Home » EUROTONFI – #19: il vento dell’Est gela la Sampdoria

Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.

L’esperienza di Walter Mazzarri a Genova è ricordata con sicuro affetto dai tifosi doriani: il biennio sotto la guida del tecnico livornese racconta infatti di una squadra entusiasmante nella sua prima stagione conclusa con il 6/o posto finale, e di una più in difficoltà nella seconda che però assembla un tandem (Cassano-Pazzini) destinato a mandare in visibilio pubblico di casa e e spettatori neutrali. Tanti i bei ricordi mazzarriani a Genova, come la Coppa Italia 2008/2009 vissuta da protagonisti nonostante l’epilogo infelice (sconfitta in Finale ai rigori con la Lazio); di più, forse, si poteva fare in Europa dove dopo una prima ed immediata clamorosa eliminazione con l’Aalborg arriva un netto stop anche nella seconda stagione mazzarriana, ai Sedicesimi di Finale con il Metalist Kharkiv.

LA SQUADRA: SAMPDORIA
Dopo il bel 6/o posto in Campionato della stagione 2007/2008, al netto dell’Eurotonfo con l’Aalborg di cui abbiamo raccontato, la Sampdoria riparte logicamente da Walter Mazzarri. Low profile la campagna acquisti estiva dei doriani, che salutano Montella (termine prestito e rientro a Roma) e Christian Maggio acquistato dal Napoli, mentre in entrata arriva Antonio Mirante dalla Juventus, Stankevičius dal Brescia e i sudamericani Bottinelli in difesa (argentino prelevato dal San Lorenzo) e Bruno Fornaroli in attacco (Nacional Montevideo).

L’avvio di stagione è in realtà un disastro: i blucerchiati inchiodano sull’1-1 l’Inter bagnando con un pari l’esordio in Serie A di José Mourinho (Delvecchio risponde a Ibrahimović), ma nelle prime 7 giornate di Campionato non trovano che 4 pari e 3 sconfitte trovandosi clamorosamente al terz’ultimo posto in Serie A con 4 gol realizzati e 11 subiti. Il ritorno di Bellucci a far coppia con Cassano in attacco coincide con il primo successo in Campionato, per 2-0 al Bologna griffato appunto Bellucci e Delvecchio; i liguri aprono così alla risalita di una squadra altalenante nei risultati ma che al giro di boa esce dalla zona rossa e si avvicina al centro classifica. La campagna acquisti di gennaio porta sotto la Lanterna Gianpaolo Pazzini, che con Cassano comporrà una memorabile coppia d’attacco in maglia Samp; il Pazzo esordisce il 18 gennaio 2009 in maglia Samp nella sfida persa 2-0 in casa con il Palermo, e trova il primo gol con la nuova maglia a Verona contro il Chievo il 1 febbraio 2009. Una volta sbloccatosi Pazzini dimostra da subito una grandissima vena realizzativa, andando a segno anche nelle due partite successive (Siena e Juventus) che sono anche le ultime due prima della sfida dei Sedicesimi con il Metalist Kharkiv: la Samp che si riaffaccia in Europa, dopo aver superato il Girone, è comunque mestamente 15/a in Campionato ad evidenziare ulteriormente una Serie A che, soprattutto se confrontata con quello precedente, non può ritenersi esaltante.

In Coppa UEFA i liguri arrivano a sfidare gli ucraini dopo aver superato, questa volta senza affanni, il Primo Turno a settembre: demoliti senza patemi i lituani del Kaunas, battuti 5-0 al Ferraris e 2-1 in trasferta. Il girone disegnato dall’urna dell’UEFA non è affatto agevole per i blucerchiati: Partizan Belgrado, Standard Liegi, Siviglia e Stoccarda sono i compagni di classe per Cassano e co. . All’esordio, a Belgrado, arriva un preziosissimo 2-1 sul Partizan che costituisce da subito un buon viatico per la Samp così come il pari interno con lo Stoccarda; arriva poi però il pesante 0-3 di Liegi, che in un girone combattuto scrive una complicata situazione per la Doria a 90′ dal proprio completamento. Nell’ultima giornata di gare, infatti, il Partizan già ultimo ha terminato le sue gare e la classifica recita: Standard 9, Siviglia 6, Stoccarda e Sampdoria 4, Partizan Belgrado 0. Sampdoria-Siviglia è quindi una sfida da vincere a tutti i costi, o da non perdere sperando in un favore dello Standard Liegi impegnato in Germania.

Lo Stoccarda, però, fa il suo piegando 3-0 la compagine belga: rimane un biglietto solo per i Sedicesimi, ad appannaggio di Sampdoria o Siviglia. La sfida del Ferraris è tesa e combattuta, e si decide a una ventina di minuti dal termine: punizione tagliata di Ziegler in area di rigore, rivedibile lettura degli andalusi e Bottinelli di anca devia quasi casualmente in porta il pallone che fa esplodere di gioia i locali eliminando dalla Coppa UEFA il Siviglia. Impresa, quest’ultima, che l’albo d’oro della competizioni ci rivelerà in futuro essere riuscita a poche squadre nel XXI° secolo.

L’AVVERSARIO: METALIST KHARKIV
Il Terzo Millennio, a livello calcistico, è quello dei nuovi magnati del calcio europeo: si pensa spesso che Roman Abramovich sia stato il pioniere di un fenomeno che ha poi visto miliardari dell’est-europeo o dei paesi arabi arrivare ad accaparrarsi negli anni Manchester City, Paris Saint-Germain, Malaga, Anži Machačkala solo per citare gli esempi più famosi. Prima di Abramovich però, in realtà, fu Rinat Akhmetov a riscrivere la storia dello Shakthar Donetsk trasformandolo da un’onesta compagine del panoramica calcistico ucraino in una squadra capace di detronizzare la Dinamo Kiev e assestarsi al ruolo di insidiosa outsider nel panoramica calcistico europeo.

Proprio in Ucraina, nei primi anni Duemila Akmetov fece da esempio: ispirandosi al proprietario dello Shakthar, infatti, nel 2005 Oleksandr Yaroslavsky diventa il proprietario del Metalist Kharkiv con la velleità di dare vita al terzo grande club d’Ucraina insidiando Dinamo Kiev e Shakthar. La missione riesce, perché dalla stagione 2006/2007 il Metalist comincia a gravitare in pianta stabile alle spalle delle due grandi dell’ex-paese sovietico: i 3 terzi posti consecutivi sono figli di una serie di campagne acquisti mai viste da quelle parti, che in dote negli anni portano calciatori come Marco Dević e Pape Gueye (acquistati in realtà per pochi spiccioli dal Volyn Lutsk), Jajà dal Getafe, e nell’estate della stagione che porterà alla sfida alla Sampdoria anche in Sudamerica con gli acquisti di Maidana dal Boca Juniors e Acevedo dal San Lorenzo.

Roster messo in mano a Myron Markevych, protagonista indiscusso dell’epoca più brillante nella propria storia per il Metalist. Il tecnico indigeno riesce ad assemblare con successo i frutti delle campagne acquisti sopracitate; l’avvio di stagione 2008/2009 sembra poter dare indicazioni incoraggianti in patria al Metalist, con i gialloblù che in avvio di Campionato incappano in qualche pareggio di troppo ma alla 3/a giornata violano il campo della Dinamo Kiev imponendosi 2-1 con i gol di Valyaev e Jajà. Nonostante la vittoria nello scontro diretto, la compagine di Kharkiv non riuscirà però a mantenere il passo del club della capitale: al giro di boa la Dinamo svolta a 37 contro i 31 del Metalist, terzo nonostante il claudicante cammino dello Shakhtar (5/o a 25 punti) a causa del sorprendente Metalurg Donetsk secondo con 32 punti. Il distacco rimane tale fino a fine novembre, quando il campionato ucraino va in letargo e si gode una pausa invernale di circa tre mesi che, però, per il Metalist ha una fine anticipata: qualche settimana prima della ripartenza della Lega locale, infatti, suona la sveglia per i Sedicesimi di Coppa UEFA in casa Metalist.

Dopo una prima comparsata nella Coppa delle Coppe 1988/89 (eliminato dal Roda al Secondo Turno), il Metalist Kharkhiv torna a respirare aria d’Europa nella stagione 2007/2008: lo strike 1 dell’era Yaroslavsky in Europa è però rovinato da un’ingenerosa urna UEFA che abbina l’Everton agli ucraini i quali cedono il passo uscendo sconfitti con un 4-3 complessivo dalla doppia sfida. Nel 2008/2009 il primo barrage è comunque impegnativo ma l’esito ben diverso: avversario di turno è il quotato Beşiktaş, che si impone 1-0 in Turchia ma è travolto al ritorno dagli ucraini che trascinati da un grande Jajà schiantano 4-1 i turchi e staccano il pass per la fase a gironi.

L’urna dell’UEFA mette ancora alla prova il Metalist, che però anche questa volta se la cava alla grande: Benfica, Galatasaray, Herta Berlino e Olympiacos gli avversari dei ragazzi di Markevych. I gialloblù assistono da spettatori alla prima tornata di gare, ed esordiscono nella game week 2 impattando 0-0 con l’Hertha Berlino; prese le misure con il raggruppamento, il Metalist cambia marcia e vincendo 1-0 le altre tre partite chiude da prima della classe il proprio gruppo, davanti a Galatasary e Olympiacos con tedeschi e portoghesi che salutano l’Europa. Il primo test nella fase ad eliminazione diretta, per gli ucraini, sarà con la Sampdoria di Walter Mazzarri.

LA DOPPIA SFIDA
Di che pasta sia fatto il Metalist, alla data della gara di andata dei Sedicesimi, è chiaro ai più: vietato prendere sotto gamba i ragazzi di Markevych. Nonostante questo sono tante le assenze nella Sampdoria di Mazzarri che ospita il Metalist; in campo, però, c’è Antonio Cassano a fare coppia con Claudio Bellucci mentre gli ospiti si schierano con un robusto 4-5-1 sul prato verde di Marassi. Proprio Cassano è uno dei calciatori più ispirati in maglia Samp, e forse uno dei pochi: grigio, per usare un eufemismo, il primo tempo dei locali che per un tempo sbattono sulla compatta falange costituita dagli ospiti. La chance migliore per i blucerchiati capita sui piedi di Dessena che approfitta di una delle poche disattenzioni della terza linea ospite per fuggire alla difesa del Metalist senza però riuscire a concludere. Ancora più colossale la chance a porta vuota sprecata da Sliusar che grazia Castellazzi; il primo tempo sembra destinato a chiudersi su uno scialbo 0-0, ma sul gong Padalino si fa soffiare un pallone sanguinoso sulla linea di fondo e sul traversone che segue Olynik di testa anticipa Raggi e buca Castellazzi infilando lo 0-1.

Al gol di fine primo tempo la Sampdoria non riuscirà mai veramente a ribellarsi: la difesa del Metalist, senza strafare, conferma quanto di buono già evidenziato nel girone di Coppa UEFA (0 gol subiti) e nonostante il tanto calcio ruminato dalla Sampdoria riesce ad uscire con la pelliccia intatta dal campo di gioco dei doriani.

Il doppio confronto, già impegnativo al momento del sorteggio, si fa impervio per Mazzarri e i suoi ragazzi. Purtroppo però la Sampdoria da l’impressione di essersi arresa a Marassi, almeno a giudicare lo Starting-XI che il tecnico livornese manda in campo in Ucraina: recuperano Gastaldello e Lucchini in difesa, ma in porta va Mirante in luogo di Castellazzi, Palombo e Cassano non vengono nemmeno convocati e in attacco a fianco di Bellucci viene quindi lanciato il giovane Guido Marilungo. L’avvio di gara è anche incoraggiante, perché la Doria prova a rimettere in discussione la qualificazione; al Metalist, però, basto poco per prendere le giuste contromisure e al primo vero affondo i gialloblù passano con Valayev che finalizza al meglio una bella azione corale. Prima del riposo Mirante legge male il rimbalzo del pallone su una punizione senza pretese di Jajà: a quel punto la Samp dovrebbe realizzare tre reti a un avversario che la porta la tiene blindata dalla gara di settembre con il Beşiktaş. Facile intuire come l’impresa non riesca ai blucerchiati, che in un secondo tempo giocato per pura accademia da ambo le parti si godono solamente le giocate di un promettente Marilungo; la Coppa UEFA della Sampdoria termina con una netta sconfitta in terra ucraina.

…E POI?
Al rientro in Italia la Sampdoria rialza subito la testa: Cassano e Pazzini stendono il Milan (anch’esso eliminato dalla Coppa UEFA) in Campionato, e pochi giorni più tardi i blucerchiati centrano un roboante 3-0 all’Inter di Mourinho ipotecando l’accesso alla Finale di Coppa Italia. Il Campionato metterà in mostra la solita alternanza tra grandi prestazioni (2-2 imposti a Roma e Napoli, il 3-1 centrato nella Torino granata) a rovesci frustranti (1-3 nel derby con tripletta di Milito, lo 0-3 di Bologna) e alla fine della stagione chiuderanno con un 13/o posto finale. La grande attesa in casa Samp è per la Coppa Italia, perché i liguri limitano i danni a Milano nel ritorno della semifinale (0-1 griffato Ibrahimović) e si guadagnano una storica Finale da giocarsi a Roma contro la Lazio; purtroppo per Palombo e co. a festeggiare saranno i Capitolini dal dischetto, dopo che i tempi regolamentari si chiudono in parità per i centri di Zárate e Pazzini. Decisivi gli errori di Cassano e Campagnaro per la Doria.

La stagione 2008/2009 è la seconda ed ultima di Walter Mazzarri sotto la Lanterna; il tecnico saluta in estate, ma solamente a Ottobre 2009 tornerà in panchina rimpiazzando Roberto Donadoni a Napoli. A Genova arriverà Gigi Delneri, che vivrà una stagione da assoluto protagonista con la Sampdoria che, guidata da Cassano e Pazzini, centrerà uno storico 4/o posto con annessi Preliminari di Champions League.

Superata meritatamente la Sampdoria, il Metalist si rituffa in un Campionato che parte con il botto: alla ripresa, infatti, il calendario propone Metalist-Dinamo Kiev. Vincendo i gialloblù si porterebbero a tre sole lunghezze dalla Dinamo, ma il campo premia i ragazzi della Capitale: la Dinamo passa con un gol per tempo, di Mikhalik e Kravets, e di fatto ipoteca un titolo che risulterà strameritato con i ragazzi di Oleg Lužnyj chechiuderanno il Campionato a 79 punti, 15 più dello Shakthar secondo e 20 nei confronti di un Metalist che centra la medaglia di bronzo. La Dinamo Kiev costringe i ragazzi di Markevych a un brusco risveglio anche in Europa: agli Ottavi di Finale va infatti in scena un inedito derby ucraino tra Metalist e Dinamo Kiev, chiusosi in favore dei secondi solamente in virtù dei gol in trasferta (1-0 a Kiev, 3-2 a Kharkiv).

Il Metalist, comunque, si confermerà ad ottimi livelli sia in patria (non riuscendo mai a scalzare però Dinamo e Shakthar dal tetto d’Ucraina) sia in Europa; i ragazzi di Markevych incroceranno nuovamente la Sampdoria nell’Europa League 2010/2011 avendo ancora una volta la meglio, pur se ai Gironi (2-1 in Ucraina, 0-0 a Marassi), e nell’edizione 2011/2012 si spingeranno fino ai Quarti di Finale arrendendosi allo Sporting Lisbona. Purtroppo, però, come successo anche in altri casi il Metalist finirà per pagare carissimo alcuni squilibri finanziari: nel 2015/2016, per questo motivo, il club è infatti escluso dalla massima serie ucraina e, poco dopo, cessa ufficialmente di esistere. Sotto un’altra guida, e con velleità ben diverse, a Kharkiv vedrà la luce il Metalist 1925 che oggi milita nella seconda serie ucraina.

La Coppa UEFA 2008/2009 sarà memorabile per il calcio ucraino: detto del bell’exploit del Metalist e dello storico derby agli Ottavi con la Dinamo, vi sarà un altro testa a testa tutto ucraino nella manifestazione. Le compagini di questa Nazione finiranno per eliminarsi solo a vicenda, perché in semifinale Shakthar-Dinamo Kiev termina 3-2: 1-1 a Kiev, 2-1 per i ragazzi di Lucescu a Donetsk con gol decisivo di Ilsinho all’89’. In Finale gli arancioneri troveranno il Werder Brema, che piegheranno 2-1 ai tempi supplementari regalandosi un successo storico ma meritato per una squadra capace di imporsi a ottimi livelli nella prima decade del 2000. Male le italiane: detto della Samp, la Fiorentina retrocessa dalla Champions cade ai Sedicesimi per mano dell’Ajax, il Napoli si arrende al Primo Turno al Benfica e il Werder Brema finalista sbarra la strada al Milan ai Sedicesimi e all’Udinese ai Quarti di Finale.

EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati