirebbero ora quattro reti. Bičík, in ogni caso, non fa concessione alcuna agli avanti di Pioli. Lo Sparta tiene il clamoroso 3-0, e stupendo addetti ai lavori e non vola ai Quarti di Finale tra i mugugni di un Olimpico inferocito con Claudio Lotito per una stagione iniziata con il sogno Champions League e terminata in maniera disastrosa.
….E POI?
In una stagione mano a mano sempre più disastrosa, il regno di Stefano Pioli a Formello ha vita inevitabilmente breve: un paio di settimane dopo lo 0-3 di Coppa la Lazio è demolita 4-1 dalla Roma nel derby che, di fatto, esonera l’allenatore emiliano. A Pioli subentra Simone Inzaghi, tecnico della Primavera, che nonostante un buon ruolino di marcia non riesce nell’immediato a portare i biancocelesti più su dell’8/o posto; la scelta di Inzaghi, però, si rivelerà azzeccatissima.
Archiviata la grande notte dell’Olimpico, lo Sparta Praga vola agli Ottavi dove però incrocia il suo destino con il Villarreal, che nel doppio confronto si rivela fuori portata per i cechi: il Submarino Amarillo si impone 2-1 al Madrigal e 4-2 alla Generali Arena. In patria, alla lunga, lo Sparta finisce per crollare al cospetto del Viktoria Plzeň: se prima della sfida con la Lazio solamente tre lughezze separavano le prime due forze del Campionato ceco, la sconfitta sul campo dello Slovácko e il 2-2 su quello de Bohemians fanno precipitare i granata a 8 punti di ritardo dalla capolista. Troppi i punti da colmare a cinque giornate dalla fine per uno Sparta che, inesorabilmente, getta la spugna: alla 26/a il Viktoria Plzeň fa suo 3-0 lo scontro diretto alla Generali Arena e, virtualmente, si prende il titolo di Repubblica Ceca.
L’Europa League 2015/2016 la vince il Siviglia di Emery, in Finale 3-1 contro il Liverpool di Jürgen Klopp liquidato 3-1 in rimonta dagli andalusi. La Lazio di Pioli, demolita agli Ottavi dallo Sparta, è comunque la squadra del contingente italiano a fare più strada tra Champions ed Europa League: nella seconda manifestazione per club del Vecchio Continente la Sampdoria si ferma addirittura in estate nei Preliminari con il Vojvodina, mentre il Napoli si arrende ai Sedicesimi al Villarreal unitamente alla Fiorentina travolta dal Tottenham all’inizio della Fase ad eliminazione diretta.
EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati