L’Eibar è retrocesso dalla Liga dopo sette anni di permanenza
La crisi del settimo anno ha colpito l’Eibar. Il piccolo club basco, promosso per la prima volta in Liga nella stagione 2013/14, è retrocesso in Segunda División. Decisiva la sconfitta esterna (4-1) contro il Valencia, che rende a questo punto ininfluente l’ultimo turno, in casa contro il Barcellona. L’Eibar lascia la massima serie spagnola dopo sette anni, in cui si è tolto diverse soddisfazioni. Su tutte, il nono posto conquistato nel 2017/18, ulteriore miglioramento della decima posizione conseguita l’anno precedente.
Quello dell’Eibar è stato un vero e proprio miracolo sportivo. Nessuno si sarebbe immaginato che questa società avrebbe aperto un ciclo così lungo in Liga. Basti pensare che la città di Eibar conta solo 27.000 abitanti – Empoli, “Cenerentola” della prossima Serie A, ne ha 48.000 – e che il club non si era mai affacciato nel palcoscenico più importante prima del 2013. Merito di una politica oculata, senza troppi sforzi economici. E del sano ambiente della provincia, che non ha mai messo troppa pressione.
Lo stadio, Ipurua, 7.000 posti ma provvisto di licenza UEFA, è stato l’arma in più, quando le gare si giocavano ancora a porte aperte. Diventava un catino, grazie alle piccole dimensioni e alla sua conformazione “all’inglese”. Il non poter usufruire della cornice di pubblico è stato probabilmente decisivo, in questa annata culminata con la retrocessione. L’Eibar ha pagato come pochi l’assenza del suo pubblico, pronto quasi a scendere in campo con i suoi beniamini.
Non a caso le parole del tecnico Mendilibar denotano rammarico, proprio per non aver potuto giocare con la spinta dei propri sostenitori: “Retrocessione? Non è stata una buona stagione ed è per questo che siamo dove siamo. Abbiamo fatto un grande sforzo, ma molte cose si sono verificate. Dal crollo di Zaldibar, prima della pandemia, quando abbiamo iniziato a giocare senza il pubblico, le cose non sono andate molto bene. Abbiamo superato la stagione con un sacco di duro lavoro e quest’anno non è stato possibile. La situazione non ci aiuta affatto. Ipurua è piccola, ma il fatto che sia pieno ci aiuta. Si è notato perché abbiamo vinto due partite e questo ci ha fatto molto male. Ci sono mancati quei punti che prendevamo a Ipurua per uscire dalla zona calda”.
E adesso? Adesso l’Eibar ripartirà dalla B spagnola. Con gli stessi principi di sempre, perché l’appartenenza viene prima di tutto, e sappiamo bene quanto i baschi siano un popolo tenace e attaccato a certi valori. L’obiettivo è quello di tornare il più presto possibile in Liga. Perché l’Eibar ha dimostrato che con la programmazione e la determinazione tutto è possibile. Anche affrontare un campionato così difficile, se ti chiami Eibar, diventa un’avventura che spesso ha un lieto fine.
Siete años después, nos han despertado del sueño.
No importa el dolor de la caída, porque nos levantaremos y seguiremos adelante.
Es momento de seguir construyendo el futuro, #DenokBatera.
Porque… ¡VOLVEREMOS! 💙❤️ pic.twitter.com/MfOkyJQv6g
— SD Eibar (@SDEibar) May 16, 2021