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Pallone in Soffitta – Sócrates e una maglia della Roma

Potere di un dialogo convincente e dell’intelligenza di un personaggio fuori dagli schemi: a voi la gustosa storia di quando il grande Sócrates vestì la maglia della Roma e si fece pure fotografare. Era il 1980.

Un possibile colpaccio

Oggi sarebbe impossibile, terribilmente. Vestire la maglia di un altro club e farsi pure fotografare, oltretutto da una testata estera, in barba al sentimento dei propri tifosi che si vedrebbero traditi e sbeffeggiati. Eppure Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, “O Doutor”, lo fece eccome. Era il luglio 1980, il campionato italiano viveva l’attesa febbrile della riapertura agli stranieri. Ipotesi, sondaggi e rumori avevano invaso le pagine dei media nei mesi precedenti: ognuno sembrava voler portare la propria stella da oltreconfine, desiderando di fare il colpaccio.

Mille sfaccettature

Inevitabile pescare in Brasile, patria dell’affascinante futebol e ricco di personaggi di primo piano. Accanto ai vari Zico, Falcão, Edinho, Júnior, Éder e Óscar ecco Sócrates. Stella del Corinthians, dottore in ortopedia e intellettuale, estroso sul campo e mai banale fuori. Gerardo Landulfo, per Il Guerin Sportivo, riuscì ad incontrarlo in esclusiva a San Paolo. E semplicemente gli chiese quanto avrebbe gradito un eventuale trasferimento in Serie A: “Nel mio primo anno al Corinthians, lontano dalla mia città, dalla mia famiglia e da mia moglie, è stato difficile adattarmi al nuovo ambiente, ma adesso ci siamo perfettamente inseriti e credo che lo stesso capiterebbe se andassi in Italia“.

Il tallone del Dottore

Là, fra l’altro, potrei frequentare un corso di perfezionamento in ortopedia tanto per migliorare le mie cognizioni che le esperienze mediche“: insomma, idee abbastanza chiare. Classe 1954, Sócrates era nato nel “futebol de salão”, il calcio indoor così popolare nelle scuole e nelle polisportive del Paese. Un tantino snob, se vogliamo, paragonato al “futebol da rua” giocato per strada in vie strette e disagevoli. Ad ogni modo, in quei primi anni affinò in modo sapiente il colpo di tacco: “Ho più fiducia nel mio tallone destro che nella mia gamba sinistra“.

La fotografia

A Landulfo riuscì un colpo di genio assoluto: convincere l’altissimo (192 centimetri) calciatore del Corinthians a indossare e farsi fotografare con la casacca della Roma, in onore di un gradito arrivo in Serie A. Come poi la storia ci ha raccontato, Sócrates sarebbe poi arrivato nel calcio nostrano però solo nel 1984, per vestire la maglia della Fiorentina e non quella giallorossa. Nato nel Botafogo, dopo Corinthians e l’unica stagione italiana avrebbe vestito i colori di Flamengo e Santos, fino al 1989.

Passione e autodistruzione

Come detto, un personaggio diverso e a tutto tondo. Una volta chiusa la carriera agonistica avrebbe esercitato la professione medica, commentato il calcio in tv, inciso un disco, si sarebbe avvicinato al teatro e alla politica. Purtroppo, avrebbe pure rovinato la propria esistenza con l’alcol. La morte sopraggiunse nel 2001, all’età di 57 anni. Aveva previsto tutto, già nel 1983: “Vorrei morire di domenica e nel giorno in cui il Corinthians vince il campionato“. Andò proprio così. Unico, inimitabile “Doutor”.