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EUROTONFI – #26: Plzeň a tutta birra, che tonfo per l’EuroNapoli

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Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale. 

Difficile il rapporto tra l’Europa League e il Napoli di Aurelio De Laurentiis: spesso non attrezzato di rose particolarmente lunghe, il club partenopeo è andato frequentemente incontro ad eliminazioni precoci rispetto alle proprie possibilità, perlomeno nella sua versione “titolare”. Spesso spinto (o spintosi) a scegliere il Campionato a scapito della seconda competizione europea per club, il Napoli ha frequentemente ceduto il passo a squadre che però avevano un certo lignaggio: Porto, Villarreal, Arsenal e Lipsia per citarne alcune. Assurge però a tutti gli effetti al rango di Eurotonfo l’eliminazione del 2013 ai Sedicesimi di Europa League, quando i ragazzi di Walter Mazzarri furono letteralmente stracciati dal non irresistibile Viktoria Plzeň.

LA SQUADRA: NAPOLI
La stagione 2012/2013 è la quarta (terza dall’inizio) di Walter Mazzarri alle pendici del Vesuvio. Gli Azzurri sono riconosciuti da addetti ai lavori e non come l’anti-Juve, trovandosi quindi come negli Anni ’80 a contendere alla Vecchia Signora il trono più prestigioso dello Stivale. Da una parte i bianconeri di Antonio Conte, rigenerati dall’avvento in panchina del proprio ex-leader e capitano; nel Napoli gli uomini copertina sono Marek Hamšík e il Matador Edinson Cavani, anche perché le ottime stagioni partenopee valgono al Pocho Lavezzi la chiamata del Paris Saint-Germain.

Sul mercato, a fronte dell’addio di Lavezzi, si punta fondamentalmente a puntellare la rosa: dalla Fiorentina arrivano Gamberini in difesa e Behrami in mediana, così come Mesto dopo l’ottimo Campionato a Genova rappresenta una valida alternativa a Maggio ed El Kaddouri riveste il ruolo di un utile jolly di centrocampo. Dopo l’entusiasmante stagione al Pescara con Zeman torna alla base Lorenzo Insigne, mentre viene riscattato anche Goran Pandev dall’Inter; in uscita, detto di Lavezzi, saluta la compagnia anche Walter Garagano (che veste il neroazzurro milanese).

In Campionato l’avvio di stagione degli Azzurri è perentorio: i partenopei nelle prime 6 giornate di Campionato perdono punti solamente nello spostamento dalle pendici del Vesuvio a quelle dell’Etna, dove incappano in uno 0-0 sull’ostico campo del Catania. Alla 7/a di Campionato l’hype è altissimo per Juventus-Napoli, appaiate a 16 punti in classifica; la gara è caricata di veleni anche per gli strascichi della Supercoppa, che in estate aveva visto trionfare 4-2 i bianconeri in una gara ricca di polemiche. La partita è vibrante, tesa, decisa nel finale di gara: un’inzuccata di Cáceres a 10 minuti dalla fine regala il vantaggio alla Juventus, che blinda tre punti di platino due minuti dopo con la prima, splendida, rete di Pogba in maglia Juve.

La Juve si prende i tre punti, ma le due squadre viaggiano a strettissimo contatto per tutto l’autunno protraendo il testa a testa fino al turno che precede San Valentino; è qui, infatti, che il Napoli comincia ad accusare qualche passaggio a vuoto che si rivelerà fatale per le proprie velleità di Tricolore. Il periodo di affannamento Azzurro, purtroppo, coincide proprio con l’apertura della Fase ad eliminazione diretta di Europa League che i ragazzi di Mazzarri inaugurano ospitando il Viktoria Plzeň.

L’EuroNapoli, già nel girone, si disimpegna in maniera poco convincente. Dopo il playoff superato agevolmente con gli svedesi dell’Elfsborg l’urna dell’UEFA regala un girone da non prendere sottogamba al Napoli, inserito nello stesso gruppo di PSV Eindhoven, Dnipro e AIK Solna. Dopo aver vinto facilmente con gli svedesi dell’AIK i ragazzi di Mazzarri vengono travolti 3-0 al Philips Stadion dal PSV (che va in gol anche con Dries Mertens), incassando un netto k.o. anche in Ucraina contro il Dnipro che si impone 3-1: a metà del guado guida il Dnipro a punteggio pieno, con il PSV a 4 punti il Napoli a 3 e l’AIK Solna a 1. La sfida di ritorno con gli ucraini guidati da Juande Ramos è un dentro o fuori per il Napoli di Mazzarri che, dopo aver ecceduto con il turn-over nelle uscite precedenti, manda in campo Cavani dal 1′ minuto con dividendi sostanziosi: il Napoli soffre moltissimo, ma il Matador scrive da solo il poker con il quale il Napoli piega in rimonta gli ucraini 4-2. Il PSV cade a sorpresa in Svezia, e alla 5/a i successi di Napoli e Dnipro con AIK e PSV chiudono i giochi in favore di Azzurri e ucraini, rendendo vana la brutta sconfitta del Napoli per 1-3 al San Paolo contro il PSV Eindhoven.

L’AVVERSARIO: VIKTORIA PLZEN
Per anni realtà secondaria del calcio cecoslovacco prima, e solamente ceco poi, il Viktoria Plzeň diventa una grande del calcio in Repubblica Ceca a valle della prima decade del Terzo Millennio; è sotto la guida di Pavel Vrba che il Viktoria ottiene nel 2011 il primo titolo nazionale della propria storia, dopo aver messo in bacheca il primo alloro in assoluto nella stagione precedete (Coppa di Repubblica Ceca).

Nella stagione 2012/2013 Vrba è ancora in sella al club rossoblù, con i cechi reduci dal 3/o posto della stagione precedente. Nel roster a disposizione del Viktoria troviamo elementi del calibro di František Rajtoral e David Limberský come terzini, l’eterno Horváth (37 anni) e il giovanissimo Darida (21 all’epoca) a dare qualità in mezzo al campo con Marek Bakoš come prolifico terminale offensivo dei rossoblù.

In patria il Viktoria Plzeň ha una partenza diesel, e dopo aver inseguito nella prima parte della stagione si mette gradualmente a correre fino a prendersi la testa della classifica di una graduatoria che alla sosta invernale la vede 1/a  a 34 punti, due in più dello Jablonec e tre in più dello Sparta Praga, con il Sigma Olomuc 4/o attardato di sette punti. Il Campionato riparte a fine febbraio, pochi giorni dopo lo scontro del San Paolo con il Napoli di Walter Mazzarri. In Europa il cammino dei cechi prende piede dal Secondo Turno Preliminare di Europa League, dove dopo aver agevolmente superato i georgiani del Rustavi e i polacchi del Ruch Chorzów vive un’equilibratissima sfida con i belgi del Lokeren negli spareggi: i ragazzi di Vrba cadono al 90′ in Belgio per 2-1, ma si impongono 1-0 al ritorno con un gol di Bakoš e strappano il pass per i Gironi di Europa League. Nel Girone B i rossoblù compiono un cammino perfetto, in un gruppo con Atlético Madrid, Academica e Hapoel Tel-Aviv: 4 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta per i ragazzi di Vrba, che piegano 1-0 l’Atlético Madrid all’ultima del girone e scalzano i Colchoneros dalla testa del raggruppamento.

LA DOPPIA SFIDA
Gara-1 è di scena al San Paolo (oggi Diego Maradona), con i partenopei che ospitano i cechi in veste parecchio rimaneggiata: Britos, Gamberini e Rolando compongono la terza linea azzurra, con El Kaddouri e Pandev a cercare di suggerire per Edinson Cavani mentre Vrba opta per un 3-5-1-1 comprensibilmente abbottonato. Il Napoli è quello “molle” già ammiratosi nei Gironi di Europa League tra settembre e dicembre; gli azzurri giocano al piccolo trotto tenendo a lungo il pallino del gioco ma sbattendo su un Viktoria Plzeň solido e volitivo, che anzi a ridosso della mezz’ora trova il vantaggio con Darida a scaraventare in porta il gol del vantaggio dopo una prolungata azione nell’area partenopea.

Il Napoli necessità di una scossa, che Mazzarri riesce a dare inserendo Hamšík per Gamberini (con conseguente passaggio alla difesa a quattro) a metà tempo; nella seconda frazione si vede un Napoli più presente nella gara, che stringe d’assedio nella propria metà campo il Viktoria Plzeň vedendosi per un soffio negato il pari da Kozáčik su Hamšík e dall’imprecisione delle conclusioni di Džemaili e Cavani. I ragazzi di Mazzarri meriterebbero il pari ma, in maniera cinica e crudele, il Viktoria Plzeň trova incredibilmente due reti nel finale di gara: Rajtoral approfitta di una dormita di Zúñiga per infilare De Sanctis, Tecl a 5′ dalla fine scrive la peggior sconfitta interna nelle coppe europee della storia del Napoli. Al fischio finale è 0-3, un risultato che il Viktoria non avrebbe ipotizzato probabilmente nel più roseo dei propri sogni.

Va da se che, una settimana più tardi, il Napoli deve scalare l’Everest senza bombole d’ossigeno. Poco da dire sulla gara di ritorno, nella quale Mazzarri non porta nemmeno Cavani al centro dell’attacco, preferendogli Calaiò in combutta con Insigne e Pandev. Proprio il giovane Insigne è tra i più pericolosi tra le proprie fila, ma quella di Plzeň è una rimonta alla quale il Napoli arriva senza illusioni, e finisce per cedere nella ripresa ai ragazzi di Vrba: i gol di Kovařík  e Tecl regalano un’altra notte da sogno al Viktoria.

…E POI?
Al rientro in Italia il Napoli viene fermato sullo 0-0 dall’Udinese di Guidolin, scivolando a sei lunghezze dalla Juventus di Antonio Conte. Il turno successivo offre ai campani, probabilmente, l’ultimo treno per cercare di riacchiappare i bianconeri: al San Paolo è di scena lo scontro diretto, che però termina 1-1 con Inler a rispondere all’inzuccata di Chiellini e il distacco in vetta che rimane invariato; lo Scudetto, virtualmente, alla Juventus lo consegna l’insospettabile ChievoVerona che alla 28/a piega 2-0 gli Azzurri aprendo una voragine di 9 punti irreparabile per il Napoli. Il club di De Laurentiis chiude al 2/o posto e, dopo un quadriennio, saluta Walter Mazzarri: sulla panchina del tecnico livornese arriverà Rafael Benítez.

In patria il Viktoria Plzeň riprende da dove aveva lasciato, regalandosi il 2/o titolo della propria storia; in Europa, invece, i cechi si arrendono agli Ottavi di Finale ai turchi del Beşiktaş che si qualificano espugnando 1-0 Plzeň prima dell’1-1 di Istanbul. L’Europa League la alzerà al cielo il Chelsea, vittorioso 2-1 in Finale con il Benfica grazie a un gol a tempo scaduto di Branislav Ivanović; come al solito, nella seconda decade del Nuovo Millennio, male le italiane. Detto del Napoli, l’Udinese si arrende ai Gironi a Liverpool e Anži Machačkala, mentre l’Inter è eliminata in maniera beffarda dal Tottenham agli Ottavi (k.o. 3-0 a White Hart Lane, vittoria 4-1 ai supplementari a Milano) e la Lazio protrae il proprio percorso fino ai Quarti di Finale, dove però trova il Fenerbahçe che a Istabul si impone 2-0 per poi impattare sull’1-1 a Roma.

EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati