Home » C’è della luce nell’atletica italiana

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L’Italia chiude i Campionati Europei indoor di atletica leggera di Torun con tre medaglie complessive (Un oro, un argento e un bronzo). Miglioriamo di poco rispetto a Glasgow 2019 e a Belgrado 2017, ma restiamo ancora fuori dalla Top 10 del medagliere continentale.

Terminata la rassegna continentale si passa subito ai bilanci e si guarda al futuro con i giochi olimpici di Tokyo nel mirino. C’è tanto ottimismo nelle parole e nell’analisi finale del DT azzurro Antonio La Torre: “Sottolineo il valore delle prestazioni ottenute. Tanti giovani che hanno saputo esprimersi al meglio”. Parole giustificate da quanto visto in Polonia in questi giorni. L’apice è stato raggiunto dalla vittoria di Marcell Jacobs nei 60 metri con il nuovo primato nazionale 6.47. La finale lo ha visto prevalere grazie a una progressione sontuosa, l’unico a scendere sotto il muro dei 6.60 tra gli otto finalisti. Allo stato attuale l’Italia possiede due velocisti di buona caratura, Tortu e Jacobs, e il miglioramento di quest’ultimo va a tutto favore della staffetta italiana, che a maggio, sempre in Polonia, sarà alle prese con i Mondiali di staffette. La stagione outdoor è alle porte e da questo momento saranno da tenere d’occhio i tempi di entrambi: lo scopo è quello di determinare le condizioni con cui i nostri sprinter si presenteranno in Giappone.

Non è arrivata la medaglia d’oro europea per il capitano Gianmarco Tamberi, l’atleta più atteso alla vigilia. Le polemiche dei giorni scorsi legate alla vicenda Schwarzer hanno rischiato di frenarlo mentalmente, per fortuna così non è stato. In pedana Tamberi ha mostrato una sequenza di salti fluidi dal 2.23 al 2.31 mentre dietro i suoi avversari arrancavano. La sua gara si è fermata a 2.35, e il gradino più alto del podio è saltato solo per bravura del suo avversario Maksim Nedasekau capace di pescare un 2.37 da record nazionale. La lista di medaglie azzurre si chiude con il bronzo di Paolo Dal Molin nei 60 ostacoli, finale in cui l’Italia si è presentata con due atleti.

Ci sono poi i risultati fuori dal podio meritevoli di valutazione. Dodici finalisti totali sono un segno di un trend di miglioramento rispetto alle precedenti edizioni. La staffetta femminile ha ottenuto il record nazionale andando vicino al terzo posto, Tobia Bocchi ha concluso quarto nel triplo. Un po’ di amarezza dalla staffetta maschile da cui si aspettava maggiore competitività. Niente podio invece per Larissa Iapichino, che non è riuscita a replicare il 6.91 di febbraio; quella misura le avrebbe dato l’argento, invece l’atleta toscana si è fermata a 6.59 al quinto posto. Qualcuno non ha perso tempo parlando di delusione, dimenticando che si parla sempre di una ragazza del 2002 alle prese con un primo grande appuntamento di livello. La Iapichino è venuta in Polonia per acquisire esperienza e l’aver raggiunto la qualificazione per la finale non ha fatto altro che alleggerirla di stimoli e motivazioni portandola alla finale con molte meno pressioni. Tranquilli, non bisogna aver fretta, abbiamo un’atleta con un potenziale da medaglia d’oro, ma deve essere gestito senza forzare i tempi.