Ormai è ufficiale: Zlatan Ibrahimović è stato convocato oggi in Nazionale, come vi abbiamo scritto via Twitter nell’immediatezza della notizia. La compagine scandinava, inserita nel Gruppo B delle qualificazioni ai prossimi Mondiali, giocherà giovedì 25 marzo in casa contro la Georgia e domenica 28 marzo in trasferta contro il Kosovo. Inoltre, i Blågul disputeranno un’amichevole casalinga contro l’Estonia, mercoledì 31 marzo.
Di seguito, alleghiamo la lista dei convocati scelti da “Janne” Andersson con, tra parentesi, i nomi delle squadre di appartenenza.
Portieri: Robin Olsen (Everton), Karl-Johan Johnsson, (FC Copenhagen), Kristoffer Nordfeldt (Genclerbirligi).
Difensori: Mikael Lustig (AIK), Victor Nilsson Lindelöf (Manchester United), Filip Helander (Glasgow Rangers), Ludwig Augustinsson (Werder Brema), Pierre Bengtsson (Vejle), Emil Krafth (Newcastle), Andreas Granqvist (Helsingborg), Joakim Nilsson (Bielefeld), Carl Starfelt (Rubin Kazan).
Centrocampisti / attaccanti: Sebastian Larsson (AIK), Albin Ekdal (Sampdoria), Kristoffer Olsson (Krasnodar), Emil Forsberg (Lipsia); Dejan Kulusevski (Juventus), Viktor Claesson (Krasnodar), Mattias Svanberg (Bologna), Ken Sema (Watford), Jens Cajuste (Midtjylland), Zlatan Ibrahimović (Milan), Alexander Isak (Real Sociedad), Marcus Berg (Krasnodar), Robin Quaison (Mainz), Jesper Karlsson (AZ Alkmaar).
Diverse le defezioni, come si può notare. Pontus Jansson si sta riprendendo dopo l’operazione al piede, Gustav Svensson e Marcus Danielson sono stati bloccati dai propri club in Cina (rispettivamente il Guangzhou City e il Dalian Wanda) per le restrizioni dovute al Coronavirus, mentre Sebastian Andersson non ha ancora risolto i problemi a un ginocchio.
Il fuoriclasse svedese, ovviamente, ha salutato la convocazione da par suo, come possiamo vedere in questo tweet, apparso pochi minuti dopo la notizia. Manco a dirlo, la stessa è immediatamente esplosa, e in Svezia è stata salutata con entusiasmo, ma non solo: alcuni opinionisti hanno infatti espresso qualche riserva, come vi spiegheremo più avanti.
Intendiamoci: non è stata una sorpresa. Da tempo se ne parlava in Svezia, perlomeno da quando l’attaccante del Milan, intervistato in patria dopo l’ennesima vittoria del Guldbollen, in autunno, aveva espresso il proprio desiderio di poter vestire di nuovo la maglia Blågul. La risposta di Andersson era stata prendere un aereo per Milano, per poter parlare direttamente con il fuoriclasse della faccenda.
Nelle scorse settimane, a ridosso delle convocazioni, era iniziato il Toto-Zlatan. Diversi opinionisti, con la riserva delle verifica delle condizioni fisiche del giocatore, si erano espressi favorevolmente al suo ritorno, considerando quanto fatto vedere nel Milan negli ultimi mesi. Certo, c’erano un po’ di questioni da sistemare: in particolar modo rispetto alle polemiche tra Ibrahimović e i vertici del calcio svedese, oltre che con Janne. Ma era stato lo stesso Andersson a gettare acqua sul fuoco, come ha confermato anche oggi, in conferenza stampa.
Sul sito della SvFF, vengono appunto riportate alcune delle dichiarazioni rilasciate da Andersson: “Prima di tutto, è un ottimo calciatore, il migliore che abbiamo avuto in Svezia. È bello che voglia tornare, oltre al contributo che potrà offrire sul in campo. Ha un’esperienza incredibile, che sarà utile anche agli altri giocatori della squadra. Zlatan è ancora uno dei migliori attaccanti del mondo.”
“Abbiamo avuto un incontro proficuo, a novembre, anche se, ovviamente, ciò che ci siamo detti resterà tra noi. Sicuramente, rivangare certe discussioni non serve a nessuno. Ora ha qualche problema fisico, ma sta recuperando. Così ho preso la decisione, ieri, di convocarlo. Dato che fa parte di questa squadra, lo terrò in considerazione anche per i Campionati Europei.”
Come scrivevamo sopra, gli opinionisti si sono divisi. Alcuni sono perplessi (le incognite legate alla tenuta fisica sono tante, oltre al timore che l’ego del centravanti del Milan faccia disastri). Olof Lundh, però, nonostante in passato avesse avuto diversi screzi col giocatore, oggi ha preso decisamente posizione (Fotbolldirekt): “ll ritorno di Zlatan trasforma la Svezia in una delle squadre favorite nel campionato europeo. All’improvviso, da outsider acquisti interesse e cominci a pensare di poter andare davvero lontano. Inoltre, aumenta l’interesse dei media a livello internazionale (lo dimostra il fatto che i giornalisti stranieri abbiano fatto domande alla conferenza stampa di martedì). Il milanista può diventare il più anziano giocatore di movimento agli Europei (escludendo Gabor Kiraly – 40 anni e 86 giorni: ma gioca in porta) e, se dovesse segnare, il più vecchio cannoniere del torneo. Innegabilmente, sarebbe fantastico.”
Cosa ne pensiamo noi? Non sarà facilissimo. C’è il dualismo con l’attuale capitano Granqvist, che ha appena ripreso a giocare dopo uno stop di 9 mesi, coinciso, come sappiamo, con la retrocessione del suo Helsingborg in Superettan. Janne ha messo in chiaro le cose (“Il nostro capitano è Andreas”), ma bisognerà poi capire gli sviluppi della faccenda.
Dalla sua, tuttavia, Zlatan ha una grande intelligenza e un carisma tale da non avere, probabilmente, la necessità di doversi imporre con le parole, sovvertendo le gerarchie di un gruppo che ha fatto a meno di lui per quasi 5 anni, oltretutto ottenendo risultati lusinghieri. Probabilmente, di questo ha parlato con Andersson: e i due avranno sicuramente trovato un punto d’incontro. Del resto, anche nel Milan non indossa la fascia di capitano…
In definitiva, anche se abbiamo letto in rete tante perplessità, restiamo convinti che Ibrahimović, dentro o fuori dal campo, sia un valore aggiunto per questa squadra. Di sicuro, in un momento difficile per la Svezia (intesa come Paese), ha portato emozione e voglia di pensare a cose diverse da quelle che, qua come altrove, impone la difficile quotidianità del periodo.
Il tutto, tra l’altro, nell’imminenza della partenza di una stagione calcistica che ha già visto, nel fine settimana, il rinvio di una partita dei quarti di finale della Svenska cupen per il Coronavirus. Quasi a voler rimarcare che, qua come altrove, i problemi sono altri. E allora, ben venga qualche ora di distrazione: anche se, magari, di queste cose se ne dovrà parlare in videochiamata, e non davanti a un caffè e una Kanelbulle durante una tranquilla fika in ufficio.