Gran Premio dell’Azerbaigian, 6/a tappa del Mondiale di Formula 1 2021. Analizziamo quanto accaduto sul mitico circuito di Baku con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, il circuito di Baku – Fernando Alonso non avrebbe potuto trovare parole migliori per descrivere il tracciato cittadino che si snoda nella splendida capitale dell’Azerbaigian, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO: un incrocio tra Monaco e Monza. In effetti, è proprio così: il circuito azero unisce le insidie dei muretti monegaschi con le punte di velocità del tracciato brianzolo. Ed è per questo motivo (ma non solo) che, seppur sono pochi anni che è apparso nel Circus, il Gran Premio d’Azerbaigian è già diventato un appuntamento irrinunciabile del Mondiale di Formula 1.
Viaggia in 6/a marcia, Sergio Pérez – Piano piano, Checo sta entrando in confidenza con la sua Red Bull, che in questo inizio di Mondiale è la vettura più performante del lotto. E quando sia Verstappen che Hamilton si prendono un Gran Premio “di pausa”, vincere la gara per il messicano diventa quasi una cosa naturale. Pérez, in aggiunta, ha dimostrato nervi solidissimi nella ripartenza della gara sprint in 2 giri, non lasciandosi assolutamente spaventare da Hamilton al suo fianco. Se fosse solo un pochino più brillante in qualifica, potrebbe addirittura pensare di impensierire i solito due.
Viaggia in 5/a marcia, Sebastian Vettel – Mai dare un quattro volte Campione del Mondo per finito troppo presto. Su un circuito per piloti veri, Vettel dapprima si costruisce un tesoretto di secondi rimanendo in pista con le gomme soft per quasi 20 giri. Poi, dopo la prima ripartenza a causa dell’incidente del compagno di squadra Stroll, infila la Ferrari di Vettel e, grazie agli incidenti occorsi a Verstappen e Hamilton, arpiona un secondo posto che rappresenta il primo podio per l’Aston Martin. Indomabile.
Viaggia in 4/a marcia, Pierre Gasly – Finalmente il pilota francese dell’Alpha Tauri riesce a raccogliere il massimo dal potenziale che esprime la sua vettura. Quarto in qualifica, si ritrova sul podio dopo l’errore di Hamilton alla ripartenza della gara sprint di 2 giri. Un podio che difende con le unghie e con i denti dall’attacco della Ferrari di Charles Leclerc e che quindi diventa ancor di più pienamente meritato.
Viaggia in 3/a marcia, la Ferrari – La pole position di Leclerc aveva un po’ illuso i tifosi, meno gli addetti ai lavori poiché era figlia di una scia che a Baku fa guadagnare almeno tre decimi. In gara, sia dal monegasco sia da Sainz però ci si aspettava un po’ di battaglia in più. Evidentemente, la Rossa non era in grado non solo di controbattere Mercedes e Red Bull, ma anche Aston Martin e Alpha Tauri.
Viaggia in 2/a marcia, Valtteri Bottas – Tanto fortunato è il suo compagno di squadra, tanto sfortunato è il finlandese della Mercedes. Anche se, oltre alla sfortuna, ci sta mettendo tanto di suo. Non si può spiegare solo con la sfortuna una gara anonima, con tanto di sorpassi umilianti da parte delle Alfa Romeo di e di Giovinazzi, con tutto il rispetto per le due vetture svizzere. Toto Wolff afferma che la Mercedes non appieda mai i piloti durante l’anno. Ma questo Bottas serve alla Mercedes?
Viaggiano in 1/a marcia, Max Verstappen e Lewis Hamilton – I due piloti in lotta per il Mondiale si annullano a vicenda sul tracciato di Baku. In maniera però totalmente diversa. Sfortunatissimo l’olandese della Red Bull, che vede esplodere la sua posteriore sinistra quando era in testa e si avviava a vincere. Clamoroso l’errore dell’inglese della Mercedes che, nella gara di due giri, rinuncia all’ipotesi di fare la formichina accontentandosi del secondo posto, ci prova alla prima curva a fare bottino pieno ma va lungo sbagliando a frenare e buttando punti preziosi nel water. Sono umani anche loro due, alla fine.