Un passo indietro, anzi due: il Brescia esce dal trittico di partite sulla carta abbordabili con una sola vittoria e due pareggi. Bottino che sarebbe ottimo se l’obiettivo fosse la salvezza, come spesso proclamato da Clotet, ma che si riduce ad essere misero viste le ovvie ambizioni playoff.
Il Pescara esce dal Rigamonti con un punto meritato, frutto di una ripresa giocata meglio con un baricentro più alto: il gol dell’ex dal dente avvelenato Dessena è l’emblema del pomeriggio bresciano. Clotet a sorpresa si affida a Donnarumma dal primo tempo, fiducia non ripagata dal bomber campano che finirà la benzina dopo un solo tempo e sarà protagonista soltanto di una conclusione ben neutralizzata da Fiorillo.
Il Brescia parte forte e al 17′ trova il gol del vantaggio: inizia tutto da Bjarnason che recupera un pallone sulla trequarti e appoggia per Jagiello, bravissimo a trovare una traiettoria che si infila nell’angolino. I due sopra citati sono nettamente i migliori delle Rondinelle: il primo abbina quantità e qualità, il secondo è l’unico in grado di accendere la luce dietro le punte.
La superiorità territoriale del Brescia è comunque sterile e all’intervallo avrà prodotto soltanto tre tiri: il Pescara, sempre in partita, affina le armi in vista di una ripresa con il coltello tra i denti centrando il palo alla mezz’ora su un colpo di testa di Scognamiglio ben deviato da Joronen. Il finale di prima frazione è in calando per l’undici di Clotet che nella ripresa di fatto si limita a rintanarsi in difesa senza nemmeno ripartire.
Donnarumma è palesemente fuori condizione, eppure starà in campo novanta minuti: i cambi dell’allenatore spagnolo sono tardivi e il solo ingresso di Ndoj riesce a dare una piccola scossa proprio quando chiudere l’incontro sarebbe stato fondamentale. Da una sua percussione centrale, il pallone finisce a Jagiello sulla sinistra che con un cross trova Ayé sul secondo palo: da due passi però il francese non trova la porta.
È la sliding door del match: cinque minuti più tardi infatti Riccardi salta Chancellor e calcia trovando la deviazione di Mangraviti: il pallone si impenna e premia l’inserimento di Dessena che da due passi fredda il suo ex portiere. Una doccia gelata per il Brescia che non riesce più ad imbastire una reazione degna di nota. Nel finale infatti l’unico episodio è lo svenimento dell’allenatore del Pescara Grassadonia che dopo cinque minuti di panico se ne va negli spogliatoi sulle sue gambe.
Clotet nel post partita dirà che si tratta di un punto importante per l’obiettivo salvezza; ci permettiamo di dissentire: sono più due punti persi, proprio come lunedì a Reggio Emilia, nella rincorsa alla zona playoff. Una compagine come Brescia, arrivata a questo punto della stagione, non può permettersi di guardarsi alle spalle: sognare qualcosa di grande non costa nulla dopo essersi svegliati due mesi fa dall’incubo playout.