Milano intitola una strada al Gruppo Femminile Calcistico
Nel febbraio del 1933, in via Stoppani 12 a Milano, nacque il “Gruppo Femminile Calcistico“, il primo club di calcio femminile organizzato in Italia, composto da tredici ragazze, guidate da tre sorelle, Rosetta, Marta e Giovanna Boccalini, che era determinato a sfidare il regime fascista per giocare a calcio, visto che in quegli anni alle donne non era consentito praticare attività sportive che non fossero “femminili“.
Le ragazze, che scendevano in campo indossando delle sottane, l’11 giugno del 1933 giocarono una delle loro due storiche partite in via Filzi, dalle parti della Stazione Centrale, e l’entusiasmo attorno alla manifestazione fu tale che ne riportò la notizia anche il quotidiano dell’epoca “Calcio illustrato“, che pubblicò una pagina intera con le foto delle ragazze milanesi: l’iniziativa favorì la nascita di altre squadre composte da ragazze e i campioni dell’Inter andarono a fare loro visita, con Peppino Meazza che lasciò alle ragazze una sua foto con una dedica a matita sul retro.
Il C.O.N.I., che all’inizio, con la figura del suo presidente Leandro Arpinati, aveva dato il via libera al progetto (pur con qualche condizione), per evitare che il fenomeno prendesse piede, a quel punto impedì alle donne la possibilità di giocare non solo dei tornei ma soprattutto le singole gare, dirottando le calciatrici in vari sport atletici, e la squadra fu sciolta: l’eco di quel gesto di ribellione si è però tramandato fino ai giorni nostri, quando la giornalista Federica Seneghini del Corriere decide di raccontare la loro storia in un romanzo, “Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce“, e chiede che venga intitolata una strada di Milano a quella squadra di ragazze, iniziativa che trova una sponda nel sindaco Giuseppe Sala.
Ora quella promessa è diventata realtà: il Comune di Milano, proprio nell’anniversario della celebre gara in via Filzi, ha intitolato alle calciatrici del Gruppo Femminile Calcistico una via all’interno del Parco Sempione, dietro all’Arena Civica, e ha posto un totem per ricordarne la storia. Alla cerimonia hanno partecipato il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la consigliera comunale Anita Pirovano, promotrice dell’iniziativa in Consiglio Comunale, Elisabeth Spina di Milan Academy, l’ex calciatrice azzurra Ilaria Pasqui (responsabile del Settore Femminile Inter), la giornalista del Corriere della Sera, Federica Seneghini e Marco Giani che ha curato il saggio contenuto nella pubblicazione.
Questa targa è un segnale potente che arriva dopo decenni di discriminazione femminile nel mondo del calcio e dimostra come ormai il vento stia lentamente ma inesorabilmente (e aggiungerei finalmente) cambiando attorno al calcio femminile, complici anche gli sforzi compiuti dalle calciatrici, dalle squadre di calcio e dalla FIGC in questi ultimi anni. Ora manca solo l’ultimo tassello, il professionismo negli sport femminili, che potrà essere deliberato dalle Federazioni sportive nazionali entro il 2 marzo 2022 per poi diventare definitivo entro il 31 dicembre 2022 grazie al Decreto legislativo n.36 del 28 febbraio 2021. Sperando che il calcio femminile rimanga quell’oasi bellissima che è oggi e che non venga inquinato da logiche di potere o comportamenti che sono anni luce lontani dal suo mondo.