Aveva soltanto 16 quando, nel 2006, il calciatore allora 15enne Kiyan Prince venne assassinato all’uscita da scuola, accoltellato nel tentativo di difendere un compagno vittima degli insulti e i maltrattamenti dei bulli. Il ragazzo era ai tempi una promettente stella dei Queens Park Rangers e sognava un futuro da professionista. Con quel gesto, aveva dimostrato di essere un fenomeno in campo, ma anche un grande uomo nella vita, nonostante la giovane età: credeva nei propri valori ed era pronto a tutto per difenderli, anche per tutelare gli altri.
Quindici anni dopo, il ricordo di Prince è ancora vivo nel club inglese. Nel 2019, lo stadio è stato intitolato alla fondazione nata dopo la sua morte, la Kiyan Prince Foundation, fondata dal padre Mark (ex pugile internazionale) agli inizi del 2007 con l’obiettivo di contrastare gli omicidi e le altre forme di violenza giovanile, accrescere la consapevolezza e sensibilità soprattutto dei ragazzi e fare da contrasto a modelli di vita vicini a quelli di bulli e della cultura delle gang.
L’immagine di Prince è ancora talmente forte nella mente che FIFA 21 ha deciso di onorarlo, in occasione dell’anniversario della morte, facendolo “vivere” nuovamente: tra le fila dei QPR, infatti, è stato creato il suo alter ego virtuale, ricreando le sue caratteristiche di gioco attraverso i racconti di ex compagni di squadra e allenatori. È stato così utilizzato uno studio di effetti speciali chiamato Framestore, con l’aiuto della famiglia dell’ex calciatore e degli scienziati dell’Università di Bradford, e una combinazione di intelligenza artificiale e foto reali che hanno permesso di ricreare il suo volto come sarebbe oggi.
Prince, con la simbolica maglia numero 30 sulle spalle, resta quindi lì, visibile e utilizzabile per tutti. Non lo si conosce più per la sua morte, ma per quello che sa fare in campo, onorandone il talento che non abbiamo mai potuto conoscere nella realtà. Non solo, ma il club londinese ha deciso di inserirlo simbolicamente nella rosa della prossima stagione e tra i convocati per ogni gara. Come a ricordare a calciatori, staff e tifosi che Prince è sempre lì ed è riuscito a realizzare il suo sogno: diventare un giocatore professionista e simbolo della storia dei QPR.