L’ultima pausa nazionali prima di Euro 2020, in programma per giugno, si è chiusa con tre successi per l’Italia di Mancini. Nonostante qualche difficoltà, e dopo 5 mesi dall’ultimo ritrovo degli Azzurri è normale che ci sia, come lo stesso mister ha dichiarato, il bilancio prima della grande prova è più che positivo.
La Nazionale non perde ormai da 25 incontri, quando nel 2018 contro il Portogallo era arrivata una sconfitta per 1-0, la seconda in totale della gestione di Roberto Mancini, che con questa striscia positiva ha eguagliato il record di Marcello Lippi. In quel caso si trattava di Nations League, conquistata proprio dai lusitani nella prima edizione. Nella seconda l’Italia ha conquistato un biglietto per le final four, dove affronterà la Spagna a ottobre, grazie al primato nel girone con Olanda, Polonia e Bosnia. In 6 partite 3 vittorie e 3 pareggi, 7 gol fatti e 2 subiti, diventando così la miglior difesa delle 16 squadre partecipanti alla Nations League A.
Il calcio italiano si è sempre contraddistinto per la fase difensiva solida e, in assenza di un attaccante continuamente titolare, la difesa era il ruolo da cui partire. Nelle qualificazioni all’europeo, nonostante le 37 reti segnate e i 30 punti conquistati in 10 giornate, il miglior cannoniere della squadra è stato Belotti con appena 4 gol. Segno che non ci sia effettivamente stabilità davanti.
Tuttavia non avere un singolo davanti da cui dipendere potrebbe essere il pregio più grande di questa selezione. I numeri sotto porta sono molto soddisfacenti e il gioco espresso in generale è uno dei migliori degli ultimi anni, anche migliore rispetto a quello di Antonio Conte. Mister Mancini sta implementando un gioco basato sul possesso e la conduzione del gioco. Nonostante venga curata soprattutto la parte difensiva, i gol e la spettacolarità non mancano.
Facendo un confronto tra il girone di qualificazione a Euro 2016 e tra quello di Euro 2020, si può notare un raddoppio dei gol segnati (16 contro 37) e un diminuzione dei gol subiti (7 contro 4). Nelle ultime due pause nazionali la percentuale di possesso non è mai scesa sotto 55%, quando l’Italia ha affrontato l’Olanda. Invece con Conte spesso la squadra si chiudeva, lasciando campo libero anche a formazioni più modeste.
Si ricorda che l’attuale tecnico dell’Inter durante il suo periodo da C.T. ha percepito 4,5 milioni di euro all’anno, con tanto di intervento di sponsor esterni. Nonostante il grande investimento e le grandi attese di rivoluzione, l’approdo di Conte è stato l’inizio del declino di Ventura. Invece Mancini con 2 milioni annuali sta guidando il movimento calcistico italiano verso a un’identità più “europea”, fondata sui giovani e sul possesso di palla.
Roberto Mancini è stato spesso criticato da allenatore di club. Ha sempre speso molto denaro per raggiungere obbiettivi minimi. La sua caratteristica di saper individuare il giusto acquisto va a suo vantaggio nei panni di selezionatore. La capacità di riunire i migliori giocatori sulla piazza in una sola rosa fa la differenza. Inoltre grazie al suo carisma sa convincere i giocatori e li spinge a dare il meglio.
Quindi si può parlare di un nuovo Mancini a livello tattico e a livello di risultati, visto che questa è la sua miglior avventura della carriera in panchina con 2,29 punti a partita. Tuttavia l’anima del C.T. italiano è rimasta intatta per quanto riguarda la gestione della rosa e dello spogliatoio.