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Dalla velocità pura alla sprint race: l’evoluzione delle qualifiche in Formula 1

La Formula 1 è l’emblema dello sport che guarda sempre al futuro non discostandosi mai dalle tradizioni: bolidi che sfrecciano a velocità supersoniche alla ricerca di ogni miglioramento tecnologico per sopravanzare l’avversario. Nel corso degli anni il circus motoristico ha dovuto portare molte novità per stare al passo coi tempi e quest’anno si è pensato alla sprint race al posto delle qualifiche.

Non sarà un format presente in tutti i Gran Premi, ma bensì un esperimento che prenderà il via da Silverstone e verrà rivalutato poi soltanto a Monza e Interlagos: i team infatti sono ancora un po’ scettici riguardo alla qualifying race e non si vorrebbero perdere le qualifiche vere e proprie. Il venerdì la seconda sessione di prove libere stabilirà la griglia di partenza della gara di cento chilometri che assegnerà tre punti al vincitore, due al secondo classificato e uno al terzo. Inoltre determinerà anche lo schieramento della domenica per la gara vera e propria, ma è ancora tutto in fase di discussione.

Nel corso degli anni la storia delle qualifiche è cambiata molte volte: l’attuale Formula 1 prevede una sessione divisa in tre manche ad eliminazione (Q1, Q2 e Q3) con l’obbligo ai primi dieci di partire con le gomme utilizzate nel Q2. Dal 2003, per rendere le gare più spettacolari e combattute, fu introdotta la regola del parco chiuso. Fino ad allora in sessanta minuti i piloti avevano a disposizione almeno quattro tentativi richiedendo il massimo della prestazione dal setup da “qualifica”. Poi però, anche per ridurre i costi, fu deciso di vietare ogni modifica alla vettura dopo le qualifiche del sabato.

Dal 2003 al 2005 era previsto un singolo tentativo per ogni pilota con una sola vettura in pista per volta: il giro veloce doveva essere affrontato con la quantità di benzina necessaria per coprire la prima parte del Gran Premio (fino al 2009 erano previsti i rifornimenti in gara), sacrificando il risultato della qualifica a vantaggio della gara; l‘assetto utilizzato domenica veniva deciso prima delle qualifiche, così come avviene ancora oggi. L’abolizione del Warm Up la domenica mattina fu un altro passo verso l’abbattimento di spese extra: i piloti provavano i nuovi componenti montati sulle monoposto dopo le qualifiche del sabato raccogliendo dati importanti che sarebbero serviti per decidere l’assetto in vista delle gara del pomeriggio. La politica (corretta) della riduzione dei costi stride però con la sprint race: se dovessero essere degli incidenti, le squadre dovrebbero cambiare molti componenti in meno di 24 ore.

La Pole Position, la partenza davanti a tutti, rappresenta un punto di partenza cruciale per molte gare, vedi Montecarlo. Un tempo era velocità pura con un setup studiato appositamente per spingere la vettura all’estremo, ora invece viene vista più in funzione della gara. La tradizione della Formula 1 è sacra: introdurre una gara più corta perdendo il senso delle qualifiche aumenta il potenziale spettacolo per il pubblico, ma  riduce l’esclusività della vittoria di domenica. Ha veramente senso cambiare un format in auge dal 1950? Passato e futuro si scontrano, il tempo darà la sua sentenza.