Home » Pallone in Soffitta – Addio all’arbitro Puhl: remembering Pasadena

Pallone in Soffitta – Addio all’arbitro Puhl: remembering Pasadena

L’ex arbitro Sandor Puhl è morto oggi all’età di 65 anni. Ha diretto la finale del Mondiale 1994 tra Italia e Brasile, non l’unico incrocio con il calcio nostrano. Il magiaro è stato insignito del titolo di miglior fischietto mondiale per ben quattro volte.

Gomito

Oggi è scomparso in Ungheria Sandor Puhl, ex arbitro che il calcio italiano ha conosciuto per tre match memorabili. La strada del fischietto magiaro si è incrociata con quella della Nazionale azzurra nei quarti di finale di USA ’94, contro la Spagna. In quel match il direttore di gara non punì l’azzurro Mauro Tassotti, reo di aver colpito con una gomitata al viso l’iberico Luís Enrique. La condotta del difensore del Milan fu riconosciuta solo tramite i replay televisivi in un secondo momento, e fruttò allo stesso Tassotti una lunga squalifica, che mise fine di fatto alla sua carriera internazionale e gli appiccicò l’etichetta di “cattivo”.

Gloria

Puhl non fu tuttavia criticato dalla Spagna né sanzionato dalla Commissione Arbitrale FIFA, in quanto fu constatato che non avrebbe potuto vedere l’azione. Il ricordo principale legato all’Italia riconduce alla finalissima di Pasadena contro il Brasile, che vide gli azzurri di Sacchi mancare il titolo dopo una partita combattuta sotto il sole cocente protrattasi fino ai calci di rigore. In quello stesso 1994 Puhl fu nominato dall’IFFHS, l’Istituto di Storia e Statistica del calcio, quale miglior arbitro del mondo. Fu il primo di quattro successi di fila. Con la direzione di gara della finale iridata era diventato il primo ungherese di sempre.

Nel mito

Partecipò inoltre a Euro 1992 e 1996, oltre all’ultimo atto della Champions League 1996-97 tra Juventus e Borussia Dortmund, altra occasione clou in cui non girò bene al calcio italiano con la supervisione di Puhl. Ironia della sorte, aveva diretto le stesse squadre nella finale UEFA d’andata nel 1993, allora però favorevole ai bianconeri. Di lui viene ricordato anche un controverso arbitraggio durante Manchester United-Feijenoord, valido per la Champions League, che gli costò una sospensione per sei mesi e il Mondiale di Francia ’98. In seguito al ritiro nel 2000, divenne presidente della Federcalcio magiara fino al 2006 e poi collaborò come commentatore televisivo.