Venezia non è più l’isola (artificiale) felice del 2021: i lagunari incassano infatti il primo ko del nuovo anno contro il Brescia dopo otto risultati utili consecutivi grazie ad un gol di Ayè. Le Rondinelle inanellano invece il secondo successo consecutivo 448 giorni dopo l’ultima striscia simile e si tolgono quasi definitivamente dai bassifondi di classifica iniziando, perché no, a sognare qualcosina di più.
A undici giornate dal termine della stagione il Brescia è stazionario a metà graduatoria: i giochi sono apertissimi, sia da un lato che dall’altro. E’ continuità la parola che è mancata ai lombardi in questa stagione, ma con Clotet qualcosa sembra essersi mosso anche in quella direzione. Il tecnico spagnolo, dopo le due rimonte subite contro Cremonese e Virtus Entella, ha trovato due vittorie importantissime ridando morale a tutto l’ambiente.
Oltre i tre punti, sono tanti altri gli aspetti positivi, due in particolare: la porta inviolata e Florian Ayè. Joronen non ha raccolto il pallone un fondo al sacco per il secondo match consecutivo, merito dei suoi miracoli e di una difesa che ha trovato la quadra con il ritorno di Andrea Cistana. L’attaccante francese invece segna ininterrottamente da sette partite consecutive superando il record di Baggio ed entrando nella storia del club.
Il Venezia invece perde il secondo posto in classifica, superato da Monza e Salernitana, ma la rivelazione del campionato può ancora ambire alla promozione diretta; l’attenuante di Zanetti nella gara di ieri è stata l’assenza di Francesco Forte, bomber di squadra, lasciato novanta minuti in panchina per un problema fisico. Il tecnico dei veneti carica così il peso offensivo sulle spalle di Bocalon preferito ad un Sebastiano Esposito ancora in cerca della miglior condizione.
L’inizio di partita è di marca veneta con Joronen sugli scudi: il portiere finlandese cede i riflettori di giornata ad Ayè, autore al 33′ del gol decisivo, ma si esalta con degli autentici miracoli su Johnsen, Modolo e Bocalon. Quando poi Maleh nel primo tempo e Modolo in pieno recupero lo superano, ci pensano Karacic e Bjarnason a salvare sulla linea di porta.
Al 33′ poi ecco la zampata di Florian Ayè: come molto spesso ultimamente gli piace fare, il francese è un fantasma e non si vede praticamente mai, ma quando ha un pallone in area di rigore non sbaglia più. Sì perché il giocatore dello scorso anno è solo un lontano parente, le tante critiche subite gli sono scivolate addosso e ora è arrivato il momento di prendersi le sue rivincite. Jagiello riceve una verticalizzazione di van de Looi e crossa sul secondo palo dove Ayè di piatto al volo non lascia scampo a Pomini.
Rivincita di Ayè, rivincita di Cellino: il primo acquisto del mercato dello scorso anno, fortemente voluto dal presidente, è entrato nella storia centenaria del Brescia proprio nel giorno in cui il patron sardo è tornato a seguire la squadra anche in trasferta. Erano visibilmente soddisfatti i suoi occhi al termine della partita, dopo una sofferenza finale che poteva essere evitata non sprecando una serie incredibile di contropiedi.
Nella ripresa infatti il Venezia lascia praterie agli avversari che arrivano facilmente alla conclusione, soprattutto con Bjarnason che, tra sfortuna e mancanza di precisione, centra due legni in due minuti. L’islandese è un perno fondamentale del centrocampo e offre quantità e qualità a tutta la squadra: il palo al 6′ arriva dopo un controllo di pregevole fattura, la traversa all’8′ dopo un appoggio di Ayè. Quando però non si chiudono i conti, la paura piano piano emerge e gli avversari prendono coraggio.
A maggior ragione poi se il miglior difensore delle Rondinelle, Andrea Cistana, alla terza partita in otto giorni e da poco tornato dopo oltre un anno di assenza, stremato chiede il cambio. In attesa che Papetti, poi autore anch’esso di una buona prestazione, si prepari a bordocampo il numero 15 lotta ancora come un leone e salva i suoi con un paio di interventi in scivolata da difensore di ben altra categoria.
Nonostante la superiorità numerica per la seconda ammonizione di Johnsen al 39′, il Brescia fatica a ripartire in contropiede dopo novanta minuti spesi a correre e a pressare a tutto campo e così i lagunari provano ad imbastire un forcing finale che culmina con un cross di Esposito per Modolo che di testa supera tutti, ma non Bjarnason appostato sulla linea di porta.
Il Brescia espugna così il Penzo 0-1: la delusione, finora, del campionato piega la rivelazione. L’uomo di copertina è sicuramente Florian Ayè, ma questa squadra vive di collettività e con questo spirito sognare non costa nulla. Magari è troppo tardi, magari no: Clotet sta gettando le basi per un futuro da Leonessa.