EUROTONFI – 24#: Pioli, il Palermo, e un’Europa League mai nata
Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.
La stagione 2010/2011 per il Palermo ha un retrogusto agrodolce, pur se più amaro che dolce. Le cose, però, non migliorano la stagione successiva: salutato definitivamente Delio Rossi in Sicilia arriva Stefano Pioli, che in Trinacria avrà decisamente poca fortuna. La stagione si rivelerà ben presto nera in Italia come in Europa, dove il viaggio per i siciliani si interrompe ancora prima del contro-esodo estivo di fine agosto: i rosanero, infatti, vengono eliminati dal Thun nel Terzo Turno Preliminare di Europa League.
LA SQUADRA: PALERMO
Come anticipato, al timone del Palermo 2011/2012 c’è Stefano Pioli: reduce da un’ottima stagione al Chievo in Serie A, dopo tanta B e una prima in massima serie a Parma da dimenticare, è lui infatti l’uomo scelto da Zamparini per rilanciare il Palermo dopo una stagione contraddistinta da più bassi che alti. Come tutte le sessioni di mercato griffate Zamparini le porte sono scorrevoli, per usare un eufemismo, ma questa volta contemplano alcuni addii molto dolorosi: il Paris Saint-Germain bussa infatti alla porta dei rosanero e per circa 45 milioni complessivi si regala el Flaco Pastore e Sirigu, affidabilissimo guardiano della porta dei siciliani.
La Sicilia la lasciano anche Cassani e Kasami tra gli altri, mentre in ingresso i nuovi acquisti sono tanti ma meno roboanti: dal Chievo Pioli si porta dietro Guana e Mantovani, mentre tra gli investimenti più corposi si annotano quelli di Barreto dall’Atalanta (poco più di 5 milioni di euro) e Della Rocca dal Bologna oltre al giovane israeliano Eran Zahavi dall’Hapoel Tel-Aviv che nelle intenzioni di Zamparini dovrebbe far dimenticare Pastore.
L’ottavo posto della stagione 2010/2011 lascia in dote al Palermo un pass per l’Europa League della stagione successiva, con uno scomodo onere però: una chiamata alle armi già sul finire di luglio per il terzo turno preliminare della competizione, che i siciliani debbono disputare con gli svizzeri del Thun.
L’AVVERSARIO: THUN
Ancora Svizzera nel destino europeo del Palermo. Dopo aver fronteggiato il Losanna nel 2010/2011 infatti i rosanero incrociano le lame con il Thun, che alla Coppa UEFA partecipa in virtù della vittoria del Sion in Coppa di Svizzera che regala ai biancorossi un posto in Europa nonostante il 5/o posto in Campionato ottenuto nel 2011.
Sulla panchina dei biancorossi siede Bernard Challendes, eroe del titolo conquistato dallo Zurigo nel 2009, che al Thun arriva nella stagione 2011/2012 dopo essere passato anche per Sion e Neuchâtel. In campo, il Thun si fa forte di un mix di esperienza e gioventù: della prima sono esponenti Stipe Matić in difesa, Roland Bättig (passato anche per Como) in mediana e l’eterno Mauro Lustrinelli in attacco, mentre la linea verde è guidata dai fratelli Marco e Christian Schneuewly oltre che dal giovane attaccante paraguaiano Darío Lezcano.
Alla sfida con il Palermo, nel luglio del 2011, il Thun arriva sulle ali di un convincente avvio di Super League: dopo aver superato 2-1 in trasferta il Servette, infatti, i biancorossi schiantato 3-0 tra le mura amiche il Grasshopper Zurigo. Al confronto con il più quotato Palermo, il club elvetico arriva più rodato in forza di un Campionato partito con oltre un mese di anticipo rispetto alla Serie A, ma anche in Europa il percorso del Thun parte da più lontano passando per il secondo turno preliminare contro gli albanesi del Vllaznia superato per il rotto della cuffia (per usare un eufemismo) dagli svizzeri: dopo lo 0-0 maturato nei Balcani il Vllaznia conduce infatti 1-0 in Svizzera fino al minuto 89, quando Rami trova il pari prima del definitivo 2-1 siglato in girata da Lüthi al 92′.
LA DOPPIA SFIDA
Palermo-Thun, Atto I della doppia sfida italo-elevetica, va in scena al Barbera il 28 luglio del 2011 davanti a un pubblico rosanero che da poche ore ha dovuto digerire gli addi di Pastore e Sirigu; il primo XI ufficiale di Pioli vede Benussi a difesa dei pali, in un 3-4-2-1 nel quale ad accendere la luce sono chiamati Zahavi ed Iličić alle spalle di Pinilla e Miccoli a partire dalla panchina. Nel Thun è lo spauracchio Lustrinelli a guidare la prima linea, sorretto da un tridente dove Christian Schneuwly e Lezcano fanno vedere ottime cose; il primo è l’autore dell’assist che al 6′ porta già avanti il Thun, in gol con l’inserimento mortifero di Lüthi che si ripete dopo il gol vittoria rifilato al Vllaznia.
Iličić trascina i suoi e risponde allo svantaggio con una legnata apparentemente innocua, ma sufficiente a superare Da Costa: è il calcio di inizio di una partita dove il Palermo, pur se non brillante, crea numerose occasioni per il vantaggio così come gli svizzeri forti di una migliore condizione atletica. Pioli getta nella mischia Miccoli per Pinilla, e il Romario del Salento propizia il 2-1 di Nocerino cassato però da Mažić per fuorigioco; la freccia la mettono gli svizzeri, con la staffilata di Schneider che gela nuovamente il Barbera. Il secondo gol ospite manda in tilt il Palermo, che arranca in balia del Thun; a evitare al Palermo una sconcertante sconfitta è una punizione telecomandata di Miccoli, che al 92′ scrive un 2-2 inatteso al Barbera che impone al Palermo di andare a vincere in Svizzera (o perlomeno di strappare un 3-3) per proseguire il proprio viaggio europeo.
Il 4 agosto del 2011, a Thun, gli svizzeri ospitano i rosanero nel return-match di un preliminare ancora da decifrare. Nel Palermo cambiano due terzi del fronte offensivo, con Pablo González e Miccoli in luogo di Zahavi e Pinilla; nel Thun l’unica modifica allo Starting XI del Barbera è Andrist al centro dell’attacco al posto di Lustrinelli. A fare la partita dovrebbe essere il Palermo, ma nel primo tempo il pallino del gioco è prevalentemente nelle mani del Thun; bruttino il Palermo, che cestina una sola capitale occasione con l’ex-Novara Pablo González che da buona posizione spara tra le braccia di Da Costa.
L’argentino si riscatta in apertura di ripresa, dove dopo una bella azione di Miccoli trova con il mancino il gol che qualificherebbe il Palermo: i rosanero però i playoff li vedono solamente per un quarto d’ora, perché al 64′ Lezcano recupera un pallone respinto dalla difesa del Palermo e all’altezza dell’area piccola incrocia il rasoterra che vale l’1-1. Risultato questo che qualifica il Thun, ma che il Palermo non riesce più a modificare: termina 1-1 alla Stockhorn Arena, il Palermo è fuori dall’Europa League il 4 agosto 2011.
…E POI?
Se il buongiorno si vede dal mattino, le sensazioni sono ovviamente nefaste per la stagione del Palermo. Sicuramente lo si rivelano per Pioli, che oltre a non mangiare il panettone non ha nemmeno il tempo di gustarsi le ultime granite: la mannaia di Zamparini si abbatte sul tecnico rosanero ancora prima di settembre, con Pioli esonerato prima che il Campionato prenda piede. A raccoglierne il testimone è il tecnico della Primavera Devis Mangia, che alla 1/a di Campionato piega 4-3 l’Inter Campione d’Europa; sarà però solo un’illusione, perché il Palermo 2011/2012 terminerà il Campionato al 16/o posto in classifica con Bortolo Mutti in panchina, a valle di un Campionato disgraziato che sarà solo l’antifona della clamorosa retrocessione che arriverà nella stagione successiva.
Il playoff di Europa League vedrà il Thun sorteggiato con gli inglesi dello Stoke City: senza storia la doppia sfida, con i biancorossi di Stoke-on-Trent vittoriosi 1-0 alla Stockhorn Arena e 4-1 in Inghilterra. In patria, dopo i due successi iniziali, il Thun rallenterà fisiologicamente il proprio passo terminando al 5/o posto una Super League vinta (al solito, almeno all’epoca) dal Basilea.
L’Europa League 2011/2012 la vince l’Atlético Madrid del Cholo Simeone, in una finale tutta spagnola con l’Athletic Bilbao. Particolarmente disastrosa la performance del contingente italiano, che ad agosto perde un’altra compagine: la Roma di Luis Enrique, infatti, è incredibilmente eliminata nei playoff dallo Slovan Bratislava; ai Gironi accedono l’Udinese (eliminata dai preliminari di Champions League) e la Lazio, con i friulani che si spingono fino ai Quarti di Finale arrendendosi all’AZ Alkmaar, mentre i Capitolini si arrendono nettamente agli Ottavi all’Atletico Madrid futuro vincitore della manifestazione.
EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati