L’esistenza della Superlega europea è durata appena 48 ore, venendo destituita dagli stessi club fondatori. Le pressioni generate da parte dall’opinione pubblica hanno portato a uno scioglimento della lega, almeno momentaneamente. I tifosi, almeno la maggior parte di loro, si sono schierati contro questo nuovo torneo, il quale minerebbe (secondo loro) alla meritocrazia.
L’immagine più eloquente e caratterizzante delle proteste è quella di Petr Čech, sceso in strada fuori da Stamford Bridge per calmare i tifosi che avevano bloccato il pullman del Chelsea. Il bagno di folla del dirigente dei Blues mette in luce quanto importante e critico sia questo momento per il calcio. Nonostante il football sia appena un gioco, uno sport e, per alcuni un mero intrattenimento, la vicenda di questa settimana ci insegna che il popolo è sovrano.
La Superlega senza il pubblico favorevole non ha potuto avere un seguito. Forse questo pubblico è stato strumentalizzato in parte da UEFA e FIFA, vista la campagna massiccia contro questa nuova frontiera calcistica. La demonizzazione della Superlega da parte di queste federazioni ha alimentato questi schieramenti sfavorevoli da parte di molti. Il pubblico, il popolo si è imposto e nessun grande club o presidente ha potuto mandare avanti la propri idea senza l’approvazione del tifoso.
Le proteste in Inghilterra sono coincise anche con la notizia di Mundo Deportivo che vedrebbe i club inglesi pagati dalla UEFA per lasciare la Superlega. Sembrerebbe comunque una voce e la verità probabilmente non la sapremo mai. Però possiamo notare come le grandi federazioni mondiali abbiano vacillato in questo periodo storico. La Superlega aveva il coltello dalla parte del manico e quindi la UEFA è scesa a compromessi.
Le minacce di esclusione dai campionati nazionali non hanno sortito l’effetto sperato. Il pungo duro è servito a poco, finché in campo non è sceso il vero fulcro del calcio, l’appassionato. Senza il cliente un’azienda non può andare avanti, che essa sia grande o piccola in termini di affari.
La UEFA ha solo fatto i propri interessi, temendo grandi perdite economiche con l’uscita di scena dei maggiori club europei. i fondatori della Superlega avrebbero distolto l’attenzione dalle competizioni europee che avrebbero inevitabilmente perso appeal. Anche molti capi di Stato si sono schierati proprio a fianco alla UEFA per una questione di affari in ballo.
Boris Johnson è stato uno dei primi a pronunciarsi contrario alla Superlega. Non casualmente è il primo ministro del Regno Unito, prossimo a ospitare 7 gare di EURO 2020, tra cui la finale di Wembley. Il politico a marzo aveva anche proposto di ospitare tutto il torneo nell’isola, vista la situazione sanitaria alleviata grazie alla campagna vaccinale. Tuttavia l’ipotesi al momento è scartata.
Il nuovo format della Champions League, con conseguente aumento dei premi, è stato uno dei compromessi per far cambiare idea ai club. Un fondo americano sarebbe pronto a investire 6 miliardi di euro per frenare l’avvento della Superlega. Le partite tuttavia aumenteranno, così come le squadre, da 32 a 36, e di conseguenza i proventi per organizzatore e partecipanti.
La nuova UCL non avrà più i gruppi classici, ma sarà un unico campionato, dove le squadre avranno 10 partite garantite nella prima fase. Il numero è uguale a quello della fase a gironi dell’ipotetica Superlega.
Ogni squadra verrà sorteggiata contro altre 5 avversarie e in base ai risultati occuperà una delle 36 posizioni di una classifica generale. Le prime otto andranno agli ottavi direttamente, mentre dal nona al ventiquattresimo posto qualificheranno ai play-off per accedere alla fase a eliminazione diretta.
La Superlega ad agosto 2021 non si farà e per questo non ci sono discussioni. Tuttavia il progetto è solo sospeso e non cancellato. Real Madrid, Juventus e Milan, secondo quanto detto da Florentino Perez, il CEO della Superlega, non hanno ancora rinunciato. Gli altri club invece, che si sono formalmente ritirati, hanno delle clausole vincolanti nei contratti di partecipazione. Perciò gli altri club, qualora non abbiano già pagato le penali, sono ancora coinvolti.
La vicenda però ha evidenziato come i club non valgano nulla senza le persone, come le federazioni non valgano nulla senza i club. Pur di mantenere i tifosi, un progetto pensato per tre anni, come dichiarato dallo stesso Perez, è stato accantonato. Pur di non perdere gli introiti, la UEFA, tanto dura all’inizio, è scesa a compromessi con i “traditori”. La Superlega, che siamo favorevoli o contrari, ci sta aprendo gli occhi.