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Perché la Juventus dovrebbe riconfermare Pirlo?

L’eroe della Juventus di Pirlo contro l’Atalanta in finale di Coppa Italia è stato Dejan Kulusevski, uno dei più criticati durante questa stagione. La sua avventura fin qui è stata abbastanza altalenante, con qualche aspetto buono, ma in generale non soddisfacente. Può una partita molto buona salvare un anno intero? No, ma lo svedese è giovanissimo e potrebbe ancora scrivere un buon racconto nelle prossime pagine del poema della storia juventina.

Andrea Pirlo ha avuto un rendimento analogo a quello di Kulusevski nella nuova veste di allenatore. Due trofei di minor spessore, Supercoppa e Coppa Italia, non possono salvare una stagione da montagna russa. Del resto fino a ieri la Juventus macinava Scudetti e mirava alla Champions League con Cristiano Ronaldo. Oggi invece nemmeno la qualificazione a tale torneo è più sicura. Tuttavia Pirlo è ancora un allenatore giovanissimo e potrebbe ancora scrivere un buon racconto nelle prossime pagine del poema della storia juventina.


Non accadeva da prima della rinascita della Juventus contiana che i bianconeri rischiassero di non entrare più in Champions League. Questo sarebbe però un totale fallimento da parte di Andrea Pirlo? O da parte dei compagni di Kulusevski? Magari di Cristiano Ronaldo, tanto per citarne uno in maniera molto casuale?

Queste sono le domande che forse la dirigenza si sta ponendo in queste ore e che si porrà dopo la fine del campionato, in base alla qualificazione o meno alla Champions, come se si tirasse una una monetina per decidere il futuro. Croce: Pirlo rimane. Testa: alla ricerca furiosa di un nuovo allenatore, magari un apprendista con esperienza, come lo stesso ex centrocampista sarebbe dovuto essere.

Lo stesso Pavel Nedvěd ai microfoni di DAZN aveva dichiarato la permanenza del giovane tecnico italiano. E per il bene della Juventus i tifosi dovrebbero sperare che quest’idea non cambi anche dopo la 38esima giornata di Serie A. Andrea Pirlo ha comunque fatto il suo, vincendo già due trofei alla, di fatto, prima esperienza. E che esperienza! Su una panchina così scottante, senza neanche protezioni antiustione. Lui deve rimanere per affermare le proprie idee, mettere in piedi il proprio progetto e aiutare giocatori come Kulusevski a crescere anche dopo un mezzo fallimento.

La Coppa Italia non è stata alzata, ma era davvero così obbligatorio vincere? Andrea Agnelli dovrebbe essere tra quelli che predilige la programmazione, come si è visto con la Superlega. È meglio vincere oggi la Champions League per poi sprofondare? Oppure vincere a tutti i costi il campionato, giocando magari in maniera discutibile, per poi non progredire a livello di gioco? Maurizio Sarri era approdato a Torino proprio con questo intento, fallendo ma vincendo il campionato, ed è stato accantonato proprio per la mancanza di un vero gioco divertente.

Andrea Pirlo ha provato a implementare un calcio divertente, perdendosi anche malamente in certe partite, ma aggiungendo quello che mancava alla Juventus allegriniana e sarriana. Nulla da dire ad Allegri, maestro nel suo tipo di tattica. Ma alla lunga giocare in modo propositivo alla Pirlo potrebbe dare una spinta in più in Europa, non solo a livello di risultati in Champions, ma anche di audience. Vincere a volte al tifoso non basta e perciò bisogna saperlo stupire in altri modi.

Parlando in maniera anche più specifica, mettiamo gli occhi su Adrien Rabiot. Senza Pirlo non si sarebbe mai inserito nella Juventus come ha fatto. Quest’anno grazie all’allenatore il francese si è messo in gioco, facendo ricredere tanti che lo davano per spacciato. Ha disputato circa 1000 minuti (11 partite intere) in più rispetto allo scorso anno, quando Sarri non l’aveva lasciato correre come un “cavallo pazzo”. Allegri, appassionato di ippica, forse avrebbe potuto riconoscere le sue qualità, ma con i “forse” non si fa la storia.

Rabiot non è un regista tecnico, non è un incontrista, non è un fantasista a centrocampo. Probabilmente è tutto questo messo assieme e perciò è un valore in più aggiunto per risolvere partite complicate. Ma senza Pirlo parleremmo di lui come “ennesimo bidone d’oro” o solo del suo “ingaggio alto”, come se gestissimo i conti della società bianconera. Lo stesso potrebbe accadere anche con Kulusevski e restanti.

Le grandi vittorie non sono arrivate ancora, ma con un po’ più di tempo a Pirlo potrebbero arrivare e in quel momento la Juventus avrebbe tutte le carte in regola per cominciare un nuovo ciclo veramente interessante. Qualora la Juventus arrivasse quinta, il prossimo anno non giocherebbe in ogni caso la Champions, con o senza l’esonero del tecnico. Sarebbe perciò più intelligente prendere ciò che di buono si è costruito, farne tesoro e progettare con serenità la stagione.