In Primo Piano

Inter, non è tutto oro quel che luccica, nemmeno l’ultimo trofeo

Non è tutto oro quel che luccica” è la sintesi perfetta per il clima interista di questa stagione, fatta di alti e bassi. L’Inter di Antonio Conte è matematicamente campione d’Italia, come sappiamo, ma siamo sicuri che l’Inter sia esente da problemi? La notte di fuoco post-Roma è solo l’ultimo episodio negativo nerazzurro.

PROBLEMA CON LAUTARO

La vittoria contro la Roma ha lasciato altre due polemiche nello spogliatoio, le lamentele di Lautaro dopo la sostituzione e la festa clandestina di Lukaku. L’argentino ha chiesto scusa, pagando una grigliata a tutta la squadra. Però non è abbastanza, perché il messaggio che passa è quello che bastino un po’ di scuse e un paio di costine per lasciarsi tutto alle spalle. C’è bisogno di un intervento duro e mirato della società, spesso assente e asettica.

Conte ha voluto preservare le sue energie, in vista della gara contro la Juventus, poco importante per la classifica, ma fondamentale per mostrare impegno ai tifosi fino in fondo. Tuttavia sono scivoloni che possono inutilmente provocare pressioni mediatiche, perciò è urgente mobilizzarsi per prevenire questi eventi spiacevoli. Un giocatore vorrebbe sempre giocare, ma a volte ha bisogno anche di riposarsi per dare il meglio.

PROBLEMA CON LUKAKU

Un atleta ha bisogno di riposarsi anche durante la notte, invece di uscire in giro per Milano in tempi di Coronavirus. I carabinieri si sono presentati alle 3 di notte in una sala eventi della città lombarda questo giovedì (13 maggio), dove 23 persone stavano festeggiando per il 28esimo compleanno di Lukaku. Oltre al festeggiato, c’erano alla festa Hakimi, Perišić e Young.


L’entourage del calciatore ha difeso Lukaku dichiarando che il belga sarebbe uscito assieme ai suoi amici in occasione del compleanno, ma che non avrebbe organizzato la festa. Poco cambia, perché il coprifuoco delle 22 è stato comunque infranto. Anche qui basteranno scuse e grigliata per cancellare questi errori o l’Inter, assieme alla Legge, si deciderà di punire il fatto?

Qualora non arrivasse una punizione, il club nerazzurro darebbe uno schiaffo sociale a ogni italiano che ha perso un caro durante questi mesi difficili, a ogni persona che si è impegnata a proteggersi e a proteggere gli altri. Vincere uno Scudetto, essere un beniamino di una squadra non autorizza un calciatore a infischiarsene delle regole, ma anzi dovrebbe dare il buon esempio, a maggior ragione. In questo modo si giustificano le scene di assembramenti in Piazza Duomo dopo la matematica vittoria del campionato.

Multare questi atleti e far capire a loro che hanno sbagliato, sarebbe anche una delle poche prese di posizione ben chiare e costruttive da parte di Steven Zhang e gli altri dirigenti, alle prese con i problemi finanziari e agli stipendi arretrati. Nel caso delle mensilità non pagate la presidenza dell’Inter non ha finora cooperato con i giocatori, rimanendo ogni volta sempre distaccata dal campo. Una società lontana ha fatto sì che i risultati fino a metà stagione non fossero dei migliori.

PROBLEMA CON CONTE

Antonio Conte sembrava lontano dall’Inter dopo la debacle ai gironi di Champions League. Se non fosse stato per lo stesso allenatore, per la sua tenacia nel fare gruppo e mantenerlo unito, gli interisti oggi avrebbero poco da festeggiare. Fosse dipeso dalla società, probabilmente e in base a ciò che si vede da fuori, la squadra non avrebbe trionfato alla fine in campionato.

Ovviamente, come detto, questa tesi si basa sull’immagine che gli esterni al club hanno. Però anche qui c’è una grandissima colpa dei dirigenti e di Zhang nel trasmettere un’onda negativa al di fuori. Non serve per forza un pugno duro, ma una maggior cooperazione tra i vari reparti per crescere in modo migliore e prevenire questi questi brutti atteggiamenti, dove il pugno duro è necessario per non perdere il controllo.

MANCANZA DI DIALOGO

Abbiamo una rosa troppo corta e risicata. Ci mancavano quattro elementi e per noi in questo momento, giocare senza quattro giocatori pesa tanto. L’Atalanta fa dell’intensità il suo marchio di fabbrica, abbiamo fatto il possibile” dichiarava Conte a gennaio dopo un pareggio con l’Atalanta.

Da quel momento, dopo un confronto segreto con Marotta e il presidente, il tecnico è cambiato radicalmente, ma solo temporaneamente. Si teme che a fine stagione Conte se ne vada, vista la poca flessibilità dimostrata dai piani alti. Ed è quello che è successo con i giocatori, impegnatisi solo per obbligo professionale e non per vera dedizione al lavoro. I problemi finanziari si sono manifestati in tutti club del mondo durante la pandemia, ma grazie ad accordi interni le varie situazioni si sono risolte per il meglio.

L’Inter invece sta tentando di convincere i propri dipendenti a rinunciare a due mensilità, oltre che ai premi Scudetto, senza compromessi. I calciatori hanno deciso di togliere la mano dai bonus per dare un po’ di respiro alla proprietà, ma ovviamente non possono lasciare al club altri soldi che spettano a loro di diritto.

COSA FARE ORA?

La soluzione sta nel dialogo, non solo negli affronti a muso duro, nelle multe, che comunque giustamente arriveranno, e nelle dichiarazioni “alla Conte” davanti ai media. Il calcio ad alti livelli è anche spettacolo, perciò nolenti o volenti l’immagine è fondamentale. Potrebbe essere che le tesi pessimistiche sull’Inter siano fantasiose, ma il clima che i nerazzurri fanno trasparire è tutt’altro che roseo.

Il primo trofeo luccicante della gestione Suning è arrivato, quello della Serie A, e perciò si potrebbe iniziare a riprogrammare una nuova era, senza pressioni da parte dei tifosi, accontentati con una vittoria dopo 10 anni. Ora c’è bisogno di un po’ di serenità e dialogo per lavorare meglio di com’è stato fatto finora.