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La Lavazza starebbe facendo pressione sull’Arsenal per le parole di supporto di Elneny verso la Palestina

Mentre gli scontri proseguono in maniera drammatica in Medio Oriente, con un numero crescente di morti (si parla già di centinaia di morti dalle prime offensive, con decine di bambini rimasti vittime negli attacchi), feriti e danni sopratutto nella Striscia di Gaza e Cisgiordania, la questione israelo palestinese è tornata a essere al centro dei dibattiti anche nel mondo dello sport. I messaggi di supporto da parte di atleti e sportivi non sono mancati e in questi giorni anche il centrocampista dell’Arsenal Mohamed Elneny ha pubblicato su Twitter un post di cordoglio e vicinanza al popolo palestinese: “My heart my soul, my support for you Palestine”.

Un messaggio di solidarietà semplice, diventato subito virale anche grazie alla popolarità del calciatore sui social, ma che ora è stato cancellato e l’impressione generale è che la ragione sia dovuta alle pressioni esterne ricevute dall’egiziano. Secondo quanto riportato dal The JC e poi dal Mirror, una prima fonte di critiche sarebbe arrivata da una parte della tifoseria ebrea dei Gunners, che avrebbero criticato le parole di Elneny perché accompagnate anche a un’immagine associata al movimento “Palestine Lives Matter”.

Non solo, ma un importante sponsor dell’Arsenal come la Lavazza si sarebbe già fatto sentire con la dirigenza dei Gunners per avere “immediati contatti”. E ille parole dell’azienda sarebbero significative: “Ci metteremo immediatamente in contatto con l’Arsenal per rimarcare le nostre preoccupazioni sul fatto che il club sia associato a tale messaggio. Il contenuto di tale post non è assolutamente allineato con i valori della nostra compagnia. Il Gruppo Lavazza è totalmente impegnato nella lotta al razzismo e all’antisemitismo”.

All’appello di Tal Ofer, parte del Board of Deputies of British Jews, non hanno tuttavia risposto altri sponsor, come l’Adidas ma, sempre secondo il Mirror, il rappresentante si sarebbe addirittura rivolto alla Football Association per sospendere il giocatore per le sue azioni. L’Arsenal, per il momento, avrebbe fatto sapere al The JC di difendere la libertà di espressione dei propri tesserati sulle piattaforme social, ma che “sta parlando con Mo per fargli comprendere le più ampie implicazioni del post pubblicato”.

Difficile, obiettivamente, ritrovare tracce di razzismo o antisemitismo nelle parole e immagini pubblicate da Elneny, ma anche capire cosa intenda Lavazza per “propri valori”. Un appello di sostegno a una popolazione che sta vivendo giorni di nuove, enormi sofferenze è e deve rimanere un sacrosanto diritto nell’ambito della libertà d’espressione, a maggior ragione in una questione intricata, complessa, impossibile da risolvere in logiche di “giusto” o “sbagliato”, se non nelle logiche di garanzia del rispetto dei diritti umani, come quella israelo-palestinese. Può davvero il Gruppo Lavazza decidere di utilizzare il proprio peso economico nei bilanci dell’Arsenal, sotto pressione da specifici gruppi di pressione, per decidere cosa deve o non deve pubblicare un calciatore?

Elneny ha tutta la legittimità di esprimere liberamente il proprio pensiero, laddove rispettoso degli altri e dei diritti umani. E le conseguenze devono rimanere al massimo nell’ambito della popolarità personale, inevitabilmente oggetto di discussione in queste ore anche alla luce di diversi commenti critici che si possono leggere sotto il tweet. Ma il dibattito deve rimanere vivo, esplicarsi nella sua complessità, essere in grado di tenere accesa una luce su quello che sta accadendo. La logica dei calciatori ridotti a meri sportivi che devono pensare soltanto ad allenarsi e giocare dovrebbe essere ormai antiquata, oltre che fastidiosamente debole. E questo, qualsiasi sponsor, società sportiva o gruppo di pressione, prima o poi, dovrà accettarlo.