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9 anni a Robinho che non ha mai rescisso con il Santos

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna di 9 anni per stupro a Robinho e al suo amico Ricardo Falco. È stato sentenziato che il calciatore all’alba del 22 gennaio 2013 al Sio Café di Milano aveva partecipato a uno stupro di gruppo nei confronti di una ragazza all’epoca 23enne assieme a Ricardo Falco e altri quattro cittadini brasiliani. Tuttavia di questi ultimi non sono mai stati interrogati, visto che sono scappati all’estero prima dell’inizio delle indagini e perciò le autorità stanno conducendo un processo a parte.

LA PARTITA DI EUROPA LEAGUE NON GIOCATA

Il fatto in Italia è molto conosciuto grazie alla partita Roma-Basaskehir nel settembre 2019, alla quale Robinho non ha potuto partecipare per non essere arrestato. Nel 2017 è arrivata la sua condanna, ma al momento non ha mai fatto un giorno di carcere, visto che l’estradizione non è mai stata attuata. In questi anni ha girovagato tra Cina, Brasile e Turchia. L’ultima avventura, mai effettivamente iniziata, è stata nel suo Paese d’origine e nel suo club d’origine, il Santos.

IL RITORNO IN BRASILE

Il Peixe aveva tentato di assicurarsi un colpaccio gratuito la scorsa stagione, dopo la sospensione momentanea del transfer ban da parte della FIFA e dei problemi finanziari. Tuttavia i tifosi avevano contestato suo ingaggio più per il suo tradimento sportivo nel 2018, quando aveva vestito la maglia dell’Atlético Mineiro, che per il suo crimine, al tempo poco conosciuto in Brasile (ottobre 2020).

Sempre di tradimento il giocatore originario di São Vincente parlerà per quanto riguarda lo stupro. Nell’interrogatorio avvenuto nel 2014 aveva dichiarato di aver avuto un rapporto orale con la ragazza. Secondo lui l’unico peccato commesso sarebbe stato solo il tradimento di sua moglie, prontamente perdonato.

La Globo, colosso brasiliano delle telecomunicazioni, in contemporanea con la firma del contratto di Robinho, aveva portato alla luce delle registrazioni della Giustizia italiana. Al telefono si possono sentire l’ex Milan e Ricardo Falco che parlano dello stupro:

Falco: “Lei si ricorda dell’accaduto. Sa che tutti hanno fatto sesso con lei.

Robinho: “Sono sicuro che (nome amico 1) ha eiaculato dentro di lei.”

Falco: “In quella serata lei non riusciva a fare nulla, nemmeno a stare in piedi, stava proprio fuori di sé.

Robinho: “Sì.

Anche in un’altra intercettazione nel primo mese di investigazione, durante una chiamata con Jairo Chagas, musicista che stava suonando nel momento e locale nei quali è accaduto lo stupro, Robinho aveva dichiarato: “Sto ridendo perché non me ne frega nulla, la ragazza era completamente ubriaca, non sa nemmeno cosa e successo.

Ha poi completato: “Ecco lì i tizi nella m***a. Per fortuna esiste Dio, perché io non ho nemmeno toccato la ragazza. Ho visto (nome amico 2) e gli altri che hanno fatto sesso con lei. Loro avranno problemi, non io. Ricordo che i tizi che l’hanno presa erano (nomi amici 1 e 2). Erano in cinque su di lei”. Queste parole sono anche contraddittorie con quello detto all’interrogatorio.

IL CONTRATTO NON ANCORA RESCISSO

La posizione del bianconero si è poi gradualmente compromessa, viste anche le minacce di boicottaggio da parte degli sponsor principali del Santos.

Il calciatore non avrà nemmeno il tempo di debuttare e la società sospenderà l’accordo tra le due parti. Infatti il contratto era ancora valido, ma sospeso. Il vecchio presidente ad interim, Rollo, non ha mai rescisso con Robinho e l’elezione di Rueda, il nuovo presidente, non ha poi definito nulla. Il contratto è scaduto il 28 febbraio, ma bisognerà vedere se il club paulista dovrà devolvere gli stipendi al proprio ex dipendente o meno.

Con questa sentenza alcuni deputati stanno chiedendo l’estradizione del calciatore in Italia. Però le leggi federali brasiliane non prevedono l’estradizione di cittadini brasiliani all’estero per questo tipo di crimine. Anche se Robinho potrebbe scontare la pena in un carcere in Brasile.