Se il Brescia lunedì a Reggio Emilia è chiamato alla prova del nove, possiamo dire che quella dell’otto l’ha superata a pieni voti: le Rondinelle surclassano 4-1 il Pordenone lasciandosi alle spalle il ko di Salerno rilanciandosi verso la volata playoff. Tanto degli obiettivi futuri passerà dalla sfida del prossimo turno, lunedì contro la Reggiana: un match non impossibile che potrebbe permettere agli uomini di Clotet di credere veramente a un sogno nemmeno pronosticabile due mesi fa.
Cellino aveva infatti esonerato Dionigi sull’orlo del baratro e i primi due pareggi con il tecnico spagnolo avevano fatto precipitare il Brescia in quindicesima posizione: sembra una vita fa, eppure era solo il nove febbraio. Ora la Leonessa naviga con un ritmo spedito che parla di cinque vittorie nelle ultime sei partite, l’ultima della quali arrivata in goleada, cosa insolita rispetto ai tanti recenti successi di misura.
Vittima della serata al Rigamonti è il Pordenone, arrivato in Lombardia malconcio dopo i tanti casi Covid e di fatto quasi mai in partita, eccezion fatta per una parte di ripresa con il Brescia che, tirando i remi in barca, ha permesso all’undici di Tesser di alzare la percentuale di possesso palla senza comunque mai rendersi pericolosi. La partita infatti era già stata incanalata nella prima frazione.
Clotet, con Bjarnason e Spalek in panchina, lancia dal primo minuto Ndoj e Pajac, in campo insieme a Martella e Karacic: dove si posizionerà il croato con tutti quegli esterni già in campo? Semplice, il tecnico spagnolo non cambia modulo e lo avanza a supporto di Ayé insieme a Jagiello. La scena però è tutta per Ndoj che al 9′ e al 39′ apre e chiude il primo tempo con due gioielli in fotocopia: controllo al limite, accentramento e gran tiro a giro che batte per due volte Bindi. Prodezze per un giocatore di ben altra categoria, se integro fisicamente.
In mezzo ai due gol dell’albanese c’è spazio prima per il raddoppio bresciano di Cistana e poi per la rete della bandiera di Musiolik. Il difensore bresciano, bravo in fase offensiva a farsi trovare pronto sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è meno attento del solito in copertura tanto che il gol del Pordenone è un concorso di colpe tra lui e Martella. Ciurria attira su di sé Cistana, Martella non chiude in diagonale e così per l’attaccante dei ramarri è un gioco da ragazzi battere Joronen da pochi passi.
E’ un Brescia che però piace per le numerose volte che arriva con facilità a ridosso dell’area avversaria nel primo tempo tanto che in pieno recupero è solo un miracolo con il piede di richiamo di Bindi a negare il gol ad Ayé nell’unica sua azione degna di nota; il francese infatti non viene quasi mai imbeccato da uno spento Jagiello e gli unici palloni giocabili gli arrivano sulla testa, non certo la specialità della casa, da due cross di Karacic.
Nella ripresa è il Pordenone a farsi preferire per larghi tratti, ma è un possesso palla sterile quello dei friulani: Joronen rimane infatti quasi totalmente inoperoso e deve guardare due volte il pallone spegnersi sul fondo sulle conclusioni di Zammarini e Ciurria, il migliore tra le fila degli ospiti. La girandola dei cambi di Clotet contribuisce al poker nei minuti finali: Bjarnason e Mateju smarcano Labojko a centro area che in girata fredda il portiere avversario per il suo primo gol in maglia biancoblu. Tutti subentrati con il piede giusto, è questo il diktat di Clotet: nessuno è indispensabile, ma chiunque deve sentirsi al centro del progetto.
Non c’è però tempo per compiacersi. Lunedì si scende di nuovo in campo contro la Reggiana: sarà una partita-verità per le ambizioni del Brescia. Rimanere con i piedi per terra e parlare di salvezza è difficile se alzando lo sguardo il treno playoff è lì alla portata di mano.