Home » La storia dietro ai 100 gol di Mertens in Serie A

Foto: Twitter @SSCNapoli

La vittoria del Napoli sulla Roma ha portato una ventata di aria fresca per Gattuso in vista della volata finale. Lo 0-2 all’Olimpico ha anche riportato in auge Dries Mertens, grazie alla doppietta e al raggiungimento dei 100 gol in Serie A con la maglia azzurra. Il miglior marcatore della storia partenopea con 133 reti ha battuto un nuovo record, cosa impensabile al suo approdo nel 2013 dal PSV.

LA CURA SARRI

Il belga nei primi tre anni aveva offerto qualche buona prestazione, ma in generale nulla di paragonabile a quello che avrebbe dimostrato nelle stagioni successive. In tre stagioni aveva fatto registrare in tutte le competizioni 34 gol e 31 assist in 138 presenze. Numeri perfino sorprendenti per un esterno qual era al tempo di Benítez e al primo anno di Maurizio Sarri, colui che ha trasformato Dries in Ciruzzo.

Infatti il trend positivo di partecipazione a rete è aumentato grazie a un cambio di posizione e di gioco con il nuovo allenatore. Sarri si è sempre contraddistinto per il suo bel gioco con il Napoli e i principali protagonisti delle sue tattiche erano proprio Mertens, Insigne e Callejon. Il trio imprevedibile formato da due esterni di qualità e una falsa punta (Mertens) hanno fatto volare gli azzurri. La stagione 2016/17 aveva proprio visto il Napoli in cima alla classifica per gol segnati, ben 94 contro i 90 della Roma, secondo miglior attacco, e i 77 della Juventus campione, terzo attacco del campionato.

L’ASCESA DI CIRUZZO

Nella stagione precedente il feeling con l’allenatore toscano non era stato dei migliori, visto che spesso veniva relegato in panchina. Il minutaggio medio era stato di appena 33 minuti per partita in Serie A e le statistiche ne avevano risentito, solo 5 gol e 5 assist. L’addio inaspettato di Higuain, finito alla Juve per 94,7 milioni di euro, aveva lasciato uno spazio in attacco. L’infortunio di Milik, appena arrivato, ha poi obbligato a schierare Mertens come punta. L’intuizione però di lasciargli la giusta libertà di operare, diventando quasi un attaccante con compiti da trequartista, è stata un toccasana.

I 28 gol in un solo campionato, conditi da 8 assist, hanno poi fatto innamorare tifosi e fantallenatori di Dries Mertens, ribattezzato Ciruzzo. Lo spettacolo mostrato in campo ha quindi cominciato ad alternarsi con la sua spontaneità fuori dal campo, tanto apprezzata dai napoletani. Durante questi anni si è sempre impegnato per stare sempre più vicino possibile ai cittadini di Napoli. A inizio pandemia (e non solo in quel periodo) per esempio aveva provveduto a distribuire pizze ai senzatetto. Ha mostrato grande considerazione perfino per i fantallenatori, quando sui social aveva dichiarato di essersi riposato durante la pausa invernale della stagione 2017/18. In quel momento non stava offrendo grandi bonus.

IL MIRACOLO SFIORATO

Nel 2018 sembrava dovesse essere l’anno del ritorno dello Scudetto al Napoli. A fare da trascinatore c’era proprio Dries Mertens e il calcio spettacolo era di casa con Maurizio Sarri. Dopo sei anni consecutivi di trionfo bianconero, i partenopei stavano dominando in campionato in prima posizione. Tuttavia la rosa corta alla lunga ha ceduto, lasciando ancora il titolo a Torino. Le polemiche del campionato perso in albergo a Firenze si sono poi sprecate dopo la rete speranzosa di Koulibaly.

La sorte finale però non ha così tanta importanza per gli spettatori che amano il calcio come, appunto, spettacolo e non solo come competizione. Se lo Scudetto fosse stato vinto Mertens e compagni sarebbero saliti sull’Olimpo del club napoletano, ma ricordiamoci anche che i trofei con “Ciro” non sono comunque mancati. In questi 8 anni di permanenza il belga ha conquistato due coppe nazionali, una Supercoppa Italiana e soprattutto il cuore di una tifoseria.

I 133 gol totali rimarranno per sempre nella storia, così come anche gli elogi di Diego Armando Maradona. Mertens si è sempre “scusato” per essere stato accostato a quello che è stata una vera leggenda dello sport in generale. Tutto sommato, anche con qualche delusione durante questo bellissimo viaggio, la sua avventura in Italia sarebbe per sempre ricordata, anche se si concludesse oggi.